di gabriele galeotti

 

  

In molti conoscono poco o nulla di quella che, negli anni 1943-1946, in Italia, fu una vera e propria guerra civile che causò migliaia di morti, tra cui molti innocenti.

 

E quelli che ne sono a conoscenza, troppo spesso, sono convinti che, se eccessi vi furono da parte delle formazioni partigiane, si trattò quasi sempre di regolamenti di conti, di “nobili” vendette nei confronti di chi aveva approfittato della camicia nera per imporsi, in modo ingiustificato, sul prossimo.

 

In realtà, le cose andarono ben diversamente: le fosse comuni, le foibe e buona parte degli omicidi portati brutalmente a termine dalle brigate partigiane comuniste avevano lo scopo ben preciso di eliminare fisicamente i possibili avversari del comunismo [di stampo sovietico] che si voleva instaurare a guerra finita!

 

La causa delle stragi, dunque, non fu la vendetta ma il calcolo spietato di una minoranza che, accecata da un’ideologia di morte, giunse ad uccidere i sacerdoti solo perché tali, gli altri partigiani non-comunisti, le donne perché non si concedevano, i bambini perché davano “fastidio” e persino i propri compagni che non si allineavano ai dettami del Partito.

 

Si tratta di una pagina importante della nostra Storia più recente che merita di essere maggiormente conosciuta: un’altra pagina…

 

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