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Tondo OK
 
Quando Michelangelo aveva ventotto anni, Angelo Doni (un ricco tessitore fiorentino) decise di commissionargli un’opera. Michelangelo era giovane ma anche già molto conosciuto e stimato. Per il Doni sarebbe stato un vanto possedere una sua opera. Sarebbe stato un modo per dimostrare il proprio livello culturale e la propria capacità economica!!!
Decise di far realizzare a Michelangelo un tondo ove rappresentare la Sacra Famiglia.
I due pattuirono un compenso: il Doni, alla consegna del dipinto, avrebbe pagato a Michelangelo 70 ducati.
Al momento del saldo, però, il committente dell’opera pronunciò una frase che, col senno di poi, avrebbe fatto meglio a risparmiarsi.
Disse a Michelangelo: “Sarà pure bello questo dipinto, ma 70 ducati sono un’esagerazione. Facciamo 40 e non se ne parli più”.
Michelangelo, è noto, era molto attento al denaro ed era anche piuttosto incazzino.
Replicò al volo: “Se le cose stanno così, io rilancio e raddoppio. Non voglio più 70 ducati. Ora ne voglio 140, altrimenti il tondo se ne torna in bottega mia”.
Al tirchio tessitore rimanevano due scelte: rifiutare la controproposta di Michelangelo con la conseguenza di fare una figura barbina di fronte a tutti (che, di sicuro, Michelangelo non gli avrebbe risparmiato) oppure accettare di pagare il prezzo raddoppiato, ammettendo il proprio errore di valutazione.
Tra le due, la seconda soluzione gli sembrò la più adeguata e, facendo buon viso a cattivo gioco, sborsò, sull’unghia, uno sull’altro, i 140 ducati che Michelangelo gli aveva chiesto.
Ma, tutto sommato, al Doni non andò poi così male: si portò a casa uno dei massimi capolavori del tempo e di ogni tempo.

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foto pompei -  Casa di Marco Lucrezio Frontone

foto pompei -  Casa di Marco Lucrezio Frontone

Foto della Soprintendenza Archeologica Speciale
di Pompei, Ercolano e Stabia 

 

 

 

 

 


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