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Massa Marittima 17.10.2014
Il Gruppo Consiliare “Lista Civica Massa Comune”
presenta una MOZIONE dal titolo
PERCHE’ UN IMPEGNO E’ UN IMPEGNO
In data 13.05.2011, dopo essersi impegnato a lungo, il Gruppo Consiliare “Lista Civica MASSA COMUNE” ha presentato una mozione per impegnare l’Amministrazione Bai ad impegnarsi con impegno assumendo ogni iniziativa a tutela dei molti risparmiatori, Massetani e non, danneggiati da Unipol Banca a seguito dell’impegno di quest’ultima, impegnatasi nell’attenta gestione dei loro risparmi.
Con grande impegno, la mozione è stata discussa nella seduta del 27.05.2014 (cfr. verbale di deliberazione n.33).
Non fidatevi delle banche dei “padroni” – dicevano da Unipol Banca – perché troppo impegnate a impegnarsi con impegno ad arricchirsi coi vostri soldi! Portate a noi i vostri risparmi! La nostra è una banca “compagna” e noi ci impegneremo a fare esclusivamente il vostro interesse! Con impegno, ci impegneremo a custodire i vostri risparmi “proprio come fossero nostri”. Siamo compagni come voi, impegnati esclusivamente nel perseguire il bene comune! Non come le banche dei “padroni” che si impegnano e poi non rispettano gli impegni…
Nonostante l’impegno ad impegnarsi assunto con l’approvazione della mozione del Gruppo Consiliare “Lista Civica MASSA COMUNE”, l’Amministrazione del sindaco Bai, pur formata da persone assai impegnate, non si è impegnata affatto ed ha tradito l’impegno preso, offendendo chi, come noi, si era impegnato a farla impegnare ad impegnarsi.
Ciò premesso, non avendo mai abbandonato l’impegno a favore dei propri Concittadini danneggiati da Unipol Banca,
il Gruppo Consiliare “Lista Civica Massa Comune”, con la presente mozione, intende impegnare nuovamente l’Amministrazione Comunale affinché:
si ricordi dell’impegno ad impegnarsi preso in data 27.05.2011;
riconosca tale impegno di assoluta importanza;
si impegni ad impegnarsi di una questione di cui si sarebbe già dovuta impegnare ben prima della nostra mozione del 2011;
si impegni ad impegnarsi in ogni possibile direzione e con ogni possibile mezzo a tutela degli interessi particolari dei Soggetti di cui sopra che, nel caso di specie, coincidono con quelli generali della Collettività intera;
si impegni a riferire in Consiglio, entro 3 (tre) mesi, relazionando circa l’esito dell’impegno ad impegnarsi a favore dei propri Concittadini danneggiati da Unipol Banca.
Perché un impegno, almeno per noi, è un impegno.
BORELLI / CHELINI / GALEOTTI
Fonte: LA NAZIONE
E’ solo questione di “IMPEGNO”
Massa Comune richiama l’Amministrazione sul caso Unipol
PUNGENTE e a tratti ironico il contenuto della mozione sulla vicenda Unipol che Massa Comune ha trasmesso all’Amministrazione massetana nella quale la parola predominante è «impegno». Quell’impegno che, a parere dei tre consiglieri della lista civica Fiorenzo Borelli, Gabriele Galeotti e Luciana Chelini, viene considerato «molto scarso». Massa Comune si sofferma a parlare del «disimpegno dimostrato da Unipol Banca a tutela dei molti risparmiatori danneggiati dalla vicenda della truffa messa a segno da un promotore finanziario che lavorava per la Unipol. «Non fidatevi — dicono da Massa Comune — di chi si impegna ad arricchirsi coi vostri soldi». Poi proseguono con una vena chiaramente provocatoria: «Portate a noi i vostri risparmi: la nostra è una banca compagna e noi ci impegneremo a fare esclusivamente il vostro interesse». Con la mozione sottoscritta dai consiglieri Fiorenzo Borelli, Luciano Chelini e Gabriele Galeotti, si chiede quindi all’Amministrazione «di impegnarsi su una questione di cui si sarebbe già dovuta impegnare — dicono — ben prima della nostra precedente mozione, di impegnarsi in ogni possibile direzione e con ogni possibile mezzo a tutela degli interessi delle persone truffate, interessi che coincidono con quelli generali della collettività intera e a riferire in comunale — concludono — entro tre mesi quale sia stato l’esito di questo impegno a favore dei propri concittadini».
