LA NAZIONE
14 febbraio 2014
Con «Montagna in Salute» ecco un aiuto contro il disagio
Forte interesse a Massa Marittima per il rinnovo del progetto «Montagna in Salute» volto alla prevenzione del disagio nelle Colline Metallifere. Il progetto, in linea con le direttive nazionali ed europee, mira a stringere un forte contatto con i territori circa le problematiche legate al suicidio e a creare una coscienza comune sul territorio mettendo in rete gli operatori locali della salute e sensibilizzando fortemente i medici di Medicina Generale. IL TUTTO per ridurre il fenomeno del suicidio, promuovere la salute per un complessivo miglioramento della qualità della vita in montagna. Punto di forza del progetto è il contatto diretto con i territori coinvolti attraverso percorsi di formazione e sensibilizzazione rivolti agli operatori della salute sulle problematiche legate al fenomeno del suicidio e la sua prevenzione, oltre al coinvolgimento dei cittadini. Il tutto mettendo in rete le risorse territoriali e quindi ottimizzandole.Sono coinvolti i medici di Medicina Generale di zona, rappresentanti della salute mentale, del Sert, dei Servizi Sociali, del servizio di Emergenza 118, dei consultori, delle cure primarie, dei servizi di Psicologia e Psicoterapia, Forze dell’ordine oltre che il mondo dell’associazionismo locale.DETERMINANTE per la buona riuscita dell’obiettivo previsto, già del resto certificato dai risultati dell’avvio avvenuto quattro anni orsono in forma sperimentale, l’ausilio di un numero verde regionale, 800-098.718, che può essere utilizzato da chiunque senta il bisogno di chiedere aiuto ed essere così indirizzato al servizio territoriale più indicato per iniziare un percorso di assistenza.
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Per chi se lo fosse perso ecco il pensiero del Dott. Cutolo al riguardo:
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Ricordo che il progetto è iniziato almeno 4 anni fa ed era un “progetto sperimentale” centrato sulla prevenzione del suicidio nella zona di Massa Marittima, oltre che dell’Amiata e del Casentino: costo 320.00 euro.
Alcune osservazioni, riservandomi di fornire ulteriori dati in quanto “informato sui fatti” fino alla data del mio pensionamento (febbraio 2010).
Non si capisce dove e come è stato rinnovato il protocollo d’intesa, dalla foto sembra in un incontro a tre o a quattro.
Non sono specificati i risultati sinora raggiunti.
Non sono indicati i fondi stanziati, quelli finora spesi, e come sono stati spesi.
Il numero verde di cui si parla è sconosciuto a qualsiasi persona io abbia inconrato nella mia qualità di psichiatra, compresi gli operatori del settore psichiatrico.
Faccio notare che si parla di 226 chiamate in due anni.
Questo vuol dire che è stato messo su un gruppo di lavoro, 24 ore su 24, che risponde in media a mezza chiamata al giorno, TRE chiamate alla settimana!
Il tasso dei suicidi in Italia e in Toscana è calato notevolmente PRIMA che iniziasse il “progetto” in questione.
Andrebbe comunque provata la correlazione affermata tra diminuzione del tasso di suicidioe il tipo di intervento svolto.
Fornire i dati è qualcosa di disdicevole?
L’ultima considerazione riguarda le CLANDESTINITA’ in cui si è svolto il progetto.
L’aspetto positivo di un numero verde, in particolare per la prevenzione del suicidio, è il fatto che sia diffuso, conosciuto, propagandato, contestato se si vuole..ma se ne deve parlare!
Perché ciò che facilita di più l’attuazione di un suicidio è la impossibilitàdi comunicare una intenzione così tragica e non popolare, è la vergogna che si prova!
Il modo silenzioso con cui è stato portato aventi questo costoso progetto mi sembra che abbia paradossalmente confermato che il suicidio debba continuare ad avvenire in questa atmosfera di ignoranza, solitudine e clandestinità con cui di solito viene portato avanti.
Dott.Giovanni Cutolo
Medico Chirurgo, Psichiatra, Psicoterapeuta
Già Primario Psichiatra ASL 9 Grosseto, zona 1 Massa marittima