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Con Determinazione del Responsabile del Settore 1 – Francesco RAPEZZI – n.103 del 16.11.2016, il Comune di Massa Marittima ha impegnato la somma di € 280.562,50 a favore della Società della Salute quale Ente consorziato per l’anno 2016.

 

di Roberto OVI

articolo pubblicato il 5 Agosto 2013

 

Le “Società della Salute” sono un tentativo ambizioso della Regione Toscana,e dell’ex assessore regionale alla Sanità Enrico Rossi di ricondurre sotto un’unica gestione integrata i servizi socio sanitari e socio assistenziali, non riconducibili all’assistenza ospedaliera, erogati dai diversi soggetti istituzionali e non (Aziende USL, Comuni, ex IPAB – divenuti ASP ovvero Aziende Pubbliche per i Servizi alla Persona, medici convenzionati, associazioni non profit e del privato sociale).

L’allora assessore regionale Enrico Rossi, a quel tempo coordinatore per le politiche sanitarie della Conferenza Stato Regioni, le sottopose nel 2002 all’attenzione dell’allora Ministro della sanità Girolamo Sirchia, ottenendone un giudizio positivo ed un invito alla sperimentazione che, con la riforma del Titolo V della Costituzione, non doveva comunque più essere sottoposta all’autorizzazione ministeriale. 

Per questo motivo inviterei l’amico Stefano Mugnai (PDL), ex assistente di Lorenzo Zirri (CDU, poi confluito nel gruppo di Formigoni), ad essere meno severo con i propri giudizi sulle Società della Salute (SdS). Mi ritrovo molto di più con il giudizio a suo tempo espresso dall’amico Marco Carraresi che, pur criticando con precise motivazioni le SdS, invitava a seguirne con attenzione e rispetto la sperimentazione, rinviando i propri giudizi al termine della sperimentazione triennale, secondo le modalità previste in una delibera del Consiglio Regionale del mese di Settembre dell’anno 2003.

Questo fu il percorso seguito da me e Cappelloni, prima con la Delibera C.C. n°95 del 26 Novembre 2003 e poi con la successiva Delibera C.C. n°95 del 20 Dicembre 2004, con la quale abbiamo accompagnato in modo critico, ma anche propositivo e privo di inutile spirito polemico (si leggano a tale scopo gli interventi letti in consiglio comunale ed allegati alle due deliberazioni) questa sperimentazione.

Nel corso dei due anni successivi, per gentile intercessione del Sindaco Lidia Bai e del Presidente della Società della Salute Luciano Fedeli, ci fu anche consentito di far parte di una delle commissioni (percorsi ospedale territorio), e di conoscere persone dalle qualità davvero notevoli, confrontandomi con le quali ho imparato molto.

Al termine di questo lavoro, è scaturita prima l’immagine di salute del territorio e poi il PIS (Piano Integrato di Salute). Poi, dovendo passare alla fase attuativa di questi processo, che avrebbe dovuto portare alla creazione di molti servizi, credo che la sperimentazione si sia come impantanata, tanto che anche la Sezione Regionale di Controllo della Corte dei Conti, in un proprio referto del 2010, ha fortemente censurato ritardi ed i profili di estrema burocratizzazione di questa sperimentazione, che riguardava ben 27 zone socio sanitarie in tutta la Toscana.

Chi oggi gioisce, legittimamente, della fine delle Società della Salute, dovrebbe anche porsi un’altra domanda: in quale altro modo, certamente migliore di quello delle SdS, sarà possibile coinvolgere tutti i professionisti della sanità nella gestione dei servizi socio sanitari e socio assistenziali territoriali, compresi quelli ad alta integrazione, mettendo al centro i bisogni reali dei cittadini?

E’ ancora tollerabile che i degenti, specie anziani, debbano girare come una trottola da un servizio all’altro, da un professionista all’altro, portandosi sotto braccio referti medici e certificati?

Se le Società della Salute avessero funzionato, ci sarebbe stato un tutor territoriale che avrebbe gestito l’intero percorso assistenziale di ciascun degente.

E’ ancora tollerabile che un genitore di bambino piccolo, con quest’ultimo a casa con la febbre alta, debba sentirsi dire dal pediatra al telefono “lo avvolga in una coperta e me lo porti in Studio”, piuttosto che venire egli stesso a visitarlo a domicilio?