La vicenda del Monte dei Paschi di Siena si fa sempre più preoccupante.
Ogni giorno ne vengono alla ribalta aspetti sempre più drammatici.
Ma noi, a Massa, siamo fortunati !!!
Un nostro illustre concittadino, infatti, oltre che Consigliere Comunale (non a caso del PD), è stato membro del Consiglio di Amministrazione di MPS Capital Service [banca per le imprese].
Lui potrebbe chiarire tutto e rassicurarci circa i rischi a cui potrebbero andare incontro i risparmiatori.
I Massetani, infatti, delle banche “rosse” (vedi il caso UNIPOL), ne hanno già abbastanza…
LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-10-20
ALTRO
Iacomelli ai truffati «Vi staremo vicini»
DELEGAZIONE di risparmiatori gavorranesi incappati nel «caso Unipol» ricevuta ieri dal vice sindaco Elisabetta Iacomelli, che ha voluto conoscere a fondo tutte le questioni legate al caso dalle famiglie interessate. La delegazione, composta da «risparmiatori» scarlinesi, ha così spiegato alla Iacomelli tutte le vicende che hanno sconvolto la vita familiare di numerosi gavorranesi che avevano affidato i propri risparmi al promotore Unipol recentemente scomparso. Al termine dell’incontro i componenti della delegazione si sono soffermati su quelli che sono stati i passaggi più importanti dello scambio di vedute con la Iacomelli. «Abbiamo portato al vice sindaco la nostra testimonianza dell’ avvenimento. Avevamo incontrato già alcuni dei sindaci dell’Alta Maremma, ma non c’era ancora stata l’opportunità di incontrare il vice sindaco di Gavorrano. Ora abbiamo cercato di aprirle tutti gli orizzonti possibili su questa storia.L’incontro possiamo definirlo positivo e ha visto la Iacomelli, che non conosceva a fondo tutti risvolti dell’ episodio, prendere atto di tutti i movimenti, non ultimi quelli legati alle risposte arrivate da Bologna sul codice etico. Il vice sindaco ha assicurato tutto il suo sostegno e interessamento alla nostra causa riservandosi di approfondire e conoscere più a fondo tutti i risvolti del caso. Dobbiamo comunque ringraziare la signora Iacomelli per l’attenzione e la cortesia che ci ha riservato».
Egregio signor Walter Dondi, responsabile del codice etico del gruppo unipol
Dopo aver letto quanto da lei trasmesso ai quotidiani “Il Tirreno” e “La Nazione” in merito ai quesiti che le avevamo posto con le due nostre “lettere aperte”, abbiamo analizzato con attenzione quanto da lei dichiarato e quindi sentiamo l’ esigenza di comunicarle quanto segue.
Punto A Quando lei afferma che “la lettera mail inviata il 29 agosto, così come quella del 24 maggio scorso, è stata immediatamente resa pubblica dagli estensori, in contrasto fin da subito con quanto previsto dal Codice Etico, il quale prevede che le segnalazioni vengano mantenute riservate” dobbiamo chiederle:
1) Ci può dire, con la stessa precisione con cui abbiamo fatto noi, nelle due lettere da lei richiamate, citando quanto scritto su detto Codice, indicando paragrafo e pagina, dove è previsto che “le segnalazioni debbano essere riservate”? Nel paragrafo 2.4 pag. 54 e 55 che tratta di “Richieste di informazione e segnalazioni” non rileviamo nulla di quanto da lei indicato. Solo l’ obbligo, ma esclusivamente da parte del gruppo unipol e del responsabile del “Codice”, a garantire la riservatezza degli atti acquisiti.
