Fonte: IL TIRRENO

16 febbraio 2014

 

Rubrica: Panorama politico

Il governatore Rossi in visita in Maremma sprona i sindaci «Se il futuro ministro ha le biglie, chieda 1 miliardo alla Ue» «Non ci sono i soldi? Non temete la Corte, fate lo stesso i lavori»

 

di Alfredo Faetti wSCARLINO «La priorità dei sindaci devono essere i lavori per le somme urgenze». In un animato appello al governo che verrà, il governatore Enrico Rossi ripete più volte questo concetto. «Occorre occuparsi subito delle somme urgenze, anche se non c’è la copertura finanziaria, senza il timore della Corte dei conti», spiega il presidente della Regione Toscana, che ieri ha fatto tappa nella zona nord della provincia. Accanto a lui nella sala consiliare di Scarlino ci sono cinque sindaci e dopo aver pronunciato queste parole si volta verso di loro. «Mi prendo io la responsabilità di questa posizione». L’intervento è focoso, alternato da alzate di voce e pugni sul tavolo. Rossi sta parlando del rischio idraulico che flagella da anni la Toscana e la Maremma. «Non possiamo stare con le strade che franano e gli argini che cedono», dice. «Se il prossimo primo ministro avrà le biglie, andrà subito a Bruxelles a chiedere un miliardo di euro per interventi di prevenzione idraulica. A noi come Regione ce ne toccherebbero 60 milioni, che aggiunti ai 50 già stanziati potrebbero risolvere diversi problemi». Il governatore alza la voce perché si sente chiamato in causa ogni volta che un alluvione crea danni e nel peggior caso morti. «I soldi messi in campo fino ad oggi sono interamente della Regione. Siamo soli a combattere queste emergenze – spiega –. È ora che il governo si prenda le sue responsabilità». «La Regione ha previsto cinquanta milioni per interventi cantierabili già nel 2014», spiega l’assessore all’Ambiente, Annarita Bramerini, seduta al suo fianco. Gli amministratori difendono l’ente, ma sanno bene che alla fine sono i cittadini a dover fare i conti con il maltempo e la sua furia distruttrice. Lo sanno ad Albinia, lo sanno sul monte Amiata, dove le frane sono divenute una paura costante, lo sanno al Puntone, dove sono affondate trenta barche. Ma lo sanno anche nei piccoli paesi montani come Tatti, rimasti isolati da strane venute giù, come tutte le attività che si sono ritrovate in ginocchio. «Lunedì mi incontrerò con tutti i sindaci dei comuni colpiti dalle alluvioni: non potremo risolvere tutto, ma almeno faremo sentire la nostra vicinanza», dice Rossi, prima di entrare nel dettaglio della zona maremmana. «Ho visto che ad Albinia molti interventi previsti sono già stati terminata, mentre gli altri sono in via di appalto. Un ottimo lavoro, a differenza di altre zone dove le risorse ci sono ma la situazione è dormiente». È questo il nocciolo, infatti. «La prevenzione passa per le somme urgenze. Ribadisco l’invito: siano le priorità dei sindaci». I Comuni, insomma, mettano in campo tutte le loro forze, mentre i piani alti della pubblica amministrazione trovino un punto d’incontro. «Il governo deve farsi carico del rischio idraulico, dato che ogni autunno si registrano danni». Alcuni dei quali, ancora visibili a distanza di anni, in uno stato che ha tanto il sapore dell’abbandono. Il governatore fa un sospiro, bate un altro pugno sul tavolo e poi sbotta. «Per l’alluvione in Sardegna è stato chiesto di sospendere le tasse e le hanno sospese. Quando noi lo abbiamo chiesto per la Maremma, con una miriade di telefonae, ci hanno detto di no. Ma stiamo scherzando?».

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