Archivi per la categoria ‘Degrado’

 

tratto da “La Nazione”
del 21.01.2016

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tratto da “La Nazione” del 13.01.2016

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tratto da “La Nazione” del 22.04.2016

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tratto da “La Nazione” del 01.03.2016

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tratto da “La Nazione” del 24.01.2016

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Tratto da “La Nazione” del 17.1.2016

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tratto da “La Nazione” del 22.11.2015

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tratto da “La Nazione” del 17.11.2015

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tratto da “La Nazione” del 17.11.2015

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Tratto da “La Nazione” del 11.04.2015

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Tratto da “La Nazione” del 24.03.2015

monteregio25032015

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tratto da “Il Tirreno” del 11.11.2014

 

Il maestoso complesso di Monteregio è di proprietà dell’Asl9 che ha provato più volte a venderlo ma le varie aste sono sempre andate deserte e gli interventi si limitano a piccole manutenzioni

 

 

 

La storia di un intero territorio è passata al suo cospetto. Per le cronache maremmane è il primo edificio costruito a Massa Marittima, talmente maestoso da dare il suo nome anche al vino che si produce in tutte le colline circostanti: il Monteregio. Ma la sua fama secolare non gli ha evitato una fine indecorosa, abbandonato a se stesso, senza che nessuno voglia investirci. Così oggi chi passa davanti al castello aldobrandesco di Monteregio prova un senso di malinconia.

«Sta crollando e nessuna fa nulla» dicono tanti massetani. L’Asl grossetana, proprietaria dell’edifico, da anni sta cercando di venderlo, senza successo. Costa troppo. E intanto quella reggia così imponente sta marcendo. Le segnalazioni nel corso del tempo non sono mancate. Una volta è un pezzo di tetto che cede, un’altra ancora è l’occupazione abusiva di un senza tetto. L’azienda sanitaria, dal canto suo, ha sempre messo una toppa là dove veniva segnalata una mancanza: ha speso per interventi di stabilità, ha messo i vetri alle finestre (quelli vecchi erano stati spaccati), ha fissato il cancello perché non vi entrassero estranei. Piccole manutenzioni, insomma. La minima spesa da investire, come capita sempre quando un proprietario non vuole più saperne.

 

Il castello di Monteregio a Massa...
Il castello di Monteregio a Massa Marittima (foto Bruno)

Eppure stiamo parlando di un edificio di alto lusso. Costruito nel IX secolo dalla famiglia Aldobrandeschi, che poi lo donò ai vescovi quando la diocesi si trasferì a Populonia, il castello si divide tra l’edifico principale, due fabbricati piccoli e porzioni di terreno e corte. Un bel pacchetto da battere all’asta: la stima nel primo piano di alienazione in cui l’Asl 9 ha inserito il castello vedeva una valutazione di partenza di cinque milioni di euro. Era la prima metà degli anni Duemila e sebbene la crisi economica non soffiasse forte come oggi, la cifra risultò troppo cara anche per quel periodo. Gli uffici dell’azienda allora stilarono una nuova perizia, abbassando il prezzo a circa due milioni, come è stato presentato all’ultima asta, battuta l’anno scorso, senza trovare un acquirente. L’idea ora è di indirne un’altra il prima possibile: prima però si cercherà di fare una nuova stima per renderlo appetibile al mercato. Un lavoro non da poco. Eppure si è parlato spesso di trattative in stadio avanzato, ma alla fine non ne è mai venuto fuori niente di concreto. Ci ha provato l’Asl a cercare un compratore, e anche il Comune, che secondo il protocollo della sanità delle Colline Metallifere ha anche la delega alla contrattazione sul caso.

Non solo: l’interesse dell’ente pubblico è anche quello di far rivivere l’antico splendore del castello, da sempre un valore aggiunto per la città. Casolare di famiglie nobili, a partire dall’Ottocento ha trovato la sua più recente vocazione nella sanità, prima come sede dell’ospedale Sant’Andrea e poi – quando il presidio si è spostato in una struttura più moderna – sede per le attività dell’Istituto Falusi per i non autosufficienti.

 

Un'altra veduta del castello di...
Un’altra veduta del castello di Monteregio (foto Bruno)

Una storia lunga quanto quella di Massa Marittima, quella del castello di Monteregio, finita in disgrazia quando anche la casa di riposo si è trasferita. Da allora è stato abbandonato a se stesso, se non per quei lavori strettamente necessari. Come quelli messi in campo nel 2007, con interventi di consolidamento che all’Asl sono costati 200mila euro. C’è un articolo del protocollo del resto che parla chiaro: una parte delle spese di ristrutturazione spettano all’azienda sanitaria, dell’altra invece se ne farà carico l’eventuale compratore. Solo che non ne è mai stato trovato uno. «Sta crollando» dicono i massetani passando davanti al cancello nero, ricoperto di ruggine, con quel senso di malinconia che si prova per le belle cose ormai dimenticate.

 

 

 

tratto da “La Nazione” del 23.03.2015

 

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Tratto da “La Nazione” del 17.03.2015

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Tratto da “La Nazione” del 14.03.2015

 

molendi14032015

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tratto da “La Nazione” del 08.02.2015

 

ferriere08022015

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