fonte www.ansa.it

 

 

In una intervista a Repubblica, il Ministro Madìa assicura: “un dirigente inadeguato potrà essere licenziato dallo Stato. Niente Jobs Act per gli statali, i manager saranno autonomi dalla politica”

 

 

    “Un dirigente inadeguato potrà essere licenziato” dallo Stato. A dirlo è il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia, che intervistata da Repubblica torna sulla riforma della Pa e sottolinea come il governo abbia scelto il modello “di una dirigenza autonoma e indipendente dalla politica”, “pensando, però, che l’autonomia e l’indipendenza non coincidano con l’inamovibilità dei dirigenti, né con la progressione di carriera automatica”.

 

    “Prevediamo l’istituzione – spiega Madia – di una commissione super partes composta da tecnici che deciderà quali sono i dirigenti adatti per un determinato incarico”. “L’incarico sarà affidato per tre anni e sarà rinnovabile una sola volta”. Chi non sarà confermato, continua il ministro, “decadrà e tornerà nel ruolo unico in attesa di un nuovo incarico”. “Ma se dopo un congruo periodo” “un dirigente continuerà ad essere senza incarico perderà l’abilitazione fino a perdere il lavoro”. E alla domanda se potrà essere licenziato risponde: “sì”. Quanto all’estensione agli statali del Jobs Act, Madia dice che “nel pubblico impiego resterà il reintegro in caso di licenziamento ingiustificato”.

 

    Il ministro torna anche sulla mobilità dei dipendenti delle province: “entro la fine di questo mese termineremo” “la definizione delle cosiddette tabelle di equiparazione”. “Da quel momento in poi sarà possibile la mobilità”. I co.co.co? “Li dovremo abolire”, afferma Madia, ma “un percorso sano di assunzioni partirà dopo i prossimi due anni dedicati alla riallocazione dei dipendenti delle Province”.   

 

2 Commenti a “Madìa: ‘Lo Stato licenzierà i dirigenti inadeguati’”

  • Roberto Ovi says:

    E’ almeno da 30 anni, dopo la riforma della pubblica amministrazione varata dal ministro Massimo Severo Giannini, che non solo la legge ma anche le disposizioni contrattuali prevedono forme di forte efficientamento, licenziamenti e/o messa in mobilità di dipendenti, dirigenti e funzionari, riconoscimento di adeguati incentivi economici legati alla meritocrazia.
    E’ cambiato molto poco, così come per la c.d. riforma Bassanini della seconda metà degli anni novanta, perchè le riforme per camminare hanno bisogno di essere accompagnate con coraggio da coloro che devono applicarle all’interno degli uffici pubblici, superando gli ostacoli frapposti da tanti soggetti politici, amministrativi e sociali che hanno tutto l’interesse a mantenere lo status quo, per mille motivi facilmente comprensibili.
    Se quei soggetti valgono poco, o sono poco interessati, le riforme rimangono inevitabilmente al palo ed i bisogni dei cittadini – utenti passano in secondo piano rispetto a quelli della burocrazia

  • Roberto Ovi says:

    E noi avevamo proprio bisogno del Ministro Madia, che solo nel 2008 esibiva con orgoglio la propria straordinaria inesperienza

    http://ilpluriblog.blogspot.it/2008/02/al-pd-porto-la-mia-straordinaria.html

    per sapere fin dal 1957 quali fossero diritti e doveri degli impiegati civili dello Stato (le norme per analogia valgono per la gran parte dei dipendenti pubblici, integrate da quelle del TULPC del 1915, poi trasformato in TUEL dal 2000), con i relativi doveri (articolo 11 e seguenti), responsabilità (articolo 18 e seguenti) e sanzioni (articolo 78 e seguenti)

    http://www.governo.it/Presidenza/USRI/magistrature/norme/dpr3_1957_n.pdf

    Meno male che è arrivato il Ministro Marianna Madia

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