IL TIRRENO

21 aprile 2015

 


 

In stallo la lunga vicenda dei cittadini truffati da un consulente finanziario

A vuoto le trattative con Unipol

 


 

Le due parti si sono incontrate nuovamente, a distanza di diversi anni. Ognuna per il suo caso: chi in cerca un accordo, chi volendo chiudere la causa, mentre c’è chi ancora attende la sentenza. Sta di fatto che nonostante i tentativi di riconciliazione, la Unipol e le molte famiglie coinvolte in quella che può essere tranquillamente definita una truffa, perpetuata da un consulente della banca a proprio vantaggio a danno dei clienti. Gente che ha visto sparire i propri risparmi quando il consulente stesso è defunto, senza mai trovare un punto d’incontro con l’istituto di credito. Nelle settimane scorse, anche il giudice di Grosseto ha invitato le due parti a trovare un accordo, ma ancora non c’è stata una risposta definitiva. Il problema, anche a livello giuridico, è che la vicenda è molto ampia. I casi sono decine e ognuno ha una storia a sé. Tutto comincia diversi anni fa, quando molta gente di Scarlino, Follonica e soprattutto Massa Marittima si fida del consulente Unipol, affidandogli i propri risparmi. Ma non sa che l’uomo invece di depositarli questi soldi se li sta intascando e quando la truffa viene a galla l’autore ha un malore e muore, senza lasciare nessuna traccia di dove questi liquidi siano finiti. Inizia così una trattativa snervate e lunghissima, che ha visto più volte anche la politica scendere in campo a difesa dei clienti, ma ancora oggi molti di questi si trovano in alto mare con la restituzione. C’è chi ha intentato causa e aspetta una sentenza, mentre altri hanno provato a trattare. I contatti tra Unipol e queste persone risalgono ad almeno cinque anni fa: in molte occasioni, la banca ha proposto di restituire meno soldi rispetto a quanto le famiglie hanno detto di aver investito. Per questo non è mai stato trovato un accordo e la vicenda, in tutti questi casi specifici, è arrivata nelle aule del tribunale. Il giudice nelle settimane scorse ha convocato le due parti, sperando che riuscissero a venirsi incontro, ma è stata una speranza vana. Sul momento Unipol ha rinunciato a proporre un’offerta per bocca dei suoi rappresentati inviati da Bologna, mentre i legali delle famiglie hanno presentato una richiesta a cui l’istituto di credito dovrà rispondere. Ad ora comunque silenzio assoluto. È l’ultima tappa di un cammino lungo ed estenuante. La precedente risale al dicembre scorso, quando l’assemblea delle persone coinvolte nella vicenda Unipol (così si sono chiamate) hanno chiesto nuovamente l’intervento della politica locale, spiegando che «la finanziaria bolognese si è trincerata in un silenzio ermetico che ha superato ogni soglia di tolleranza e che è stato causa delle reazioni legali intraprese da molti di noi»

 

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