«Nessuno lo vuole, ci uccide»
A Follonica una della più grandi manifestazioni degli ultimi anni
Centinaia di persone per dire no all’inceneritore del Casone
Un forte “no” da parte di tutti, ma anche uno sguardo al futuro per proporre nuove soluzioni. Le parole chiave come sempre sono riciclo e riuso e un modello di sviluppo che potrebbe garantire anche maggiore occupazione.
Il territorio, ancora una volta, si ribella all’idea che nell’area del Casone riapra l’inceneritore. «È un impianto degli anni ’60 – dice il sindaco di Follonica nel suo intervento a chiusura della manifestazione – è vecchio e funziona male. Ha i parametri tra i peggiori d’Italia e non deve riaprire».
Il messaggio è chiaro ed è indirizzato alla Regione Toscana che a giorni si dovrà esprimere sulle varie autorizzazioni per poter far ripartire o chiudere per sempre l’inceneritore. In piazza, come detto ci sono tutte le banidere e ci sono anche i parlamentari Monica Faenzi di Forza Italia, e Alfonso Bonafede del Movimento 5 Stelle. Ma anche, per la prima volta negli ultimi anni, il sindaco Marcello Stella e tutta la giunta di Scarlino. C’è il Pd, che prima aveva annunciato di non partecipare e poi ha cambiato idea; c’è Forza Italia e c’è Fratelli d’Italia, il Movimento Onda, ma anche tutti i partiti di maggioranza dai Verdi al Psi. E poi rifondazione e tanti striscioni.
Toccante l’intervento di Roberto Righetti, una vita a lavoro nell’area industriale del Casone. Lotta da anni contro un tumore e racconta quello che succedeva agli operai della zona. «Sono morti in tanti, io sono qui a parlare di fronte a questa piazza, ma i miei compagni non ci sono più. Dobbiamo difendere questa terra dall’inquinamento» dice.
La speranza per tutti è che la Regione fermi per sempre l’impianto e per questo anche oggi sono state raccolte decine di firme a sostengo della mozione che sarà presentata a Firenze. L’appello va soprattutto a Enrico Rossi, governatore della Toscana. «A chi ci governa – dice una mamma sul palco – chiedo di difendere il futuro dei miei bambini, siamo stufe di non essere mai ascoltate».
Una manifestazione che segna sicuramente una svolta per il territorio, un punto di partenza se le cose dovessero andare male, perché quella piazza, quella gente, di Follonica e di Scarlino, ma anche di tante altre parti della provincia, non si arrenderà facilmente. Ed è questo il messaggio più evidente che arriverà lontano in tutte le stanze della politica che conta.
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3 Commenti a “Tutti in piazza per gridare no all’inceneritore”
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Sul tema cogeneratore di Scarlino la posizione del PD, come prima quella del PDS e poi DS, è spesso stata abbastanza ondivaga.
Leggete cosa diceva la risoluzione presentata in 20 Febbraio 1998 alla X Commissione Permanente “Attività Produttive” della Camera dei deputati dai deputati Manzini, Campatelli, Mussi, Tattarini, Brunale e Vigni
http://storia.camera.it/documenti/indirizzo-e-controllo/19980220-19980513-risoluzione-commissione-7-00431
Non solo non volevano il cogeneratore di Scarlino, ma volevano anche impedirne addirittura la sperimentazione.
Poi la posizione del PDS – DS è cambiata. Così come sembra essere forse cambiata, così almeno pare leggendo alcuni articoli
http://www.valdelsa.net/det-cy30-it-EUR-27403-.htm
la posizione di qualcuno dei deputati proponenti la risoluzione.
Un esponente del movimento 5 stelle ha pubblicato nel 2013 sul sito di Beppe Grillo un’interessante intervento che vi invito a leggere
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/liste/follonica/2013/11/le-scatole-cinesi.html
“….perché quella piazza, quella gente, di Follonica e di Scarlino,ma anche di tante altre parti della provincia, non si arrenderà facilmente……”……….riporto questa parte finale dell’articolo perchè il venerdì pomeriggio ero a Follonica con Sandra (mia moglie), ho girato attentamente piazza Sivieri e di altri massetani ho incontrato solo Sauro Pareschi……………………….Riguardo alla posizione del PD a livello provinciale si può dire che è stata chiara a partire dal 2006 quando ci fu la scelta netta per l’inceneritore di Scarlino e dell’impianto delle Strillaie…….Al congresso della CGIL del 2006 a Grosseto Marzio Scheggi e Luca Sani nel loro intervento affermarono perentoriamente che l’inceneritore di Scarlino si doveva fare…..Luca Sani sentenziò che era stufo di perdere tempo a discutere……………Ad oggi solo i sindaci e relativi consigli comunali di Follonica e Scarlino si sono dichiarati apertamente contro il cogeneratore, gli altri sindaci si badano bene dall’esprimere pubblicamente un parere………..Delle posizioni del PD sono note solo quelle del segretaro follonichese che non è per la chiusura dell’impianto ma per la sua messa a norma per riattivarne il funzionamento…………..A livello regionale l’orientamento è con buona approssimazione a favore dell’incenerimento dei rifiuti……..In questo senso testimoniano i dati regionali di fine 2013 sulle quote della raccolta differenziata abbondantemente inferiori alle % definite per legge…………A Massa Marittima siamo al 30%.
Ognuno è libero di pensarla come gli pare.
Io e Cappelloni, ad esempio, eravamo favorevoli al cogeneratore, nella misura in cui l’impianto fosse dimensionato a servizio di area vasta e nel rispetto dei principi comunitari di riduzione, differenziazione, riutilizzo e smaltimento del rifiuto.
Lo smaltimento, nel quale può legittimamente rientrare il recupero energetico, è quindi solo la frazione finale del ciclo di rifiuti. Questo è il motivo per il quale un impianto va dimensionato a livello di area vasta (e per area vasta intendo MOLTO vasta), perché solo in quell’ambito è possibile ottenere la necessaria quantità di rifiuto residuo, non altrimenti recuperabile, da incenerire.
Più o meno sulla stessa posizione, se non ricordo male, a Massa Marittima erano anche il PDS e Forza Italia.
Se uno ha la pazienza di leggere i resoconti dell’indagine conoscitiva sull’impatto ambientale dei termovalorizzatori realizzata dal 2004 al 2005 dalla competente commissione parlamentare del Senato della Repubblica, comprende che “… la progettazione degli impianti deve essere estremamente accurata ed inserita all’interno di un più vasto sistema di gestione integrata dei rifiuti, che valuti non solo la compatibilità ambientale e l’efficienza energetica, ma anche la convenienza economica” (Ministro Matteoli – pagina 5 del 1° resoconto del 21.7.04) e che “non basta avere la migliore tecnologia per determinare un automatismo del tipo – uso la migliore tecnologia e lo posso fare – No, perché bisogna verificare se il contesto ambientale lo sopporta …. un impianto, soprattutto con l’entrata in vigore della direttiva dell’I.P.P.C. (Integrated Pollution, Prevention and Control), ovvero dell’autorizzazione ambientale integrata, può essere realizzato solo se risponde a norma, ma anche in quel caso non è detto che sia compatibile con il territorio” (Dirigente Ministero Ambiente Dr. Agricola – 6° resoconto del 20.10.04).
E’ su questi specifici punti, posti così autorevolmente da soggetti politici ed istituzionali, che ci si deve confrontare, non su una contrarietà a prescindere verso gli impianti di recupero energetico.
Ciò che invece non è accettabile è cambiare parere su determinate vicende a seconda delle eventuali convenienze per la propria parte politica