Gestione rifiuti: la guardia di finanza all’Ato

 

 

Le fiamme gialle hanno acquisito la documentazione relativa alla gara vinta da Sei.

Esulta il Movimento 5 stelle: “Va annullata”

 

 

 

La sede dell’Ato Toscana sud a Siena

 

GROSSETO. La guardia di finanza, su mandato della Corte dei conti, si è presentata nei giorni scorsi negli uffici senesi dell’Ato rifiuti Toscana sud e ha acquisito la documentazione relativa alla gara unica per la gestione dei rifiuti nelle province di Grosseto, Siena e Arezzo. I finanzieri per due giorni, martedì 19 e mercoledì 20 maggio hanno copiato tutti gli atti relativi alla gara.

 

Una gara contestatissima, fin dalla sua nascita, dal Movimento 5 stelle i cui attivisti grossetani, senesi e aretini, capitanati dai pentastellati del capoluogo maremmano, hanno costituito un gruppo di lavoro interprovinciale dedicato e per mesi hanno presentato nei consigli comunali delle tre province una mozione per chiedere l’annullamento della gara dell’Ato sud _ poi vinta da Sei Toscana _ insieme a una seconda per chiedere la soppressione di tutte le Autorità territoriali di ambito, considerate illegittime dai cinquestelle.

 

Non è chiaro se a calamitare l’interesse della Corte dei conti sia stata la campagna del Movimento 5 stelle o una denuncia alla magistratura contabile. “C’è un esposto”, spiega Andrea Corti, direttore dell’Ato rifiuti Toscana sud. “Un esposto, legittimo, di chi crede che ci sia qualcosa che non va. Se dicono che ci sono 12 milioni di costo aggiunto _ dice ancora Corti _ è ovvio che la Corte vada a controllare. Sarebbe gravissimo che non lo facesse. Ma non è niente di straordinario: io stesso dico che bisogna sgombrare il campo da dubbi. Ma si è trattato solo di un semplice accesso agli atti”.

 

Esulta, invece, il Movimento 5 stelle. “Gli elementi per l’annullamento della gara ci sono tutti”, scrive il gruppo di lavoro interprovinciale rifiuti dei pentastellati. “Molti sono infatti i punti sia della procedura di gara che del contratto da cui si evince che l’interesse della collettività non è stato tutelato: uno per tutti il fatto che in base al bando non era contemplata alcuna competizione sull’entità del corrispettivo da pagare al gestore, al punto che nel contratto era addirittura prevista una fase iniziale transitoria al termine della quale l’Autorità avrebbe avviato un confronto con il gestore finalizzato alla determinazione del corrispettivo. Ciò significa che l’impresa che si aggiudicava la gara sarebbe stata poi libera di formulare all’Autorità qualsiasi richiesta economica non essendo più possibile a quel punto opporre vincoli di sorta alla sua entità”.

 

Per il M5s un simile meccanismo “non si pone solo in sostanziale contrasto con le previsioni normative in materia di concorrenza ma ha altresì una ricaduta economica estremamente concreta atteso che, così facendo, non si persegue lo scopo di garantire alla collettività il miglior servizio al minor costo”.

Dal canto suo Corti cerca di smorzare i toni e si dice “ovviamente tranquillo perché la ricostruzione fatta dal M5s è stata fatta sulla base di un accesso agli atti parziale; la Corte invece ha preso tutto. E’ stata una gara complicata ma prima della Corte dei conti c’è il mercato: se ci fossero state questioni come turbative o cose simili, le aziende che hanno partecipato alla gara avrebbero protestato”.

 

La protesta dei pentastellati, invece, si allarga al piano politico. “L’intervento della Corte dei conti _ spiega ancora il M5s _ rafforza la convinzione che da tempo anima il gruppo di lavoro del Movimento 5 stelle sulla estrema opacità dell’operato dell’Autorità espressione di una politica di accentramento da parte della Regione Toscana di Rossi e del suo Pd che non si ferma ai rifiuti ma dopo l’acqua sta coinvolgendo anche la sanità e il trasporto pubblico. E’ giunto il momento di fermare questa politica scellerata”.

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