2) A seguito della deprecabile “vicenda Vannini”, come lei preferisce definire, noi abbiamo cercato contatti con la unipol, ed è vero che i funzionari si sono adoperati per incontrarci, ma senza darci risposte esaustive o proponendo, in altri casi, soluzioni indecorose e, creda, tutto questo in un clima reticente se non addirittura ostile. Questo può essere solo una nostra testimonianza non dimostrabile, ma se avrà la compiacenza e la volontà di verificare, potrà leggere le raccomandate a.r. che i nostri legali hanno inviato alla unipol, il tutto nel pieno rispetto della discrezione e della riservatezza, ma senza mai avere una risposta. Ecco, secondo lei, a questo punto non erano già stati stravolti i principi del suo Codice Etico? E quale alternativa vede lei a questa situazione se non ricorrere alle vie legali? Creda, per noi molto dolorose ed onerose.
3) Rileviamo da pag. 9 del documento di cui ella è responsabile che “L ’obiettivo è far si che fra dipendenti, agenti,clienti, fornitori, azionisti, investitori, comunità civile e generazioni future i rapporti siano fondati sulla trasparenza”. Ecco, proprio quella trasparenza che è considerata un cardine della struttura perché secondo lei deve essere celata? Crede che per noi sia stato semplice portare alla luce un simile smacco? Eppure non ce ne vergogniamo e lo mettiamo, oggi, alla luce del sole.
Punto B Ci meraviglia non poco che lei affermi che è passato molto tempo e quindi sia inammissibile riferirsi alla “Carta dei Valori e Codice Etico”, ma scusi, secondo lei Valori ed Etica sono come un prodotto alimentare? Hanno una scadenza? Perdonerà la nostra intransigenza, ma su questo punto proprio non comprendiamo la sua posizione, anzi, come detto, proprio ci meraviglia!!! Poi ci permetta una domanda che a noi viene spontanea: se fossero stati rispettati Valori ed Etica, secondo lei ci troveremmo oggi una “vicenda Vannini”?
Punto C Come precisato nella mail di Maggio u.s. crediamo debba prendere atto che diversi dei firmatari sono ancora clienti unipol, pertanto lei dovrebbe dare almeno a questi le risposte ai quesiti , risposte che lei abilmente ha driblato affermando che “se si decide di ricorrere alla magistratura risulta improprio riferirsi al Codice Etico”. Come al punto A, gentilmente ci può dire dove è prescritta nel documento di cui ella è responsabile detta regola? Non sono forse queste libere sue divagazioni?
A noi sembra che gli attori (o Stakeholder), e i clienti lo sono attori, abbiano il diritto di farle segnalazioni e porle domande e, a queste, ci sembra che lei abbia il dovere di rispondere.
Punto D Ci spiace che il suo giudizio rivolto a noi sia “di voler alimentare ulteriormente, e del tutto strumentalmente, il contenzioso su tale vicenda”. Creda, il nostro scopo non è questo. Noi ci poniamo come obiettivo il ristabilire il nostro equilibrio economico e invitiamo ulteriormente l’ unipol ad una trattativa decorosa. Converrà che, come scritto nella mail di Maggio, se la finanziaria si rendesse disponibile le tensioni immediatamente si allenterebbero.
Vogliamo inoltre comunicarle un’ altra cosa che non è definita sul suo “Codice”, ma crediamo possa interessarle. Non sappiamo che età lei abbia signor Dondi ma molti di noi già dagli anni settanta facevamo parte dei clienti di unipol assicurazioni, ed erano legati anche al sistema che la compagnia adottava, sentendoci partecipi e condividendo i principi di cooperazione e le ideologie. Da lì è nata ed è cresciuta, per oltre trenta anni, la fiducia per quella che poi è diventata la finanziaria che è adesso. Quella fiducia è stata mantenuta anche dopo che è emersa la “vicenda Vannini”, tanto che eravamo certi di un riscontro oggettivo da parte unipol e, sinceramente, non ci aspettavamo la reticenza e il silenzio che invece poi si sono manifestati. Potrà, sempre se avrà la stessa compiacenza e voglia, verificare che dal Maggio 2008, quando cioè è venuta fuori la “vicenda”, al momento che sono partite le nostre cause civili quanto tempo sia passato, questo per dimostrarle che c’erano la nostra disponibilità, fiducia e fedeltà che ogni istituto bancario o compagnia assicurativa vorrebbero rivolte dai propri clienti e che però, amaramente, anche lei sa come sono andate a sfumare e perdersi.
