IL TIRRENO

26 marzo 2015
 
 

 

Caso ex Molendi: Lotti nominato perito del Comune

 

L’ingegnere deve calcolare la cifra che l’amministrazione dovrà pagare

per chiudere la causa con Porta al Salnitro

 


 

 

MASSA MARITTIMA – C’è un pensiero fisso che non fa dormire sonni tranquilli all’amministrazione comunale. In perfetta linea con i nostri tempi, si tratta di un debito: la famosa causa Molendi, che ha visto la società avere soddisfazione sia in primo che in secondo grado di giudizio dopo la mancata realizzazione di una maxi opera ricettiva ai piedi del duomo di San Cerbone. Un debito che si annuncia piuttosto oneroso, benché le due parti, pubblico e privato, siano ben distanti: il Comune offre 750mila euro come risarcimento danni, mentre la società Porta al Salnitro chiede cinque milioni. Perché se da una parte i tribunali hanno sancito che un risarcimento dovrà esserci, dall’altra non hanno individuato nessuna cifra ma soltanto dei criteri per poterla calcolare. Da qui, l’enorme differenza tra le due parti in gioco. E proprio per poter contare su una perizia più precisa possibile (e magari contenuta nei costi) l’amministrazione ha conferito questi calcoli a un tecnico decisamente esperto come Luciano Lotti, presidente dell’ordine degli ingegneri della provincia di Grosseto. Un super perito, insomma, a cui affidare una faccenda molto delicata per Massa Marittima e il suo futuro amministrativo. Perché questo risarcimento danni, qualunque sarà la cifra accordata dal giudice, andrà ad influire sui programmi amministrativi per diversi anni. L’importo che l’ente dovrà versare alla società infatti non potrà essere coperto (legge alla mano) con l’attivazione di nuovi mutui o con la vendita di proprietà pubbliche. Ergo: l’unico modo per mettere insieme questa somma è andar a cercare i soldi nelle pieghe del bilancio, senza escludere, come ha detto nelle scorse settimane il sindaco Marcello Giuntini, la possibilità di aumentare alcune tariffe comunali. La speranza comunque è quella di non percorrere questa strada, tant’è che i tecnici del municipio sono al lavoro per accantonare tutte le risorse possibili già nella stesura del prossimo bilancio. Poi, a Lotti e ai collaboratori che gli vengono affiancati ,il compito di attenuare il colpo, tenendo necessariamente conto delle linee guida date dai tribunali. Su alcune di queste c’è un accordo tra il Comune e la Porta al Salnitro per quanto riguarda i metodi di calcolo, su altri invece le trattative sono ancora in corso. È sempre così in questa storia: le due parti trattano ma non si trovano d’accordo. E dal primo momento, da quel lontano 1999, quando il ministero dei beni culturali pose il vincolo storico sull’area allora chiamata Molendi, stoppando di fatto il cantiere per la realizzazione di una struttura ricettiva e parcheggi interrati al cospetto di San Cerbone. Da qui la richiesta danni di cinque milioni, i ricorsi al Tar prima e al Consiglio di Stato poi, dove hanno avuto la meglio le ragioni del privato. L’amministrazione del tempo offrì o 750mila euro per chiudere la diatriba, sentendosi rispondere picche dalla Porta al Salnitro. Ora però una cifra precisa va trovata e saldata.

 

8 Commenti a “Prepariamoci a pagare”

  • Roberto Ovi says:

    In questi anni, per sanare diverse difficili situazioni di bilancio derivanti anche da sentenze giudiziarie, probabilmente non si è fatto solo ricorso ad aumenti di tasse ed imposte locali, ma anche ad altri strumenti legittimi, meno visibili politicamente ma piuttosto onorosi per le casse del Comune e, di conseguenza, per i contribuenti locali

    https://www.massacomune.it/2013/02/09/dal-comune-due-milioni-di-anticipo-di-cassa-per-le-spese/

  • Fiorenzo.Borelli says:

    Nessuno vuol prendere in considerazione che siamo in perfetto ambito di “DANNO ERARIALE”.
    Si provi un piccolo esercizio matematico. Le due posizioni sono 750.000 euro da una parte e 5.500.000 euro dall’altra; proviamo a supporre un incontro a metà strada , otteniamo un valore superiore ai 3.000.000 euro; lo sanno i cittadini che significherebbe circa 1.000 euro a famiglia?
    Se i cittadini accettassero in silenzio anche questa sarebbe un disastro.

  • Roberto Ovi says:

    Il danno erariale è assai probabile e documentabile, come ha del resto specificato la sentenza di primo grado del TAR, inviata non a caso dai giudici amministrativi alla Procura regionale della Corte dei Conti, la quale per agire ha comunque necessità che il danno diventi certo ed attuale. Quindi, nel caso specifico, una delibera consiliare di riconoscimento del debito fuori bilancio, da inviare obbligatoriamente per legge alla competente Procura regionale della Corte dei Conti, ed il primo successivo mandato di pagamento, la cui data costituisce il dies a quo per conteggiare la prescrizione quinquennale.
    Io credo che pagheranno per certo solo i contribuenti locali. Dubito fortemente che gli eventuali responsabili saranno chiamati, in ultima analisi, a rifondere le spese conseguenti alle loro discutibili scelte.
    Succederà verosimilmente lo stesso anche per il carcere.
    La parola cittadino, come sa l’amico Fiorenzo, ha una valenza molto forte e va usata con grande cautela. Mi limiterei a parlare di residenti

  • Oscar De Paoli says:

    Io non pagherò un centesimo.

    Voglio proprio vedere come dimostreranno di non essere stati messi in guardia, così come per il carcere e altrettanto per l’ex agraria e compagnia cantando.
    Giuro che mi incateno al portone del comune e invito anche altri massetani a farlo insieme a me
  • Roberto Ovi says:

    Hai voglia a legarti al portone del Comune.
    Il prelievo dell’addizionale comunele IRPEF, ad esempio, è alla fonte, quindi direttamente sulla tua pensione.
    Quanto al resto di tasse e tributi comunali, se non paghi, viene messo a ruolo e tra more, interessi e penali, ti fanno pentire delle tue intenzioni.
    Hai voglia a parlare di buona amministrazione, questione morale, fisco amico e statuto del contribuente

  • Oscar De Paoli says:

    Hai ragione è vero.

    Aspetterò un condono, oppure una prescrizione.
    Un amnistia non si nega a nessuno
  • Roberto Ovi says:

    Caro Oscar, vedo che come sempre hai centrato il problema.
    Purtroppo della prescrizione possono avvalersi soprattutto coloro che possono permettersi avvocati di un certo livello i quali, sfruttando con abilità eventuali errori e/o negligenze compiuti da magistrati o dai loro collaboratori, ben descritti da Stefano Livadiotti nel primo capitolo del suo libro intitolato “Magistrati. L’ultracasta”, intitolato forse non a caso “Malagiustizia”, possono permettersi di allungare un procedimento giudiziario a tempi indefiniti, determinando appunto l’estinzione dello stesso per prescrizione.
    Per la povera gente come noi è invece molto più difficile ottenere questi risultati.
    Molto meglio sperare nel condono e/o nell’indulto.
    Tra l’altro il condono, o più propriamente concordato, contabile fu varato con la legge finanziaria dell’anno 2006, tra le veementi proteste dell’allora opposizione di sinistra, che però si guardò bene da cancellare una volta tornata al governo pochi mesi dopo

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