di Roberto Ovi

 

 

Sono d’accordo con il Sindaco Giuntini e l’assessore Giovannetti sul fatto che non si sia trattato di un normale temporale, come desumibile non solo dai dati pluviometrici regionali, ma anche dalla semplice osservazione dell’accaduto di quel giorno, ma di una vera e propria bomba d’acqua.

 

Ed è certamente vero, come dicono i nostri due suddetti amministratori, che di fronte ad eventi di questo tipo forse non sarebbe bastato il normale e corretto posizionamento e funzionamento della caditoia alla fine di Via San Francesco, presso il locale Seminario, improvvidamente ricoperta con bitume per ragioni, si afferma, di sicurezza stradale.

 

Mi pare comunque ovvio supporre che senza la copertura della caditoia con bitume, le condizioni di sicurezza idraulica di quell’area avrebbero potuto senz’altro essere migliori, assicurando nei limiti del possibile un più agevole deflusso delle acque meteoriche, che in quel luogo, come dovrebbe ben conoscere per esperienza diretta la nostra amministrazione, si sono sempre rivelate piuttosto problematiche, causando talora danni alle circostanti abitazioni.

 

Ricordo ad esempio che nel 2001 un’Ordinanza del Tribunale di Grosseto, adito da due concittadini per danni recati alla loro abitazione dalla rottura della rete fognaria, impose al Comune di Massa Marittima l’esecuzione di tutti i lavori necessari ad eliminare il pericolo di inondazioni di acque e liquami della rete fognaria.

 

E’ interessante ricordare che il progetto preliminare per il rifacimento dei sottoservizi, marciapiedi e manto asfalto di Via San Francesco fu commissionato nel 1996, quando Giuntini era assessore nella Giunta Sani, ad un professionista follonichese (impegno di spesa di 22.400.000 lire) ed approvato dalla Giunta Comunale, ancora presieduta da Sani, il giorno 1 Marzo 2001, per un importo complessivo di 1.080.000.000 Lire, diviso in due stralci funzionali, affidati nel corso del 2003.

 

Non si cerchino quindi le solite italiche giustificazioni su eventuali studi complessivi sul sistema fognario dell’intero centro urbano costruito in altra epoca (direi altri periodi, visto che stiamo parlando di alcuni decenni fa e non di ere geologiche), ma che si è quasi sempre rivelato idoneo a superare momenti assai critici, come quello del Settembre 1960, per l’accurata manutenzione che gli veniva assicurata.

 

Alla luce dell’iter attuativo della convenzione approvata e firmata nel 2000 con Acquedotto del Fiora (Delibera C.C. n. 31 dell’11 Aprile 2000), che lo scrivente e Cappelloni seguirono a suo tempo passo per passo, mi chiedo anche, a titolo di curiosità, se il Comune e l’attuale gestore del servizio idrico integrato abbiano una completa conoscenza della rete fognaria ed acquedottistica del capoluogo.

 

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