Fonte: IL TIRRENO

25 febbraio 2014

 

Rubrica: Economia

Mps, undici indagati Truffa alla banca da 90 milioni di euro

 

SIENA Le indagini che riguardano la cosiddetta “banda del 5%” «sono ancora in corso» per ricostruire «i flussi monetari e le consistenze patrimoniali», anche con rogatorie internazionali. Il gip di Siena, Ugo Bellini, lo scrive nell’ordinanza in base alla quale i militari del nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di finanza hanno eseguito ieri 12 nuove perquisizioni, in Italia e all’estero, contro 11 persone indagate dai pm di Siena, titolari delle diverse inchieste su Mps, accusate di associazione trasnazionale per delinquere finalizzata alla truffa aggravata, «un sodalizio criminale ancora attivo». Oltre ai 47 milioni di euro già sequestrati in diverse tranche tra gennaio e ottobre 2013 la truffa potrebbe riguardare almeno altri 43 milioni individuati nel corso delle ultime indagini in conti trovati all’estero (Londra, Singapore, Lugano, San Marino e Vanuatu, nell’oceano Pacifico), per un totale di circa 90 milioni, e che potrebbero essere frutto di truffe perpetrate anche nei confronti di soggetti diversi da Mps. Soldi, questi ultimi 43 milioni, che non sono stati sottoposti a sequestro. Le indagini riguardano i rapporti tra ex funzionari infedeli della banca, che per l’accusa avrebbero preteso il 5% sulle operazioni di quanti volevano fare affari con Mps, e il Gruppo Enigma (con sedi a Milano, Londra e Malta). Rapporti che avrebbero determinato «margini di profitto assolutamente sproporzionati rispetto alla natura e alla quantità delle prestazioni richieste» continua il giudice, con grave danno per l’istituto senese. Al gip i pm (Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso) avevano chiesto otto misure cautelari in carcere, derubricate tutte in misure di divieto di espatrio. Una diversa visione tra magistrati e gip che si è dimostrata in più di un’occasione. Tra i destinatari della misura c’è Gianluca Baldassarri, ex capo-area finanza di Mps, già arrestato nel febbraio 2013 e rilasciato dopo quasi sei mesi, l’unico tra i tanti indagati nei diversi filoni dell’inchiesta nata dall’acquisizione di Antonveneta per il quale il gip senese aveva confermato la richiesta dei magistrati. Con lui sono indagati il suo vice Alessandro Toccafondi, l’ex responsabile della filiale Mps a Londra Pompeo Pontone, Antonio Pantalena, e i titolari della società Enigma (Maurizio Fabris, David Ionni e Luca Borroni). Sotto inchiesta anche Fabrizio Cerasani, socio fondatore di Enigma Securities di Londra. Gli altri indagati sono: Agnese Marchesini, Giorgio Filippetto e Italia Sinopoli. L’obiettivo del «sodalizio criminale», era quello rendere «meno trasparenti, tracciabili e identificabili tutte le operazioni di acquisizione, accantonamento, accumulo e successiva ripartizione e definitiva destinazione dei rilevanti profitti derivanti dai reati» si legge nell’ordinanza del gip Bellini.

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