Fonte: LA NAZIONE
06 marzo 2014
Rubrica: Panorama politico
“Per la prima volta ci hanno ascoltato”. Le ragioni del Fronte del No all’autostrada approdate in Commissione regionale
di RICCARDO BRUNI
IL FRONTE del No alla Tirrenica ha ribadito le ragioni della propria contrarierà al progetto Sat di fronte alla commissione infrastrutture del consiglio regionale, presieduta da Fabrizio Mattei (Pd). Più di due ore di esposizione, tanto da far saltare l’audizione successiva in programma. In molti hanno preso la parola, a testimonianza di una galassia di movimenti, comitati e partiti variegata ma ricomposta attorno a un comune denominatore: Aurelia sicura e pubblica. Tra i rappresentanti del coordinamento che riunisce tra gli altri Sel, Movimento 5 Stelle, Pd (area Civati), Pdci, Prc, Italia Nostra, Colli e laguna, Legambiente Toscana, Wwf e una consistente parte di movimenti provenienti anche dall’Alto Lazio, c’era il presidente della commissione provinciale trasporti, Valentino Bisconti. «Per la prima volta — ci dice subito dopo l’incontro — le nostre voci sono state ascoltate in sede di consiglio regionale, al quale le commissioni fanno riferimento, perché fino a questo momento le decisioni che hanno riguardato l’autostrada sono passate solo e soltanto attraverso la giunta». Un passaggio che a prima vista potrebbe sembrare un tecnicismo, ma che non lo è affatto. Soprattutto in un momento in cui la giunta sta ricalibrando i propri equilibri sulla base dei nuovi rapporti di forza sorti nel Pd dell’era renziana. «Nella nostra esposizione siamo partiti dal 2008 — spiega Bisconti — e siamo arrivati a questo progetto che, al contrario dell’altro, è stato bocciato dagli enti locali. Tra l’altro a luglio il Tar dovrà pronunciarsi sul ricorso presentato dalla Provincia e se dovesse decidere che abbiamo ragione noi cosa succederà?».
AL CENTRO delle motivazioni presentate c’è sempre l’argomento portante, quello della viabilità pubblica, che con l’Aurelia trasformata in autostrada dovrebbe affidarsi a una viabilità secondaria ancora poco chiara. Poi c’è il tema delle criticità ambientali, non solo quelle espresse dai vincoli presenti nella zona, non solo quelle presenti delle prescrizioni imposte dal Cipe nel 2008 al vecchio progetto, ma anche quelle emerse con il dramma dell’alluvione. Infine, c’è la questione dei finanziamenti. «A volte si rischia di lasciare da parte questo argomento — spiega Bisconti — ma è di una certa rilevanza. Noi chiediamo di sapere quali siano le condizioni finanziarie della Sat e se sia quindi in grado di reggere quel piano finanziario». Il motivo è chiaro: una volta avviata l’opera se la Sat non dovesse avere i soldi per proseguire, che succede? Chi ce li mette? «Perché considerando lo scarso traffico che passa su questa strada – conclude Bellumori – resta ancora difficile capire in quale modo il provato rientrerebbe degli investimenti».