Continua l’azione del Comitato del No all’inceneritore di Scarlino. Proprio in questi giorni i rappresentanti del Comitato hanno avuto uno scambio di mail con il presidente della Regione Enrico Rossi: l’argomento è naturalmente la riapertura dell’impianto di Scarlino Energia e la discussione sugli aspetti tecnici che ha interessato la conferenza dei servizi.

 

Rossi alle richieste e alle perplesità del Comitato ha risposto che «Rispetto a tutto questo (cioè alla situazione della Piana, dell’inquinamento e della contrarietà alla riapertura dell’inceneritore, ndr) non posso che richiamare il lavoro molto articolato e approfondito che gli uffici e gli enti competenti in materia hanno svolto nel corso del procedimento coordinato di VIA e di AIA – scrive Rossi – e rispetto ai quali devo peraltro segnalare la mia completa fiducia. E’ quella la sede in cui devono essere fatte le valutazioni sugli aspetti tecnici, ambientali e sanitari, nonché tutte le opportune considerazioni sugli effetti territoriali, sociali ed economici.».

 

Una risposta che però non ha convinto i rappresentanti del fronte del “No”. «È pacifico- scirve Ubaldo Giardelli in rappresentanza del “coordinamento No Inceneritore” – che vi fidiate degli enti preposti, molti dei quali di vostra nomina; ma forse dovreste chiedervi e riflettere perché tanti cittadini di tali enti non si fidano, essendo di dominio pubblico che in quelle strutture ci si piega spesso alle volontà politiche, le quali non mancano di manifestare la stessa appartenenza politica con i soggetti privati proponenti gli impianti. Il nostro non è un pregiudizio, ma una grande sfiducia che vi siete decisamente guadagnati».

 

«Lei ritiene che gli uffici e gli enti competenti in materia – scrive ancora Giardelli – abbiamo svolto nel corso del procedimento coordinato di VIA e di AIA un lavoro molto articolato e approfondito, ma la prova del contrario è data dal fatto che a moltissime nostre Osservazioni da tali Uffici Pubblici non è stata data una risposta motivata e scritta. Non c’è prova oggettiva dell’avvenuta valutazione puntuale di tali Osservazioni, che invece la legge impone».

 

 

 

 

 

Ecco le dure mail in formato integrale

 

 

Rispondo in modo sollecito alla sua lettera – e a quella di altri cittadini che mi hanno scritto sullo stesso tema – perché ritengo che sia diritto di ogni cittadino non solo esprimersi su decisioni che interessano ogni sfera della propria vita, sia individuale che sociale, ma soprattutto avere risposte nel merito da parte della pubblica amministrazione.

 

La sua nota evidenzia una grande preoccupazione riguardo allo stato della Piana di Scarlino, ma anche un profondo disaccordo riguardo alla eventualità che venga autorizzato l’esercizio dell’impianto di Scarlino Energia. E la motivazione risiede nella sua convinzione che l’attività dell’impianto possa recare danni alla salute, all’ambiente e all’economia dell’area.

 

Rispetto a tutto questo non posso che richiamare il lavoro molto articolato e approfondito che gli uffici e gli enti competenti in materia hanno svolto nel corso del procedimento coordinato di VIA e di AIA e rispetto ai quali devo peraltro segnalare la mia completa fiducia. E’ quella la sede in cui devono essere fatte le valutazioni sugli aspetti tecnici, ambientali e sanitari, nonché tutte le opportune considerazioni sugli effetti territoriali, sociali ed economici. E’ quella la sede in cui devono esprimersi uffici ed enti competenti, in base alla norma vigente, sulle importanti materie richiamate.

 

Riguardo alla strategia europea mirata alla prevenzione, al riciclo e al recupero dei rifiuti, le ricordo che con l’approvazione del Piano regionale per la gestione dei  rifiuti e la bonifica dei siti inquinati avvenuta nel novembre del 2014 è stata pienamente  accolta tale strategia  ed è impegno del governo regionale monitorare e promuovere tutte le azioni che possano avvicinarci ai traguardi stabiliti dal Piano. In definitiva ritengo che con grande senso di responsabilità si debba procedere secondo quanto stabilito dai Piani per raggiungere gli obiettivi comunitari a cui lei fa riferimento.

 

L’impegno della Regione è di garantire che le decisioni avvengano secondo criteri di completa trasparenza e facendo in modo tale che l’esercizio di impianti sia continuamente monitorato con tutti gli strumenti atti a promuovere il continuo miglioramento delle tecniche disponibili nel pieno rispetto dell’ambiente e della salute dei cittadini.

 

Con i miei più cordiali saluti,

Enrico Rossi

 

 

 

 

Egregio Presidente Enrico Rossi,

 

La ringrazio della sollecita risposta che ho letto, insieme a tutto il Coordinamento No Inceneritore di Scarlino, con molta, moltissima attenzione, e devo dirle che non mi convincono le argomentazioni.

 

E’ pacifico che vi fidiate degli enti preposti, molti dei quali di vostra nomina; ma forse dovreste chiedervi e riflettere perché tanti cittadini di tali enti non si fidano, essendo di dominio pubblico che in quelle strutture ci si piega spesso alle volontà politiche, le quali non mancano di manifestare la stessa appartenenza politica con i soggetti privati proponenti gli impianti. Il nostro non è un pregiudizio, ma una grande sfiducia che vi siete decisamente guadagnati.