Questo era uno egli scopi della sperimentazione delle Unità di Cure Primarie, con le quali si doveva anche evitare gli accessi inappropriati al Pronto Soccorso Ospedaliero, che determinano ingenti spese a carico della collettività.

Forse sarò un idealista, oltre che un incapace, ma io non riesco ad esultare per il fallimento delle Società della Salute.

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Tratto da “La Nazione” del 05.01.2015

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Il Sindaco Giuntini in un’intervista a “La Nazione” del 25.02.2014 (in piena campagna elettorale) affermava:

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“Certo è che ogni volta che ci sono di mezzo i profughi inizia bene e finisce sempre in maniera strana, anche in questi giorni di campagna elettorale molti cittadini si lamentano di come è stata gestita la questione profughi. Alcune aziende aspetterebbero ancora di essere pagate”.

 

 

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Tratto da “La Nazione” del 20.09.2014

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E’ il Sindaco a spiegare la decisione dell’Amministrazione

in merito al progetto di accoglienza SPRAR

 

 

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dal Sito del Comune – pubblicato il 28 febbraio 2014
 
 
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sindacoIl Sindaco del Comune di Massa Marittima, attualmente fuori sede, intende fornire precisazioni chiare e puntuali sulla questione della rinuncia al progetto SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati): “in un momento di grave difficoltà delle fasce più deboli della popolazione – spiega- un periodo in cui aumenta la necessità di servizi sul sociale e contributi alle famiglie così come la richiesta per emergenza abitativa, sarebbe irresponsabile da parte di questa Amministrazione accollarsi da sola un progetto oneroso che esula dalle tipiche funzioni dell’ente.

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Parlo di un progetto di accoglienza che era stato approvato nel 2013, precisando che la quota di compartecipazione non avrebbe dovuto gravare sulle risorse finanziarie dell’ente, bensì sulla valorizzazione di risorse umane, finanziarie e strumentali contabilizzate tramite la Società della Salute Colline Metallifere. Ora è bene osservare, che il noto futuro incerto della Sds non ci dà certezza sul suo sostegno e sulla stessa sua futura esistenza. Rileviamo inoltre che la Società della Salute che avrebbe dovuto fornire il sostegno logistico al Comune nella fase di eventuale attuazione del progetto, non ha mai deliberato su questo. Massa Marittima si è distinta nell’accoglienza ai profughi in una fase di grave emergenza nazionale e ciò non toglie che in caso di necessità possa tornare a far fronte a tale problematica, ma in questo momento in cui le difficoltà dei cittadini aumentano ed il Comune è tenuto a rispettare il patto di stabilità ponendo un limite alla spese correnti, l’ente non può accollarsi un cofinanziamento di 70.000, 77.000 e 77.000 Euro per i prossimi tre anni, a fronte di un contributo ministeriale che ha tra l’altro sempre tempi di liquidazione incerti. Ciò per i motivi sopra detti che potrebbero mettere in difficoltà l’ente e gli eventuali fornitori di beni e servizi che dovrebbero attendere la disponibilità di risorse per essere pagati. Queste sono le motivazioni per cui la Giunta ha ritenuto opportuno rinunciare al progetto che presentava contorni incerti, prima che ne venisse ufficialmente comunicato l’eventuale finanziamento, in modo da non pesare così sul bilancio dell’ente e di conseguenza sui cittadini”.

 

 

 

 

 

 

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Con la mozione sulla non autosufficienza e residenzialità approvata in Consiglio Regionale Toscano lo scorso 29 Gennaio 2014, “… si rileva la necessità di prevedere forme assistenziali residenziali a più bassa intensità residenziale … candidando le trecento Residenze Socio Assistenziali (RSA) a svolgere un ruolo diverso che le renda veri e propri presidi territoriali perfettamente inseriti nella rete dei servizi…”.

 

In pratica, la mozione prevede di dare concreta attuazione, a livello locale, a quanto già previsto nel Protocollo di intesa sulle politiche della salute delle Colline Metallifere stipulato in data 1 Giugno 2007, anche in base al tanto (da lui) rivendicato contributo dell’assessore comunale e Presidente della Società della Salute “Colline Metallifere” Luciano Fedeli, ora in rotta di collisione con i vecchi compagni Luca Sani, Lidia Bai, Alidiano Bargelli, e supporter del candidato sindaco renziano alle primarie PD Sandro Poli.

