C’era una volta una bella cittadina della Toscana a circa 20 chilometri dal mare.
In questa cittadina operava una compagnia assicurativa, la UNIBALLE, che era anche proprietaria di un istituto di credito, la UNIBALLE BANCA.
La compagnia e la banca avevano una precisa connotazione politica vicina ad un PARTITO POPOLARE e si facevano una grande pubblicità (purtroppo fasulla) sbandierando ai quattro venti la loro diversità rispetto alla concorrenza.
Raccontavano cioè di essere controllate dal movimento cooperativistico e che il loro principale intento era quello di mirare alla soddisfazione ed al RISPETTO dei propri clienti.
Per favorire la propria penetrazione nel territorio si erano servite degli amministratori, dei politici e dei sindacalisti locali (appartenenti a quel partito che a loro si richiamava per ideologia o forse per opportunismo); questi si erano molto prodigati, nelle sedi amministrative, nelle sezioni del partito e nelle sedi sindacali (da loro tutte controllate) affinché i cittadini, ignari ed in totale buona fede, diventassero clienti della UNIBALLE ASSICURAZIONI e della UNIBALLE BANCA.
Gli affari per la compagnia e per la banca andavano a gonfie vele non solo nella nostra bella cittadina toscana ma anche in ogni altra realtà in cui il partito che ad esse si richiamava guidava le amministrazioni pubbliche (il metodo era molto redditizio).
Nella nostra bella cittadina toscana e nei suoi dintorni, operava per conto della UNIBALLE BANCA un Promotore finanziario che si era procurato la fiducia dei clienti.
Tale fiducia era stata conquistata con la complicità della UNIBALLE la quale, affinché il Promotore trovasse sempre nuovi clienti, gli consentiva di versare contanti al posto dei clienti oppure di prelevarli in loro vece [molti, altrimenti, non sarebbero rimasti clienti della Banca dal momento che la stessa non aveva una propria agenzia nella cittadina].
Vi erano addirittura dei pensionati per conto dei quali, ogni mese, veniva prelevata una parte della pensione dal conto corrente e riconsegnata loro regolarmente per le spese quotidiane.
Naturalmente al Promotore era consentito anche di emettere assegni per conto dei clienti oppure di riscuoterli, così come poteva firmare per sottoscrivere o disdire polizze assicurative o fondi di investimento.
Un brutto giorno il promotore finanziario venne a mancare in un incidente.
Nei giorni immediatamente successivi, quando i clienti della UNIBALLE iniziarono a recarsi presso le sedi della banca e della compagnia assicurativa per avere informazioni su chi avrebbe preso il posto del Promotore scomparso iniziarono a scoprire che, in molti casi, non si sa bene per quale ragione, una buona parte dei loro risparmi era sparita.
UNIBALLE si dichiarò subito disponibile a risarcire i propri clienti danneggiati (anche se soltanto a parole), rendendo nota la cosa con strombazzanti comunicati stampa.
In realtà si limitò a contattare semplicemente i truffati per far conoscere al proprio ufficio legale la situazione dei singoli malcapitati in modo da POTER PREDISPORRE CONTRO DI LORO la migliore difesa.
Cominciò così a prendere tempo rispondendo alle richieste fatte dai danneggiati anche dopo i tre mesi previsti (come tempo massimo, badate bene) dalle leggi in materia finanziaria; ebbe addirittura il coraggio di addebitare decine e decine di euro a carico di coloro che, legittimamente, avevano richiesto copia degli assegni [con firma falsa] attraverso i quali erano stati fatti sparire soldi dai conti correnti (dicendo che si trattava di spese obbligatorie).
Guarda caso, però, i clienti non hanno mai ricevuto le copie degli assegni falsificati ma soltanto quelle degli assegni con le firme regolari che magari avevano emesso per pagare il mobiliere o il meccanico).
UNIBALLE aspettava che i poveri truffati si fossero stancati; in molti avrebbero rinunciato alle proprie legittime pretese di risarcimento o si sarebbero trovati in condizione da accettare un patteggiamento scapitando buona parte dei risparmi di una vita intera
UNIBALLE sapeva benissimo di essere corresponsabile con il Promotore finanziario e che quindi, se vi fossero state cause, sarebbe stata costretta a risarcire i danneggiati.
PER QUESTO MOTIVO CERCAVA DI ATTRIBUIRE AL PROMOTORE OGNI RESPONSABILITA’.
In modo ridicolo tentò addirittura di sostenere che non sapeva nulla del fatto che il Promotore avesse prelevato o versato soldi per conto dei clienti o avesse firmato in loro vece assegni, polizze, ecc.
TANTO LUI, L’AMICO SFORTUNATO, NON AVREBBE POTUTO REPLICARE.
Eppure la cosa era andata avanti per molti anni attraverso centinaia e centinaia di operazioni fatte in tale maniera !!
Sosteneva di non aver saputo niente quella stessa banca che quando si tratta di erogare un prestito od un mutuo pretende addirittura le firme davanti al notaio; ma, guarda caso, gli ispettori che periodicamente controllavano il lavoro del Promotore non si erano mai accorti di nulla.
QUANDO I SOLDI VENIVANO LASCIATI ALLA UNIBALLE, TUTTE LE FIRME ANDAVANO BENE !!
Provate voi ad andare in banca, soltanto a cambiare un assegno; lo dovete firmare sul posto esibendo necessariamente un documento di identità.
UNIBALLE STAVA VERAMENTE PRENDENDO IN GIRO LA GENTE !!!