Fonte: LA NAZIONE
06 febbraio 2014
Rubrica: Sanità
«Mancano posti letto e personale. E la riorganizzazione non funziona». Nursing Up contro le scelte della Asl. Morante: «Mobilitazione»
MANCANZA di posti letto, carenze di organico, fallimento dell’organizzazione per intensità di cure. Criticità della sanità grossetana denunciate dal sindacato Nursing Up che rappresenta 500 infermieri su 1.200. E l’organizzazione si dice pronta alla mobilitazione. «La situazione è pesante — dice Andrea Morante, segretario Nursing Up — e a giorni faremo uno stato di mobilitazione. Partiremo con un volantinaggio e valuteremo se proseguire con altre azioni di protesta, in base alla risposta dell’azienda. Il personale è demotivato, c’è una difficoltà oggettiva a garantire assistenza e tutti i giorni ci sono problemi. Siamo al collasso. Il turnover è fermo, le poche assunzioni servono a coprire il 118 per sostituire gli infermieri che andranno a lavorare nel territorio, ma non ad aumentare la pianta organica. E l’Intensità di cure è solo un escamotage: a questo punto non ci crediamo più». Morante lancia l’allarme: «Medici, chirurghi, Pronto soccorso, 118: la carenza di personale riguarda tutti. E per far fronte alle necessità vengono richiesti straordinari impropri e turni in più. Gli infermieri vengono sostituiti con operatori sociosanitari, professionalità di tutto rispetto, ma di un altro tipo. Il risultato? Peggiora la qualità dell’assistenza. La situazione più grave si vive a Grosseto: stanno accentrando tutto al Misericordia e con più lavoro le carenze si fanno sentire. Il Pronto soccorso è diventato provinciale. Nel resto della Maremma, però, non stanno meglio: a partire da Orbetello».
Nursing Up e Usb, l’Unione sindacale di base, attaccano la direzione Asl 9. «Continua a dimostrarsi sorda ai segnali di sofferenza e malcontento. La priorità dei dirigenti affermano sembra essere solo primeggiare nelle valutazioni del MeS e del Sant’Anna, senza pensare alla qualità dell’assistenza e alla centralità della figura del paziente-utente. L’organizzazione per Intensità di cure, propagandata come la nuova frontiera dell’assistenza con il malato al centro del percorso assistenziale, si è risolta con l’abolizione dei vecchi reparti specialistici e l’introduzione dei Setting, in cui la decisione di dove ricoverare il paziente dovrebbe essere determinata non dalla patologia bensì dal grado di complessità assistenziale. In realtà, tranne una cospicua riduzione di posti letto, nulla si è realizzato: le terapie intensive restano divise tra Rianimazione e Unità terapia intensiva cardiologica, l’area chirurgica ha due reparti». E non solo: «Nell’Area medica il tentativo di applicare la nuova organizzazione è stato fatto, ma sta naufragando per la cronica indisponibilità di letti, che costringe a collocare i degenti dove c’è posto. E mentre si tagliano i posti letto, si decide di costruire un altro pezzo di ospedale, giustificando il tutto con le esigenze di un’organizzazione che non esiste».
g.d.