 

 

Vogliamo ricordare che Luciano Fedeli non ha mai voluto fornire informazioni in merito all’attuazione dei servizi per la non autosufficienza e per la residenzialità agli ex consiglieri Roberto Ovi ed Angelo Maria Cappelloni, che le avevano richieste loro ufficialmente.

 

Probabilmente con questo intento dilatorio intendeva nascondere il proprio fallimento, come sembra paventare la lettera riservata inviata alla nostra associazione da un anonimo cittadino.

 

Ma non tutto però è perduto.

 

Visto che Fedeli è diventato ora un supporter di Poli (che non ha ancora rivelato alcunché del proprio eventuale profilo programmatico), perché non convince quest’ultimo a fare una battaglia su questo argomento?

 

Chissà se sarà in grado di fornire a Poli quelle stesse informazioni che non ha saputo dare a d Ovi e Cappelloni?

 

 

Clicka QUI per approfondire.

 

 

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Tratto da “La Nazione” del 25.02.2014

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giuntini poli 25022014°

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Tratto da “La Nazione” del 23.02.2014

 

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Fedeli 23022014

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Luciano Fedeli sostiene, dunque, il candidato Sindaco renziano Sandro Poli.

Alcune delle sue amare considerazioni confermano lo scontro frontale tra le diverse anime interne del PD, tutte votata a meri scontri di potere, senza alcun riguardo ai programmi amministrativi ed elettorali e, a mio parere (e non solo, a giudicare da precedenti dichiarazioni di alcuni esponenti locali renziani), dei bisogni della gente.

Credo che queste divisioni, nel medio lungo termine, non potranno che portare a scissioni all’interno di quel partito, dove stanno lievitando invidie e rancori personali tenuti sotto controllo con sempre maggiore difficoltà.

Ne fanno fede le rabbiose dichiarazioni rilasciate alla stampa solo un paio di mesi fa (cfr La Nazione del 10 Dicembre 2013, pagina 11) dal Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi il quale, commentando la vittoria di Matteo Renzi alle primarie PD, lo giudicava “inadeguato rispetto ai problemi che l’aspettano“, specificando polemicamente che lui ed il Sindaco di Firenze “vengono da culture politiche diverse“, non mancando di puntualizzare che “Renzi si fece fotografare con De Mita” e che “decidere il destino delle istituzioni in base ai dati congressuali era abitudine della vecchia DC“.

E meno male che ai congressi locali, regionali e nazionale di fondazione del PD la parola d’ordine tra iscritti e delegati DS e Margherita era “CONTAMINIAMOCI” !!!

Mi pare che l’intento sia ora molto meno onorevole, tipo “SCANNIAMOCI”.

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Roberto Ovi

 

 

 

 

 

Fonte: LA NAZIONE

21 febbraio 2014

 

Rubrica: Altro

Il Comune rinuncia al centro accoglienza Persi soldi e lavoro

 

di GIANFRANCO BENI

SIAMO stati buoni profeti: le nostre anticipazioni sulle colonne de La Nazione di mercoledì scorso, si sono rivelate esatte. Quasi un milione di euro persi nel giro di tre anni assieme all’opportunità di creare una decina di nuovi posti di lavoro e favorire un ritorno nell’indotto, contravvenendo a quanto sempre sostenuto dalle forze di sinistra. Parlavamo di un ripensamento dell’amministrazione di Massa Marittima a creare un centro di accoglienza profughi nella struttura del Rifugio S. Anna, in base al progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) presentato da Co&So Firenze trasmettendo gli atti al Ministero dell’Interno per la richiesta di contributo per gli anni 2014–2015 e 2016. Su oltre 400 domande presentate al Ministero quella del Comune di Massa Marittima si attestava al 296esimo posto e quindi in piena regola per essere considerata fattibile. Fra l’altro la quota di compartecipazione non avrebbe gravato sulle risorse finanziarie dell’ente, ma sulla valorizzazione di risorse umane, finanziarie e strumentali, contabilizzate tramite la Società della Salute Colline Metallifere. Proprio questo aspetto ha fatto scattare la molla della rinuncia visto che, come si legge nella delibera della giunta massetana — approvata all’unanimità il 13 febbraio scorso — «ad oggi non ci sono certezze circa il futuro della Società della Salute all’interno dell’ordinamento regionale, di conseguenza non ci sono certezze in merito alla copertura finanziaria del progetto». «A questo si aggiunge — ha precisato la giunta — il fatto che il Comune non potendo al momento contare su risorse proprie nel bilancio preventivo 2014, sia in entrata che in uscita, rischierebbe di avere riflessi negativi sul patto di stabilità interno oltre a creare un problema nei flussi di cassa per effettuare i pagamenti». Da qui allora la rinuncia definitiva alla candidatura al progetto Sprar. Il fattore finanziario legato, si dice, all’insicurezza di portare avanti un progetto su scala triennale, è prevalso su altri aspetti, tra cui la creazione di nuovi posti di lavoro e la perdita di un cospicuo finanziamento. Qualcuno sostiene che invece vi siano altri motivi, quali quello di fare uno «sgambetto» alla Società della Salute e al suo presidente dopo la decisione di quest’ultimo — revocata in extremis — di presentarsi alle primarie del prossimo 9 marzo appoggiando alla fine (almeno sembra) il candidato renziano Sandro Poli.

