A Roma dietro ogni appalto c’è una tangente. E’ quanto avrebbe raccontato Salvatore Buzzi ai PM secondo quanto svelato da un servizio del TG La7.
Scrive Ernesto Milanesi su Il Manifesto:
“Alla fine, nel cuore della notte, arriva puntuale l’approvazione dell’assestamento di bilancio. L’assemblea dell’aula Giulio Cesare in Campidoglio fotografa gli equilibri politici: 23 sì, 8 no e tre astensioni.
Ieri mattina, però, dalle televisioni ai giornali al web e ai social bisognava fare i conti, di nuovo, con Salvatore Buzzi e con l’eterna scia dell’inchiesta Mafia Capitale. La notizia arriva dal Tg del La7 con il servizio di Flavia Filippi, che rivela come Buzzi avrebbe già sostenuto cinque interrogatori in carcere con i pm Luca Tescaroli, Paolo Ielo e Giuseppe Cascini (dopo non essere riuscito a patteggiare 3 anni e 6 mesi).
E nei nuovi verbali si parlerebbe del palazzo della provincia all’Eur, ma soprattutto del «sistema» dei politici e dei mandarini, che da destra a sinistra governa il business degli appalti a senso unico. Buzzi avrebbe fatto anche il nome di Peppe Cionci, imprenditore che ha sostenuto le campagne elettorali del governatore Zingaretti e del sindaco Marino.
E poi c’è il mega-appalto miliardario dell’energia negli ospedali del Lazio: spartizione millimetrica nella ricostruzione di Buzzi, «6 lotti alla maggioranza, uno all’opposizione, col capogruppo Pdl in consiglio regionale Gramazio che coordina». E il capo della Coop 29 Giugno (emblema della sussidiarietà famelica, a cavallo fra Alemanno e Poletti) riversa ai magistrati nomi e cognomi, ma soprattutto la vocazione maggioritaria del Pd…”
Anche nelle piccole realtà dietro ogni appalto c’è una tangente. E’ il malcostume italico che non fa eccezioni. La procura di Grosseto sta lavorando sodo e molto presto ci saranno importanti novità sugli scandali nostrani. C’è solo da aspettare con pazienza. La giustizia trionferà.