Prima d’ora, IL VOTO DI FIDUCIA sulla Legge elettorale
era stato posto solamente da Mussolini per la Legge Acerbo del 1923
e per la “Legge truffa” del 1953 (un nome, un programma).
Oggi è stato posto sul così detto ITALICUM.
Non chiamiamolo più così: chiamiamolo VENTENNIUM…
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Dongo, 27 aprile 1945, è una mattina livida e piovosa, quando Mussolini e i gerarchi in fuga vengono fermati dai partigiani della 52′ brigata Garibaldi, sulla litoranea del lago di Como. Nella lunga autocolonna che accompagna il Duce e gli epigoni del fascismo di Salò viene trovata un’ingente quantità di beni preziosi, banconote di ogni taglio, oro, gioielli, titoli di Stato, valuta straniera, in gran parte provenienti dai fondi segreti dei ministeri della Repubblica sociale. Un ricco bottino che da quel giorno tutti conosceranno come il “tesoro di Dongo”. Chi si è impossessato di quell’oro, destinato alle autorità del nuovo Stato italiano? Chi lo ha trasferito alla federazione comunista di Como? Chi se n’è impadronito in seguito? E chi ha fatto scomparire il “capitano Neri” e la partigiana “Gianna”, combattenti garibaldini che ne avevano compilato l’inventario? Nella primavera del 1957 ha finalmente inizio, presso la Corte d’assise di Padova, il processo che dovrebbe fare luce su questi interrogativi. Un procedimento che suscita tante attese, ma che viene rinviato dopo quarantatré udienze per il suicidio di un giudice popolare e che non verrà mai più ripreso, perché “scomodo”. Dalle carte disponibili emergono infatti con chiarezza le responsabilità politiche degli eventi che si sono consumati in quei lontani giorni del 1945.
La cosiddetta legge truffa del 1953, come già più volte commentato
https://www.massacomune.it/2015/03/20/anagrammando/#comment-3824
era truffa solo per chi la combatteva in modo strumentale e disonesto, visto che assegnava un premio a chi aveva già ottenuto la maggioranza assoluta dei voti.
La legge in via di approvazione, se del caso, assomiglia in modo significativo al porcellum e, rispetto a questa ed alla legge Acerbo, è appena migliore perché individua un premio di maggioranza solo alla lista che ha raggiunto il 40% dei voti, contro il 25% della Legge Acerbo
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Acerbo
e, addirittura, nessun limite per il Porcellum
http://it.wikipedia.org/wiki/Legge_Calderoli
Voglio comunque spezzare una lancia a favore di Renzi.
Come ricorda l’articolo a firma di Marcello Sorgi, intitolato “Voltagabbana all’assalto della legge”, pubblicato stamane sul quotidiano La Stampa, la bozza di articolato sulla legge elettorale elaborato e fatto proprio dal cosiddetto Comitato di Saggi, nominato dal presidente del Consiglio Enrico Letta, era molto simile al progetto di legge sul quale ora il governo ha messo la fiducia.
Se prima andava bene, perché adesso, stranamente, non è più condivisibile?
Anche Forza Italia, al Senato, l’ha votata. E allora?
Comunque Renzi, alla luce del lusinghiero risultato ottenuto a scrutinio segreto sulle pregiudiziali di costituzionalità sollevate dalle opposizioni, poteva evitare di mettere la fiducia.
A meno che … A meno che, con questa prova di forza, intenda accompagnare alla porta la minoranza interna del PD e costruirsi un primo pretesto per andare a votare entro il 2016, insieme al referendum confermativo sulla riforma costituzionale, trasformando le elezioni in una sorta di referendum pro o contro la sua leadership.
Tutto questo, naturalmente, non prima di aver messo alla porta anche Alfano ed Area Popolare (NCD ed UDC), sollevando strumentalmente allo scopo la questione dei diritti civili.
Insomma, per concludere, nel 2016, andremo a votare con una legge elettorale che, con ogni probabilità, tenderà a favorire le due maggiori liste, verosimilmente il PD di Renzi ed il Movimento 5 Stelle, visto lo stato pietoso, e forse irreversibile, nel quale si trova Forza Italia.
Vogliamo scommettere che vincerà Matteo?
Ma tu guarda come ho indovinato gli sviluppi che porteranno nel 2016, od al più tardi nei primi mesi del 2017, alle elezioni anticipate
http://www.agi.it/politica/notizie/nuovo-testo-sulle-unioni-civili-il-pd-accelera-insorge-ncd