di gabriele galeotti

Salendo da Porta all’Arialla in direzione nord-est, le Mura Massetane sono dapprima inglobate nella proprietà Moris e poi si affacciano sul terreno retrostante l’area ex-Molendi.

Successivamente, costeggiando le pertinenze del Duomo e quelle della Curia Vescovile, delimitano il Piazzale Mazzini per girare a nord e sfumare in testa alla palazzina ove si trova il dipinto di Gianpaolo Talani (voluto dal Vescovo Comastri).

Quello attuale, però, non é il loro tracciato originario: in questo punto, infatti, sono state oggetto di due pesanti interventi urbanistici.

Esse, infatti, dopo aver proseguito rettilinee [spalle al mare] per circa i due terzi della lunghezza del Piazzale Mazzini, voltavano leggermente ad est (destra), dirigendosi verso l’attuale Palazzo del Fascio [esattamente laddove se ne erge il montante sinistro dell’arco trionfale].

In quella zona, dunque, non c’erano aperture e alla Città si accedeva a monte, dalla vicina Porta alle Formiche. 

Solo nel 1857, per consentire all’attuale Via Ximenes di aprirsi verso il centro, fu demolito il tratto di Mura che dal Piazzale Mazzini [dopo i due terzi circa della sua attuale lunghezza, come detto sopra] proseguiva correndo sul fianco destro della Fonte dell’Abbondanza per poi risalire Val d’Aspra.

La seconda trasformazione, quella che ha determinato lo stato attuale, risale al 1958, cento anni esatti dopo la prima.

 

piazzale doppia mura

 

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