Apre al pubblico per la prima volta l’antica stazione vaticana. Il servizio, frutto della collaborazione tra Santa Sede e Ferrovie dello Stato, permetterà a pellegrini e turisti di raggiungere un’area di grande bellezza paesaggistica, archeologica e architettonica che papa Francesco ha voluto condividere.
CITTÀ DEL VATICANO – Il Vaticano, per la prima volta, apre al pubblico la propria antica stazione ferroviaria. Ogni sabato, pellegrini e turisti, potranno accedervi per prendere un trenino messo a disposizione dalle Ferrovie dello Stato in collaborazione coi Musei Vaticani, che li porterà direttamente fino a Castel Gandolfo, la residenza estiva vaticana ora diventata, eccezion fatta per le poche stanze riservate al Pontefice, un museo. È l’ennesimo segno di condivisione promosso entro le mura leonine al tempo del vescovo di Roma Jorge Mario Bergoglio. Condividere ciò che si ha, infatti, financo il proprio patrimonio – ad esempio quello archeologico delle ville pontificie che, palazzo a parte, ha un’area di circa 55 ettari di cui 30 tenuti a giardino e i restanti 25 destinati all’attività agricola – è nel dna di questo pontificato.
Il nuovo treno ha lo scopo di unire intende idealmente i “due Vaticani” e concretamente avvicinare due scrigni di cultura e bellezza quali sono i Musei Vaticani e le Ville Pontificie di Castel Gandolfo, luogo magnifico e segreto dove lo splendore dell’arte e la gloria della natura convivono in mirabile equilibrio.
Il nuovo servizio, pensato anche in vista del Giubileo straordinario della Misericordia, è stato inaugurato oggi con uno speciale treno storico con locomotiva a vapore della flotta della Fondazione FS Italiane, che ha ospitato a bordo Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, Osvaldo Gianoli, direttore delle Ville Pontificie, e Michele Mario Elia, amministratore delegato del Gruppo FS Italiane. “Le Ville Pontificie, per secoli inaccessibile segreta dimora estiva dei Papi di Roma – ha commentato Paolucci – dal 12 settembre sono aperte al pubblico e ci si arriva con il treno, il più popolare, il più democratico fra i mezzi di trasporto. È un fatto che stringe in emblema con plastica evidenza la politica di Papa Francesco; un Papa che ha rinunciato alla sua residenza estiva per aprirla alla gente. Se non è questo un segno dei tempi! … Io, da storico dell’arte, direttore dei Musei Vaticani, penso all’emozione e allo stupore dei visitatori quando nel parco di Villa Barberini vedranno il geometrico splendore dei giardini all’italiana, quando entreranno nel criptoportico di Domiziano e avranno l’impressione di essere dentro una stampa delle rovine di Piranesi, quando, dalla terrazza della Villa di Castel Gandolfo vedranno l’occhio azzurro del lago dopo aver percorso la Galleria che raccoglie i ritratti dei romani Pontefici. Penso all’emozione e allo stupore, ma anche alla gratitudine che ciascuno dei visitatori proverà per questo imprevisto regalo del Papa”.
“Nei nostri 110 anni di storia – ha dichiarato Elia – abbiamo accompagnato numerosi Pontefici in giro per l’Italia, con veri e propri bagni di folla nelle stazioni e lungo le linee. E da qualche anno accompagniamo in treno fino al Vaticano centinaia di bambini in difficoltà, per permettere loro di incontrare il Santo Padre. Siamo felici di mettere il nostro know how e la nostra esperienza a disposizione di questa nuova iniziativa e siamo sicuri che questa nuova sinergia riuscirà ad attrarre numerosi turisti, italiani e stranieri, curiosi di conoscere questo nuovo, affascinante, spazio museale”.
Per acquistare il biglietto del Treno delle Ville Pontificie, l’ingresso agli spazi museali del Palazzo Apostolico e per consultare l’intero ventaglio delle nuove offerte di tour, itinerari e soluzioni di mobilità, si può consultare il sito dei Musei Vaticani.
La piccola stazione d’oltre Tevere, situata all’interno dei giardini vaticani appena oltre il palazzo del governatorato, ha ottant’anni. È collegata allo scalo di Roma San Pietro attraverso una galleria. Ha una lunghezza complessiva inferiore al chilometro, esattamente 862 metri. È stata utilizzata dai Papi soltanto quattro volte, incluso un breve spostamento all’interno di Roma. Fu inaugurata nel 1933, quattro anni dopo l’inizio dei lavori della sua costruzione il 3 aprile 1929. E passò dalle Ferrovie dello Stato alla Città del Vaticano l’anno successivo, il 2 ottobre del 1934. Era l’11 aprile 1959 quando il Vaticano se ne servì per la prima volta, per la traslazione della salma di papa Pio X a Venezia. Il 4 ottobre 1962 fu Giovanni XXIII a utilizzarla. Il Papa che spinse la Chiesa a rinnovarsi, partì quel giorno per Loreto e poi Assisi per affidare alla Madonna e a san Francesco il Concilio Vaticano II che doveva cominciare a giorni. Il vagone sul quale salì Roncalli è stato rispolverato oggi, per il viaggio dei giornalisti. L’8 novembre 1979, invece, toccò a Giovanni Paolo II: un breve tragitto fino allo scalo smistamento delle Fs al Salario, passando per Roma San Pietro, Trastevere, Termini. Il 24 gennaio 2002 fu ancora Karol Wojtyla a partire dalla piccola stazione alla volta di Assisi, per partecipare alla Giornata di preghiera comune per la pace nel mondo assieme ai rappresentanti di altre religioni. Ad Assisi, con il treno, vi andò infine anche Benedetto XVI, il 27 ottobre 2011.
Questa estate la residenza estiva di Castel Gandolfo è stata utilizzata dal Papa emerito Benedetto XVI per pochi giorni di riposo. Francesco, invece, che da arcivescovo di Buenos Aires non usava andare in villeggiatura, non vi si è mai fermato se non per poche ore. Piuttosto, eletto Papa ha fatto sapere che avrebbe gradito che le intere ville venissero adibite ad altri scopi. Quali? Anzitutto la condivisione. Renderle accessibili a tutti, fedeli e turisti insieme. E con le ville, parte dello stesso palazzo apostolico. Già qualche mese fa alcuni locali della fattoria vaticana presente all’interno delle stesse ville, si sono aperti per ospitare i lavori di un artista argentino amico del Papa, Alejandro Marmo. Crea opere con gli scarti del mondo: pezzi di vecchi cancelli, catene arrugginite, ferraglia sparsa. Ai castelli Marmo ha creato un Cristo operaio, un’opera benedetta da Francesco e poi trasportata direttamente nel cuore dei giardini vaticani, a ricordare che la Chiesa dei poveri che fu nei sogni di Giovanni XXIII è la Chiesa che vuole Francesco. Una Chiesa povera e per i poveri, una Chiesa che, come insegna il Vangelo, sappia condividere tutto ciò che ha. Stazione ferroviaria compresa, lo scalo esclusivo dei Pontefici ora accessibile a tutti.