• Concordo. Il 25 Aprile non si celebra la storia: si celebra una PARTE DELLA STORIA, quella che ha fatto comodo ad una sola PARTE POLITICA per costruire e autolegittimare (spesso falsamente) sé stessa. •
Come osservava Giovanni Di Capua, l’esaltazione acritica, imprudente, petulante e persino vittimistica della lotta di liberazione, con una rappresentazione apocrifa e deviante della realtà italiana dopo l’8 Settembre 1943, ha finito con l’assumere una connotazione propria di ogni fondamentalismo: la supponenza, l’intolleranza, la pretesa di imporre una visione esclusiva della vita di una società italiana che, invece, era ed è particolarmente complessa.
Un fondamentalismo che ha spesso voluto sottacere l’importanza decisiva delle forze alleate che appoggiarono la resistenza, fornendo loro informazioni, equipaggi ed addestramento e senza le quali, come ebbe a riconoscere con onestà Ferruccio Parri, il movimento partigiano avrebbe fatto ben poca strada.
Se importanti dirigenti politici avessero fatto tesoro dei consigli delle forza alleate (vedi colloquio tra l’agente americano Peter Tomkins e Giorgio Amendola nel 1944), ci saremmo forse risparmiati tanti inutili attacchi, attentati, stragi e le conseguenti, prevedibili, atroci rappresaglie naziste
Rinnovo la mia più viva e sincera gratitudine alle forze alleate anglo americane che ci hanno liberato dal nazifascismo e, dopo la guerra, ai loro governi che ci hanno protetto da coloro che ci volevano portare nel novero delle “democrazie popolari”
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Concordo. Il 25 Aprile non si celebra la storia: si celebra una PARTE DELLA STORIA, quella che ha fatto comodo ad una sola PARTE POLITICA per costruire e autolegittimare (spesso falsamente) sé stessa.
•
Come osservava Giovanni Di Capua, l’esaltazione acritica, imprudente, petulante e persino vittimistica della lotta di liberazione, con una rappresentazione apocrifa e deviante della realtà italiana dopo l’8 Settembre 1943, ha finito con l’assumere una connotazione propria di ogni fondamentalismo: la supponenza, l’intolleranza, la pretesa di imporre una visione esclusiva della vita di una società italiana che, invece, era ed è particolarmente complessa.
Un fondamentalismo che ha spesso voluto sottacere l’importanza decisiva delle forze alleate che appoggiarono la resistenza, fornendo loro informazioni, equipaggi ed addestramento e senza le quali, come ebbe a riconoscere con onestà Ferruccio Parri, il movimento partigiano avrebbe fatto ben poca strada.
Se importanti dirigenti politici avessero fatto tesoro dei consigli delle forza alleate (vedi colloquio tra l’agente americano Peter Tomkins e Giorgio Amendola nel 1944), ci saremmo forse risparmiati tanti inutili attacchi, attentati, stragi e le conseguenti, prevedibili, atroci rappresaglie naziste
Per la festa della liberazione, un ricordo pieno di riconoscenza e gratitudine per coloro che ci hanno consentito di vivere in libertà e democrazia
Rinnovo la mia più viva e sincera gratitudine alle forze alleate anglo americane che ci hanno liberato dal nazifascismo e, dopo la guerra, ai loro governi che ci hanno protetto da coloro che ci volevano portare nel novero delle “democrazie popolari”