 

Lei ritiene che gli uffici e gli enti competenti in materia abbiamo svolto nel corso del procedimento coordinato di VIA e di AIA un lavoro molto articolato e approfondito, ma la prova del contrario è data dal fatto che a moltissime nostre Osservazioni da tali Uffici Pubblici non è stata data una risposta motivata e scritta.

 

Non c’è prova oggettiva dell’avvenuta valutazione puntuale di tali Osservazioni, che invece la legge impone.

 

Riguardo ai controlli e monitoraggi che Lei auspica e di cui ha fiducia, vorrei ricordarle che è depositato agli atti dell’inchiesta pubblica provinciale (quella che nel gennaio 2010 chiedeva di ritirare le determine dirigenziali di autorizzazione per le gravi carenze, omissioni e falsità) che,nell’anno seguente all’incidente Agrideco (un morto e la scoperta di 1.000.000, UN MILIONE, di tonnellate di rifiuti passate inosservate agli enti preposti ed ai loro inesistenti ispezioni) NON c’era stato, da parte degli enti preposti un solo controllo quali-quantitativo su cosa bruciava l’inceneritore di Scarlino.

 

Niente… e noi nella piana ci dovremmo fidare?

 

Ci dovremmo fidare di ARPAT che non solo non ha fatto i controlli sulla qualità del materiale, ma che si affida al controllato per i controlli stessi? La vicenda dell’inceneritore di Falascaia, il fattore K (il software che divideva per dieci i dati delle emissioni, quando erano anomale), il processo e le condanne, anche ai capoturno complici, non sono servite a niente??

 

Ci dovremmo fidare di ARPAT che non ha mai saputo degli sforamenti che solo un controllo casuale (della UO di Massa Carrara) hanno rilevato? Che non sapeva niente di altri verificatesi nei mesi precedenti e che, se lo sapeva, non li ha trasmessi ai sindaci dei comuni interessati?

 

Ci dovremmo fidare di ARPAT che fa le analisi delle diossine nel canale Solmine…e lo stesso giorno le fa anche Scarlino Energia? ma non dovrebbero essere casuali?

 

Ci dovremmo fidare di ARPAT che nell’inchiesta pubblica regionale (23 agosto 2015) minimizza l‘incidenza delle emissioni di un inceneritore (industria insalubre di prima classe) affermando che anche una pizzeria produce un peggioramento delle condizioni esistenti (che il consiglio di Stato, nella sua sentenza del 20 gennaio 215, aveva prescritto)?

 

Ci dovremmo fidare di ARPAT che non ha mai trovato un solo colpevole alle periodiche morie di pesci e molluschi alla foce del canale di Scarico delle industrie della piana?

 

E cambiando soggetto.

 

Ci dovremmo fidare dell’ASL, che mai ha istituito un registro tumori in questo territorio devastato dall’arsenico? Che produce studi epidemiologici, premettendo che non possono dare risultati significativi, salvo poi avvalersi della “NON significatività” per tranquillizzare tutti e dare pareri favorevoli.

 

Ci dovremmo fidare di ASLche non tiene conto delle preoccupanti tendenze emerse dal lavoro ISPO, ignora il principio di precauzione e forse anche l’art. 32 della Costituzione italiana?

 

Ci dovremmo fidare di ASL che produce studi epidemiologici solo quando servono per la VIA all’inceneritore? Quasi che quello fosse il committente e NON l’interesse della salute dei cittadini.

 

Ci dovremmo fidare di ASL che prende per buoni e veri i dati forniti dall’inceneritore sulle ricadute senza degnarsi di verificarli? E che lo scrive in bella evidenza nel suo contributo per la VIA?

 

O ci dovremmo fidare delle decine di enti competenti per la VIA/AIA?? Enti che per anni non si sono accorti della mancanza delle camere di post-combustione, della mancanza di camini per il trattamento dei fumi in caso di emergenza per blocco caldaia. Emergenza che in poco più di un anno si è verificata 135 volte (bell’impianto!).

 

Tali Enti pubblici non hanno dato una sola spiegazione per il fatto, accertato, che l’impianto è andato in emergenza e blocco un giorno ogni tre.

 

Cosa è stato immesso nell’ambiente durante questi 135 blocchi incontrollati? Quanti veleni? Quanti inquinanti abbiamo respirato noi abitanti della piana? E che effetto hanno avuto sulla nostra salute?

 

Sono Enti Pubblici, con dirigenti pagati, lautamente, da NOI cittadini…possibile che debbano essere comitati e associazioni a trovare tecnici qualificati che si accorgano delle carenze impiantistiche?

 

Aspettiamo che la legalità sia praticata anche in Regione Toscana e che ci sia data alle nostre Osservazioni una risposta puntuale, anche se negativa, ma motivata da quegli Uffici che secondo Lei hanno lavorato in modo ” molto articolato e approfondito”.

 

Accetti lo sfogo, ma qui mi sembra siamo andati oltre…. NON è piacevole vivere con una pistola puntata alla tempia e pensare che chi ci dovrebbe proteggere sarà invece quello che premerà il grilletto.

 

La fiducia è una cosa seria, si acquisisce con i fatti, non con i misfatti.

 

 

Ubaldo Giardelli

In nome e per conto del Coordinamento No Inceneritore di Scarlino

 

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