tratto da   www.ilgiornale.it

 

 

 

L’importo annuo medio delle pensioni in pagamento dei magistrati è di 103.000 euro lordi.

 

Il dato attiva dall’Inps che accende un faro sulla categoria segnalando che circa il 90% degli assegni in pagamento è superiore ai contributi versati. La riduzione media che subirebbero i trattamenti ricalcolati con il contributivo sarebbe del 12%

 

L’importo della pensione media dei magistrati non è tanto lontano in percentuale da quanto si avrebbe avuto calcolando l’assegno con il contributivo poichè la categoria ha un’età media di pensionamento molto alta e un’anzianità contributiva significativa. I magistrati iscritti alla cassa Ctps (con la soppressione dell’Inpdap confluita nell’Inps) – scrive l’Inps nel nuovo atto dell’operazione ’Porte aperte” avviata dal presidente, Tito Boeri – sono 10.200. Fino al 1992 i magistrati avevano una pensione calcolata sulla base della retribuzione tabellare dell’ultimo giorno di servizio maggiorata del 18% (per i dipendenti privati si calcolava sugli ultimi cinque anni e senza maggiorazioni).

 

L’aliquota di rendimento era del 2,33% per i primi 15 anni di servizio e dell’1,8% dal 16esimo anno di servizio. La pensione non può superare l’80% della retribuzione pensionabile. Circa il 13% delle pensioni complessive ricalcolate con il contributivo subirebbe una perdita superiore al 25% mentre per circa il 20% il taglio viaggerebbe tra il 15% e il 25%. Circa il 41% degli assegni se ricalcolati avrebbe una riduzione tra il 5% e il 15%. I magistrati sono collocati a riposo d’ufficio al compimento dl 70esimo anno di età ma possono andare in pensione anche all’età prevista per la generalità dei lavoratori. Per i magistrati che hanno cominciato a contribuire dal 1996 il diritto alla pensione anticipata si consegue al compimento dei 63 anni alla presenza di almeno 20 anni di contributi se l’ammontare della prima rata di pensione risulta non inferiore a 2,8 volte l’importo dell’assegno sociale (circa 1.400 euro).

 

Un Commento a “Le pensioni INPS dei magistrati: 103mila euro all’anno”

  • Roberto Ovi says:

    Sullo stato di efficienza ed economicità dell’amministrazione della giustizia si è già pronunciato Stefano Livadiotti, nel suo noto libro “Magistrati. L’Ultracasta”, del quale ho già dato conto varie volte in diversi commenti sul sito.
    L’intervista pubblicata in data 17 Maggio 2013 sul quotidiano “Il Giornale” ne ribadisce in ampia sintesi i contenuti

    http://www.ilgiornale.it/news/interni/super-casta-dei-giudici-zero-sanzioni-e-stipendi-top-918105.html

    A me pare davvero discutibile che qualcuno debba fare carriera principalmente in base all’anzianità di servizio, raggiungendo dopo 28 banni lo status di magistrato di Cassazione, con funzioni direttive, conquistando così un importante stipendio ed il titolo di Eccellenza.
    Il capitolo 4 del suddetto libro, che vi invito caldamente a leggere, parla dei discutibili contenuti delle Leggi Breganze e Breganzone, votate negli anni sessanta a larghissima maggioranza dal Parlamento (pochissimi i contrari, tra i quali Reale, Cossiga, Ricci e Gargani), del cosiddetto “ruolo aperto”, delle paghe dei magistrati italiani, le più altre dell’Europa continentale, blindate da un sistema di scala mobile che non esiste altrove, che possono essere facilmente arrotondate, così dice il libro, con incarichi extra giudiziari. Inoltre, fino a pochi mesi fa, i magistrati italiani detenevano il record di ferie; 51 giorni l’anno, che arrivavano addirittura a 60 fino al 1979.
    Fino a pochi anni fa quando, se non ricordo male, è intervenuta una riforma, avevano il diritto di ritardare l’età della pensione fino a 75 anni, con il risultato, sempre secondo Livadiotti, che già nel 2002 l’assegno medio di quiescenza era pari a 6000 Euro per 13 mensilità e la liquidazione poteva arrivare a circa 330 mila Euro.
    Secondo il libro verde della spesa pubblica del settembre 2007, quasi il 70 per cento del budget della giustizia sarebbe speso in stipendi, contro il 57% della Germania ed il 47% della Francia.
    Tutto legittimo e previsto dalle Leggi, per carità, ma questi numeri dovrebbero sollecitare qualche riflessione al legislatore per procedere ad una riforma dell’organizzazione della giustizia che sani problemi e disfunzioni messi in evidenza da documenti elaborati da amministrazioni ed uffici pubblici italiani (Libro verde sulla spesa pubblica del 2007, relazione sull’amministrazione della giustizia nel 2008, considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi del 31 Maggio 2008) ed internazionali (rapporti 2006 e 2008 della Cepej)

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