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Da “LaNazione” del 19.02.2014

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Nazione Centro di accoglienza 19022014

 

 

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Il nostro illustre concittadino Luciano Fedeli ha progettato, a braccetto col Sani, venti anni della vita politica di Massa e i risultati si vedono.

 

Due legislature da Assessore non eletto e due da Assessore come Consigliere eletto.

 

Luciano Fedeli appare ai Massetani come il personaggio politico più “pericoloso” per la loro Cittadina.

 

I suoi obiettivi sono ben chiari a tutti.

 

Come Assessore alle Politiche Sociali, il Sani lo fece Coordinatore della Conferenza dei Sindaci al suo posto (in quanto lui era in altre faccende affaccendato).

 

Tale Conferenza operava come opera oggi la SdS, ma senza ASL.

 

Un Sindaco che ben conosciamo, un giorno, ebbe modo di dire pubblicamente: «Non ci vengo più, non mi lascio coordinare da un b…; sei Sindaci non possono farsi coordinare da un Assessore».

 

In Regione, il Fedeli si è legato con “personaggi” al seguito di quella parte del PD (diviso su questo argomento) che voleva fortemente la SdS e, fin da subito, ha seguito attentamente l’iter politico che, come sappiamo, ha prodotto una legge che lascia la libertà di scegliere se amministrare attraverso la SdS o rimanere, come prima, con le ASL.

 

E’ per questo che la Regione Toscana si trova oggi ad avere, all’incirca, metà zone con una SdS istituita e metà senza.

 

Egli, dunque, era l’unico amministratore della Zona 1 di Massa Marittima che conosceva a fondo le questioni riguardanti la futura SdS.

 

E’ quindi riuscito senza troppo faticare ad “impadronirsene”, essendo già Coordinatore della (ora ex) Conferenza dei Sindaci.

 

Come già detto, non essendoci nel PD unanimità di intenti, la fase sperimentale della SdS durò molto più del previsto.

 

Il Fedeli, abilmente, ha giocato la carta dell’essere l’unico edotto al riguardo.

 

Così fu fatto Presidente, nonostante la legge voglia che il Presidente del consorzio SdS (che comprende tutti i comuni della zona e la Asl) debba essere un Sindaco… o un suo delegato.

 

Ma questo, ovviamente, la legge lo dice poiché, ad esempio, il Sindaco di Firenze o di altre importanti città (che magari hanno più ASL) non possono certo ricoprire tale incarico e quindi delegano una persona appositamente selezionata.

 

Non ci sono SdS di zone simili alla nostra con un presidente che non sia un sindaco.

 

Ed è evidente: la legge assegna ai Sindaci il 51% ed alla Asl il 49.

 

La SdS, infatti, è stata creata proprio per riportare sotto il potere dei Sindaci l’intera Sanità delle zone che si trovava (trova) alla mercé delle ASL.

 

Sappiamo bene che i 28 Sindaci della nostra Provincia sono sempre andati, in ordine sparso e col cappello in mano, dal Direttore Generale dell’ASL a chiedere favori per la loro Zona o il loro Ospedale.

 

Il Fedeli, unicamente sulla base dell’appartenenza politica, ha selezionato il Direttore ed il personale da adibire alla SdS.

 

Per bilanciare Follonica (che non ha presidenze), ha nominato a capo dell’Assistenza Sociale una signora di laggiù, mentre sarebbe spettato alla Sig.ra Bacci.

 

A tal fine, la Sig.ra Bacci aveva anche promosso precise azioni commissionatele dal Fedeli per tentare di tacitare chi aveva osato ribellarsi allo squallido sistema politico a cui appartengono entrambi.

