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Rinnovato il protocollo di intesa
per la prevenzione del disagio nelle Colline Metallifere
Fonte: Comune di Massa Marittima 10 febbraio 2014
Rinnovato tra Uncem Toscana e Società della salute Colline Metallifere il protocollo di intesa “Montagna in salute”, il programma regionale che attiva azioni di prevenzione del disagio sociale, legato a situazioni di violenza, su donne e minori, problematiche legate all’alcol e rischio suicidario.
Alla firma dell’intesa questa mattina Oreste Giurlani Presidente di Uncem Toscana, soggetto capofila, e il Presidente della SdS Colline Metallifere Luciano Fedeli alla presenza del direttore Maurizio Trifoglio, i referenti del centro di ascolto regionale e i referenti scientifico – tecnici del progetto. “Un momento importante per le Colline Metallifere – ha commentato Giurlani – perchè si consolidano le attività sperimentate in questo territorio così come in Casentino e nell’Amiata grossetana dove il progetto ha avuto come obiettivo la creazione di una rete territoriale, in stretto contatto con un gruppo di lavoro regionale, in grado di intercettare casi di disagio sociale. E in più con l’ausilio di un numero verde regionale (800-098718) che può essere utilizzato da chiunque, a livello locale, senta il bisogno di chiedere aiuto ed essere indirizzato al servizio territoriale più indicato ed iniziare un percorso di assistenza. Un progetto unico per il suo genere,centrato in particolare su suicidio, violenza su donne e minori ed alcolismo; ringrazio il Presidente Fedeli per averne subito colto l’importanza per la comunità locale. In programma ora c’è di estendere il modello sperimentato, a tutta la Toscana nell’arco dei prossimi anni”.
“E’ con grande interesse che proseguiamo questo progetto – ha detto Fedeli- perchè crediamo che possa continuare ad essere di grande utilità nel contrasto di quelle forme di disagio cui purtroppo la società si trova a dover far fronte. Si tratta di un lavoro di rete che talvolta resta invisibile al cittadino ma che dà importanti. Rafforzeremo il contatto con i responsabili dei servizi socio-sanitari locali per consolidare la rete e continuare le azioni operative per la prevenzione. Coinvolgeremo i cittadini e sensibilizzeremo il più possibile l’associazionismo locale, che nelle queste piccole comunità, spesso ha un ruolo determinante nella segnalazione dei casi di disagio, insieme al numero verde che rappresenta un modo alternativo di chiedere assistenza che abbatte l’imbarazzo dell’interazione faccia a faccia”. I dati sui risultati sono forniti dal dott. Giuseppe Corlito, responsabile regionale del progetto, che ha mostrato come il tasso di suicidio sia diminuito nelle zone in cui è stato attuato il progetto. Presenti anche alcuni operatori del centro di ascolto che hanno spiegato come sono state trattate le 226 chiamate ricevute negli ultimi due anni: “il centro lavora in rete con tutti i servizi sociali e sanitari della Toscana- ha spiegato l’operatore Luca Pianigiani- con la gestione affidata a psicologi che hanno quindi modo di seguire chi vi si rivolge accompagnandolo in un percorso per quanto è necessario”.
Il progetto è in linea con le direttive nazionali ed europee, che il progetto mira a stringere un forte contatto con i territori circa le problematiche legate al suicidio, crea una coscienza comune sul territorio mettendo in rete gli operatori locali della salute e sensibilizzando fortemente i Medici di Medicina Generale. Il tutto per ridurre il fenomeno del suicidio stesso, promuovere la salute per un complessivo miglioramento della qualità della vita in montagna. Punto di forza del Progetto è il contatto diretto con i territori coinvolti, attraverso percorsi di formazione e sensibilizzazione ad hoc rivolti agli operatori della salute sulle problematiche legate al fenomeno del suicidio e la sua prevenzione, oltre al coinvolgimento dei cittadini. Il tutto mettendo in rete le risorse territoriali e quindi ottimizzandole. Sono coinvolti i Medici di Medicina Generale di zona, Rappresentanti della Salute Mentale Adulti/Infanzia/Adolescenza, Rappresentanti del SERT, Rappresentanti dei Servizi Sociali, Rappresentanti Emergenza 118, Rappresentante consultori, Cure primarie, Psicologia/Psicoterapia, Forze dell’ordine oltre che il mondo dell’associazionismo locale.
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Fedeli e Giurlani sono davvero una bella coppia. Ma a me non piacciono per niente. Anzi, anche un po’ di meno…
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PUò DARSI, MA QUESTO NON TOGLIE CHE NELLA NS. ZONA I TASSI DI SUICIDIO SIANO FRA I PIU’ ALTI DELLA TOSCANA. NON E’ CON LE BATTUTE CHE SI RISOLVE LA SOFFERENZA DELLE PERSONE, E FORSE NON SAREBBE MALE UN PO’ DI RISPETTO NEI CONRONTI DELLE FAM. CHE HANO AVUTO )QUESTA ESPERIENZA
Ricordo che il progetto è iniziato almeno 4 anni fa
ed era un “progetto sperimentale” centrato sulla prevenzione del suicidio
nella zona di Massa Marittima, oltre che dell’Amiata e del Casentino. Costo 320.00 euro.Alcune osservazioni, riservandomi di fornire ulteriori dati in quanto “informato sui fatti” fino alla data del mio pensionamento, febbraio 2010. – non si capisce dove e come è stato
rinnovato il protocollo d’intesa, dalla foto sembra in un incontro a tre o a quattro- Non sono
specificati i risultati sinora raggiunti- Non sono indicati i fondi
stanziati, quelli finora spesi, e come sono stati spesi-Il numero verde di
cui si parla è sconosciuto a qualsiasi persona io abbia inconratonella mia
qualità di psichiatra, compresi gli operatori del settore
psichiatrico.-Faccio notare che si parla di 226 chiamate in due anni. Questo
vuol dire cheè stato messo su un gruppo di lavoro, 24 ore su 24, che
risponde in media a mezza chiamata al giorno, TRE chiamate alla
settimana!- Il tasso dei suicidi in Italia e in Toscana è calato notevolmente PRIMA che iniziasse il “progetto”
in questione. Andrebbe comunque provata la correlazione affermata tra diminuzione del
tasso di suicidioe il tipo di intervento svolto. Fornire i dati è qualcosa di disdicevole?L’ultima
considerazione riguarda le CLANDESTINITA’ in cui si è svolto il
progetto.L’aspetto positivo di un numero verde, in particolare per la prevenzione del suicidio, è il
fatto che sia diffuso, conosciuto, propagandato, contestato se si vuole..ma
se ne deve parlare!Perchè ciò che facilita di più l’attuazione di un
suicidio è la impossibilitàdi comunicare una intenzione così tragica e non
popolare, è la vergogna che si prova!Il modo silenzioso con cui è stato
portato aventi questo costoso progetto, mi sembra cheabbia paradossalmente
confermato che il suicidio debba continuare ad avvenire in questa atmosfera di ignoranza, solitudine e clandestinità con cui di solito viene portato avanti
Dott. Giovanni Cutolo
Medico Chirurgo, Psichiatra, Psicoterapeuta
Già
Primario Psichiatra ASL 9 Grosseto, zona 1 Massa marittima