IL TIRRENO

13 marzo 2014

Economia

  

 

Lucchini: gli arabi restano in campo e sono in corsa gli indiani

 

Piombino fa gola all’azienda dell’acciaio dei fratelli Jindal

 

Nove in tutto le offerte, una settimana per completarle

 

 

 

PIOMBINO  – Ancora sette giorni di tempo concessi per perfezionare le offerte sulla Lucchini, spiragli per l’altoforno con la verifica in corso sui margini di cassa in modo da acquistare il minerale in grado di far marciare l’impianto sino a fine aprile-inizio maggio. Sono le notizie tutto sommato positive che emergono dal vertice al ministero dello Sviluppo dove ieri il viceministro Claudio De Vincenti aveva convocato il governatore Enrico Rossi, il presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufà e il sindaco Gianni Anselmi. De Vincenti pur senza fare i nomi delle società che hanno proposto offerte non vincolanti ha spiegato che la maggioranza di esse (otto su nove, ma due sono solo per gli impianti di Lecco) erano incomplete per questioni finanziarie o di profilo industriale. Da qui l’extra time concesso per mettere a posto le offerte. Restano quindi in campo gli arabi di Smc che propongono l’acquisto intero dello stabilimento, ma ancora non hanno prodotto le necessarie garanzie finanziarie a corredo, annunciando solo una prossima ricapitalizzazione. Ma tra le altre offerte in lizza spiccano quelle dei fratelli indiani Naveen e Sajjan Jindal, a capo di due società distinte: nel primo caso oltre alla proposta di acquisto dei laminatoi viene prospettata la possibilità di realizzare un forno elettrico, nell’altro oltre all’acciaieria elettrica ci sarebbe anche un Corex. Enrico Rossi esprime soddisfazione «perché le manifestazioni di interesse per Piombino sono superiori a quelle che si pensava. La buona notizia è che alcune di queste fanno riferimento al forno elettrico e al Corex», ovvero a quanto è stato indicato dalla Regione nel suo progetto di riconversione ecologica del polo siderurgico di Piombino, per il quale la sola Regione è pronta a investire 50 milioni di euro in caso di accordo di programma col Governo. L’interesse degli indiani per la Lucchini non è una novità. La Jspl, capofila dell’impero Jindal, uno dei principali produttori di acciaio in India, infatti visitò lo stabilimento già a metà del 2012, senza però che poi l’affare si concretizzasse. Il gruppo venne fondato nel 1952 da Shri OP Jindal, che estese poi i suoi affari dall’acciaio alle miniere e alla produzione di energia. L’impero creato dal fondatore è oggi diviso in quattro gruppi diretti da ciascuno dei suoi figli. La capofila Jspl ha un fatturato annuo di 4 miliardi di dollari, che fanno parte dei 15 miliardi del fatturato complessivo dell’Op Jindal Group. È il terzo produttore di acciaio in India, specializzato in rotaie, travi, vergella, profilati per costruzioni e laminati piatti. In India ha un forte programma di espansione della produzione di acciaio, accompagnato sempre da investimenti nel settore energetico e minerario. Inoltre è classificato al secondo posto nel mondo in termini di creazione di valore aggiunto tra le 11 società in maggiore crescita.

 

 

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