Creda signor Dondi, pur comprendendo il suo ruolo, la invitiamo ora a fare il gioco dell’ immedesimazione, cioè provi ad immaginare di aver subito lei il danno di cui parliamo, o che un suo congiunto, magari un genitore, fosse nelle condizioni di rinunciare ad un’ assistenza a lui necessaria perché le sue sostanze sono scomparse, in questo caso abbiamo la convinzione di pensare che riterrebbe modi e merito corretti e che l’ Etica e i Valori non scadono, non scadono mai.
Un’ ultima cosa dobbiamo dirle: noi non siamo persone aggressive che vogliono “alimentare ulteriormente i contenziosi” e, dato il ruolo che riveste e la sua competenza in merito, la invitiamo ad incontrarci per farle comprendere meglio quale sia l’ intensità del nostro disagio e raccontarle storie amaramente vissute, allo scopo di farsi ulteriore esperienza di dove possano arrivare le conseguenze se salta la valenza etica.
Voglia gradire i nostri cordiali saluti.
L’ Assemblea delle persone coinvolte nella vicenda unipol
LA NAZIONE
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-09-08
ALTRO
Caso Unipol La rabbia dei truffati non si spegne
PASSA anche per il territorio gavorranese la rabbia dei risparmiatori coinvolti loro malgrado nella vicenda del promotore finanziario della Unipol e le notizie, apparse sui giornali, arrivate da Bologna in risposta a una precisa richiesta di altri sfortunati «colleghi» della zona nord della provincia: «Se la normativa è questa non ci si può far nulla», dicono. E per i responsabili del gruppo etico dell’Unipol porta chiusa davanti alla richiesta di un loro intervento diretto, perché, stando a quanto affermano quella di rivolgersi appunto al «Gruppo Etico» era la soluzione da scegliere all’inizio del contenzioso. Avendo invece optato per l’azione legale questa soluzione è scartata. Qualcuno dei gavorranesi coinvolto nel caso è in stretto contatto con i risparmiatori di Massa che si stanno impegnando per cercare di risolvere una vicenda che ha visto tanti risparmi di famiglie affidati al promotore della Unipol, essersi volatilizzati. «ANCH’IO ho scelto di affidarmi alle vie legali con uno studio di Follonica — dice un abitante di Gavorrano — per cercare di venire a capo della disavventura e attendo notizie confortanti. Posso dire che nel gennaio del 2011, convocati dalla banca, abbiamo preso parte a un incontro, presente il mio avvocato, nella filiale di Follonica. In quell’occasione ai legali dell’Unipol facemmo un’offerta per chiudere il tutto, ma purtroppo da allora (è passato più di un anno e mezzo) non abbiamo saputo più nulla. Sulla risposta che è arrivata dalla direzione sulla posizione del gruppo etico non posso fare altro che prenderne atto». L’augurio per tutti coloro coinvolti in questa storia è che in tempi brevi si possa davvero trovare la soluzione giusta per ridare serenità a tante famiglie che vivono sul territorio gavorranese.