 

Per questo motivo, ci fu una guerra terribile.

 

Il personale era in rivolta ma, come ben sappiamo, col tempo egli ha trovato una soluzione per tutti, a spese dell’efficienza, dell’interesse generale e delle casse pubbliche.

 

Tutti sono stati tacitati con il solito sistema: i sindacati chiedono 100 e si accorda loro immediatamente 99, così non ci sono scioperi e tutti sono contenti.

 

Ha favorito una selezione, more solito, non certo in base a capacità e merito ma SOLO in base a fedeltà ed appartenenza politiche !!!!

 

La legge dice che la ASL deve inviare alla sedute il suo Direttore Generale ed è logico poiché la giunta della SdS è composta dai Sindaci, dal Direttore Generale stesso, dal Presidente (nel solo nostro caso perché non è uno dei sei sindaci) e dal Direttore, nonché da un segretario verbalizzante.

 

Da noi, il Direttore Generale non viene mai e, per i primi tempi, ha mandato una sua sostituta.

 

La SdS è nata per coordinare Sindaci e ASL ovvero la politica sociale e la politica sanitaria della zona; ovvio che sia sempre stata avversata dalle ASL che hanno perso potere.

 

Ma qui, invece, il potere è stato mantenuto per INTERO proprio per l’assoluta mancanza di autorevolezza del Presidente.

 

Tempo fa, sui giornali, comparve una dichiarazione con cui, ad una lamentela per carenze dell’ospedale, il Fedeli rispondeva che avrebbe chiesto spiegazioni al Direttore Generale!!!

 

E’ evidente che il Presidente prenda a calci in culo un componente della sua giunta che sgarri e non gli chieda certo spiegazioni per i suoi errori e le carenze all’ospedale!!!

 

La dimostrazione dell’incapacità di coordinare veramente la SdS è la storia dell’affitto al Falusi.

 

Lui voleva un “malleabile”, non certo un Presidente che facesse l’interesse degli ospiti, della famiglie e dei dipendenti del Falusi.

 

A. F.

 

 

 

  

Ho ricevuto recentemente una lettera in forma anonima: la pubblico in maniera integrale, per dovere di cronaca e trasparenza.

Ne ringrazio l’autore, sebbene l’anonimato lasci trapelare un timore che non dovrebbe albergare in una coscienza civica tanto sensibile all’argomento trattato.

Ricordo comunque a questo attento e informato cittadino che molte delle iniziative che Lui suggerisce di intraprendere a Massa Comune sono già state indirizzate tempo fa ai responsabili del controllo, ma una sorta di copertura nebbiosa protegge l’operato di questa Società che di salutare ha ben poco.

Rammento inoltre, che delegare le denunce sulla malagestione della cosa pubblica, implica anche delegare una mole di lavoro enorme ed impegnativa che non sempre siamo nelle condizioni di poter gestire al meglio, soprattutto a fronte dell’omertà nel fornire la documentazione necessaria per un indagine approfondita da parte degli organismi interessati alla vicenda.

Rimango dunque in attesa di una nota giustificativa dalle persone e istituzioni citate nella missiva.

Comunque grazie: qualcosa si muove

Oscar De Paoli

sds stop

Leggi la lettera

SCRRRRR

 

 

Fonte: LA NAZIONE

02 gennaio 2014

 

Rubrica: Panorama politico

IL DIBATTITO L’ESPONENTE SOCIALISTA ALOISI SI PRONUNCIA CONTRO GLI SPRECHI REGISTRATI IN ALCUNI SERVIZI SOCIALI «Complimenti al Pd per il superamento della Società della salute»

 

