Fonte: IL TIRRENO

21 febbraio 2014

 

Rubrica: Ambiente

La Toscana si sbriciola: colpa di piogge e cementificazione Ottomila frane in più

 

di Samuele Bartolini FIRENZE Le frane stanno letteralmente sbriciolando la Toscana. A ottobre 2013 ne sono state censite 114.858, di cui 23.779 attive e 81mila quiescenti, cioé pronte a risvegliarsi, e altre stabilizzate. E’ come camminare su un campo minato, non sai mai se il terreno che c’hai sotto i piedi franerà oppure no. Ma «non sarebbe un’ipotesi peregrina se a marzo si raggiungesse quota 120mila» dice Guido Lavorini, responsabile di “Geologia, Pedologia e Banche Dati Geotematiche” della Regione, considerando l’eccezionale piovosità di questo inverno. Considerando che a marzo 2013 le frane registrate erano 112.759, in un solo anno vi sarebbero state 8000 frane in più. Un dato choc. La Coldiretti fa sapere che il 98% dei comuni toscani ha almeno una parte di territorio a rischio idrogeologico. Le frane. In effetti piove come se fossimo ai tropici, i campi si inzuppano di bombe d’acqua, la ributtano fuori come un catino riempito fino all’inverosimile. E finisce che, soprattutto in montagna, il terreno scivola giù come pappa portando via con sé tutto quello che c’é sopra. Crollano le mura medievali di Volterra. Vengono interrotte due linee ferroviarie: la Porrettana e la Siena-Grosseto. Una casa sul Monte Amiata viene travolta da un muro di fango e c’è mancato poco che ci scappasse il morto, un’altra casa nel Mugello perde una parete che rovina giù manco fosse costruita con il Lego. Le province di Lucca e Massa hanno il record negativo delle frane. Insieme arrivano a 30-40 mila. «Colpa del territorio montuoso, troppo fragile, ma anche di una politica urbanistica che ha permesso di costruire dove non andava costruito» dice Lavorini. Le cause. Il clima della Toscana si sta tropicalizzando. Nel passaggio dall’anno vecchio al nuovo i metereologi parlano di un inverno che non è mai arrivato. Nelle zone urbanizzate le temperature raramente sono scese sotto lo zero. E piove di continuo. Piove in tutte le zone della regione. Poi c’è stato l’abbandono delle montagne e delle colline. Ingoiati dalla città e dalle fabbriche, i contadini sono scomparsi e nessuno cura più il territorio. Infine si è edificato da tutte le parti. Anche dove era meglio non farlo. I geologi. Ci va giù pesante la presidente dell’Ordine dei geologi Maria Teresa Fagioli: «Con quello che si è edificato negli ultimi vent’anni ora è come stare in guerra. Quello che abbiamo davanti è una vera e propria ecatombe». Fagioli lamenta la mancanza di ascolto degli amministratori: «Da noi le norme ci sono. Le cartografie delle aree a rischio sono dettagliate. Il problema è che finchè tutto ciò verrà percepito come limitazioni alla libertà d’impresa, finchè chi ha l’onere di controllare, tollererà ottemperanze solo formali, siamo tutti a rischio». Ai geologi basta dare un’occhiata all’inclinazione degli alberi, ma «fintanto che verremo chiamati – denuncia Fagioli – solo a danno avvenuto possiamo solo metterci una pezza, pezza costosa e non sempre sufficiente a prevenire il danno prossimo venturo, sempre che non si pretenda da noi, come spesso succede, solo l’ennesimo burocratico pezzo di carta timbrata». Il modo più rapido, e spesso anche formalmente lecito, di far soldi «è stato far mettere murativo un terreno qualsiasi, moltiplicandone il valore di mercato di due ordini di grandezza o più. I geologi sono sempre stati un ostacolo a questo meccanismo e non sono stati ascoltati». La prevenzione. . Ora però non c’è più tempo da perdere. «Delocalizzare una struttura spesso costa troppo. La popolazione va informata, preparata agli eventi catastrofici con delle esercitazioni di Protezione civile». E le ricerche geologiche della Regione permettono pure di fare dei modelli previsionali per il futuro. «Ora è possibile calcolare – chiude Lavorini – quali sono le zone che potrebbero aumentare di pericolosità con un ulteriore aumento delle piogge». Insomma. Il clima impazzisce, le case spuntano come funghi, i contadini non ci sono più, però avremo la consolazione di sapere in anticipo se darsela a gambe oppure no.

Lascia un Commento

Devi aver fatto il login per inviare un commento


Entra
IL NOSTRO SPOT
Categorie
GRAZIE PER LA VISITA