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ALTRO
Troppo tardi per il “codice etico”
di WALTER DONDI (*)
Egregio Direttore, Le chiedo ospitalità per rispondere all’articolo pubblicato ieri sul suo giornale nella cronaca di MassaMarittima/Gavorrano, nel quale si fa riferimento al presunto “silenzio” e alle “mancate risposte” da parte del responsabile etico del Gruppo Unipol a proposito della cosiddetta “vicenda Vannini”. Anzitutto vanno precisate alcune questioni di metodo che gli estensori della lettera, pur in possesso di competenze legali professionali, volutamente hanno trascurato nel richiamare il codice etico di Unipol. La lettera mail inviata il 29 agosto al responsabile etico, così come quella del 24 maggio scorso, è stata immediatamente resa pubblica a cura degli estensori, in contrasto fin da subito con quanto previsto dal codice etico, il quale prevede che le segnalazioni vengano mantenute riservate, per evidenti ragioni di correttezza e tutela dei soggetti coinvolti. E proprio allo scopo di consentire l’avvio di una verifica delle situazioni problematiche evidenziate e di una possibile loro composizione. Inoltre, il ricorso al codice etico è avvenuto, per l’appunto, il 24 maggio 2012, cioè alcuni anni dopo che una parte dei clienti coinvolti nella “vicenda Vannini” aveva avviato causa in sede giudiziaria. Scelta naturalmente del tutto legittima, ma che nulla ha a che fare con la, odierna, pretesa di attribuire natura etica della questione. È chiaro che se si decide di ricorrere alla legge e alla magistratura, risulta del tutto improprio poi – per di più a così rilevante distanza di tempo – accorgersi che esiste un codice etico dell’impresa e lamentare che esso sarebbe stato disatteso. Se si fosse voluto utilizzare il codice etico – che, giova ricordarlo, è uno strumento di autoregolamentazione del quale il Gruppo Unipol si è dotato proprio per offrire l’opportunità ai propri “stakeholder”, in questo caso i clienti, di risolvere eventuali problematiche che intervengano nelle reciproche relazioni – si sarebbe dovuto intraprendere fin dall’inizio questa strada e nel pieno rispetto delle procedure previste dal codice stesso. Tentare di farvi ricorso oggi, dandovi peraltro vistosa pubblicità, ha il solo significato di volere alimentare ulteriormente, e del tutto strumentalmente, il contenzioso su tale vicenda. Si può dunque affermare che, al di là delle parole e dell’enfasi utilizzata dagli estensori della lettera di cui si dà conto nell’articolo di ieri, da parte del responsabile etico non solo non è stato disatteso quanto previsto dal codice etico, ma che sono i ricorrenti ad avere sbagliato modi, merito e tempi. Per rispetto della verità dei fatti, è infine necessario ricordare che Unipol Banca si è fin dall’inizio di questa vicenda messa a disposizione dei clienti, ricercando, e in alcuni casi definendo, accordi basati su criteri di chiarezza, tracciabilità e trasparenza che, vale la pena richiamarlo, sono tra i valori e i principi fondanti del codice etico del Gruppo Unipol.
Grazie per l’attenzione, distinti saluti
(*) Responsabile Etico Gruppo Unipol

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ECONOMIA
Prosegue la battaglia di centinaia di risparmiatori delle Colline I truffati Unipol tornano all’attacco “Il responsabile etico ci ignora”
MASSA MARITTIMA
Nessuna resa, l’assemblea delle persone coinvolte nella vicenda Unipol non ci sta ad essere ignorata e pretende risposte dal responsabile del codice etico del gruppo. Il 24 maggio i truffati hanno infatti scritto una lettera raccontando il loro percorso e la difficile situazione sottolineando i contrasti del comportamento della banca con la “Carta dei valori e codice etico” ma, ad oggi, nessuna risposta è stata fornita loro e le vittime tornano all’attacco più decise che mai. Secondo quanto riportato nelle normative, il responsabile etico “si impegna a fornire una risposta al richiedente entro 30 giorni. Nei casi di segnalazioni di inosservanza, il ha tempo 60 giorni per aprire un’apposita istruttoria in merito”. “E allora – chiede l’assemblea dei truffati rivolgendosi al responsabile – vuole spiegare il motivo perché ad oggi non è stata data nessuna risposta, né abbiamo avuto informazioni di un’apposita