PRIMO PASSO fatto: «Adesso più risorse ai Comuni». L’appello arriva dal Partito socialista di Follonica: «Esprimiamo il nostro apprezzamento verso il Pd follonichese — dice Alberto Aloisi (Psi) — che, con coraggio, ha condiviso e seguito il Psi follonichese nell’indicare come tema di politica sociale il superamento delle Società della salute. Nate per volontà della Regione Toscana nell’intento di ottimizzare i servizi sociali si è visto, ben presto, che non si sono verificati i vantaggi auspicati in termini di servizi e assistenza a favore dei cittadini più bisognosi. Da qui, la proposta di un consigliere regionale socialista di superare una struttura che da un punto di vista amministrativo-burocratico costa qualche milione di euro». Uno spreco a detta del Partito socialista: «Complessivamente — continua Aloisi — si tratta di milioni e milioni di euro che potrebbero essere spesi per i bisogni reali dei cittadini, ad esempio per l’aumento del fondo per il contributo affitti da parte dei Comuni o a favore dell’aumento del fondo per gli anziani non autosufficienti. Insomma, lo avevamo detto già nella passata campagna elettorale: il rischio di creare l’ennesimo carrozzone era molto probabile. Ricevemmo gli strali di molti addetti ai lavori della politica locale. Accogliamo con favore il loro ravvedimento. Ci auguriamo che il superamento della Società della salute non sia che l’inizio di un ripensamento generale che punti a limitare la diabolica tendenza a svuotare i Comuni di funzioni essenziali in nome di esternalizzazioni para-private che alla fine producono solo maggiori costi e servizi molto spesso peggiori rispetto al passato. I Comuni non posso ridursi a semplici uffici reclami di servizi affidati al privato».

 

 

Fonte: CORRIERE DI MAREMMA

31 dicembre 2013

 

 

“Modello sanitario da cambiare”

 

FOLLONICA “Esprimiamo il nostro apprezzamento verso il Pd follonichese che, con coraggio, ha condiviso e seguito il Psi follonichese nell’indicare come temadi politica sociale il superamentodelle Società della Salute”. Così scrive in una nota Il Psi del Golfo che ricorda come con le Sds si sia “visto ben presto chenonsisonoverificati i vantaggi auspicati in termini di servizi e assistenzaa favore dei cittadini più bisognosi”. “Da qui – proseguono dal Psi – laproposta del consigliere regionale socialista Ciucchi di superare una struttura che da un punto di vista amministrativo burocratico costa qualche milione di euro. Complessivamente, milioni che potrebbero essere spesi per i bisogni reali dei cittadini, a esempio aumentando il fondo per il contributo affitti da parte dei Comuni o il fondo per gli anziani non autosufficienti”. “Lo avevo detto già nella passata campagna elettorale – dice il segretario Alberto Aloisi – che il rischio di creare l’ennesimo carrozzone era molto probabile. Ricevemmo gli strali di molti addetti ai lavori della politica locale, ora accogliamo con favore il loro ravvedimento. Ci auguriamo che il superamento delle Sds non sia che l’inizio di un ripensamento generale che punti a limitare la diabolica tendenza a svuotare i Comuni di funzioni essenziali in nome di esternalizzazioni paraprivate che alla fine producono solo maggiori costi e servizi moltospesso peggiori rispetto al passato”.

 

 

 

IL TIRRENO

24 dicembre 2013

Panorama politico

 

IL PD FOLLONICHESE «Le Società della Salute sono superate»

 

 

FOLLONICA Secondo il Pd la Società della salute è un sistema che va superato: serve un’organizzazione diversa della struttura sanitaria. «Allo stato attuale, nonostante le sollecitazioni agli organismi preposti della Regione, siamo di fatto in assenza di una proposta di legge sulla revisione dell’attuale modello organizzativo delle società delle salute, con evidenti ripercussioni operative e politiche. È di questi giorni l’ultima notizia apparsa su alcune testate sull’approvazione di un emendamento in consiglio regionale, che pone fine alle stesse dal 31 marzo 2014 – spiegano dal gruppo tematico del Pd follonichese – Purtroppo dobbiamo registrare, che la politica non è stata in grado di dare risposte concrete in tempi rapidi e realistici, ad un settore di primaria importanza. Pare evidente, in questo clima di forte incertezza, avviare per la Società della salute delle Colline Metallifere, un percorso verso il superamento dell’attuale modello». Secondo il Pd serve un organismo che si occupi non solo degli aspetti sanitari, ma anche della prevenzione e del trattamento delle patologie sociali, che hanno avuto ed avranno sempre di più ricadute sulle persone e sulla collettività, potenziando in termini di qualità la rete dei servizi territoriali. L’attività sociale non può, sempre a a giudizio del partito, diventare un mero distributore di prestazioni, è indispensabile che rimanga radicata nel territorio. «Il modello delle Società della Salute ha mostrato dei limiti il progetto iniziale – concludono – deve essere superato per sostituirlo con una nuova organizzazione che dia più potere di controllo ed indirizzo ai sindaci. Riteniamo opportuno che anche la nostra Amministrazione segua il percorso già sperimentato in altre realtà come quella dei comuni dell’area sud fiorentina».

 

 

 


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