istruttoria aperta in merito, né tantomeno ci è giunta informazione alcuna? Quale rispetto è stato rivolto a noi che siamo a tutti gli effetti degli stakeholder? Col suo silenzio, di fatto, l’esempio che ci proponete è proprio quello che i valori restano sulla carta, dando così nullità a quel documento costatovi tanto impegno”. Secondo quanto riportato dal gruppo di persone raggirate e derubate, la struttura della “Carta dei valori e codice etico” è costituita da 5 principi fondamentali: accessibilità ( essere interlocutori aperti e disponibili) lungimiranza verso i clienti, rispetto (considerare le persone come parte di una relazione sociale stabile che attribuisce dignità) solidarietà e responsabilità (farsi carico individualmente e collettivamente, delle conseguenze delle azioni con serietà, trasparenza e rettitudine). Proprio partendo da questi principi l’assemblea delle persone coinvolte nel caso Unipol analizza ogni singola parola e pone una serie di quesiti ai quali pretende siano date precise risposte. “Dove sono le aperture e la disponibilità della Unipol e quali risposte e soluzioni ad oggi avete posto per la nostra causa? L’interruzione dei rapporti e il non rispondere alle nostre richieste esprimono lungimiranza? Ed il rispetto? Quale considerazione e quale relazione sociale stabile è stata a noi rivolta? Secondo lei la tutela è stata efficace e, cortesemente, quale solidarietà scorge lei in questa vicenda? Non crede che sia stata elusa ogni responsabilità, e quale trasparenza e rettitudine rileva in questa vicenda?”. I truffati non mollano e si preparano a scrivere un nuovo capitolo della storia.
Chiara Calcagno

IL TIRRENO
Rassegna stampa quotidiana della Provincia di Grosseto a cura dell’URP
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2012-05-30
ECONOMIA
IL CASO Appello all’etica della banca I “truffati” scrivono a Unipol
MASSA MARITTIMA Dopo aver incontrato partiti politici e associazioni, le persone dell’alta Maremma coinvolte nella “vicenda Unipol” vanno direttamente al sodo, scrivendo una lunga lettera al responsabile etico del gruppo finanziario. Hanno scelto questa figura come interlocutore appellandosi alla Carta dei Valori e al Codice etico del gruppo Unipol, dalla quale «comprendiamo – scrivono – che anche noi siamo degli “Stakeholder”, in quanto abbiamo ancora rapporti con Unipol banca o Unipol assicurazioni come clienti e, comunque, apparteniamo a quella “comunità civile” che è orbitata e che orbita intorno agli interessi Unipol». La lettera si apre con l’introduzione e le ragioni della vicenda. I firmatari raccontano di come i loro risparmi siano spariti dopo la morte del promotore Unipol a cui li avevano affidati e di come oggi, ad anni di distanza, ancora non si sia risolta la situazione. Proprio per questo vengono poste alcune domande al responsabile etico, facendo riferimento ad alcuni paragrafi del documento sopra citato. Ad esempio, queste persone spiegano di aver cercato «un dialogo per capire come riavere le nostre sostanze, vedere eventualmente di trovare una dignitosa mediazione», senza però ricevere risposta. Tanto, «da essere costretti a ricorrere alle vie legali». A questo proposito, citano un passaggio della Carta, in cui Unipol scrive: «ci impegniamo ad essere interlocutori aperti e disponibili pronti a fornire risposte e soluzioni». Senza poi considerare i controlli, continuano i firmatari, fatti dalla banca sul suo promotore, pressoché assenti. In contrarietà, a loro dire, con quanto scrive Unipol nella carta: «ci impegna inoltre a cogliere i segnali deboli, anticipando i bisogni e intercettando le criticità al loro sorgere». E così via, tra la tutela «delle fasce deboli», riportata nella Carta, e il fatto che «la “vicenda” ha coinvolto, tra gli altri, anche pensionati e gente anziana», come si legge nella lettera. Una serie di punti che i firmatari hanno voluto mettere sotto la lente d’ingrandimento. Sottolineando però che «le azioni che abbiamo fatto, che facciamo e che faremo non vogliono essere una rivalsa verso l’Unipol, ma ristabilire un equilibrio economico che era nostro e che doveva, in ogni modo, essere tutelato evitando lo sconcerto e i disagi che lei avrà ora compreso».(a.f.)
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