Fonte: IL TIRRENO

02 febbraio 2014

 

 

«Basta incarichi, torno in banca». Dopo 10 anni alla guida di Massa Marittima Lidia Bai si congeda e assicura: mai più ruoli istituzionali

 

 

MASSA MARITTIMA Dieci anni non sono uno scherzo. In dieci anni si fanno molte cose, si cresce e si costruisce una nuova parte di se stessi. Soprattutto se si è stati eletti, per due volte, come sindaco. Lidia Bai è seduta dietro quella scrivania che dovrà abbandonare tra meno di quattro mesi: «Sono stati anni importanti», sorride. Nel municipio di Massa Marittima lei ci è entrata con la tessera Ds in tasca e la giunta di Renato Bolognini prima e quella di Luca Sani poi. Ora anche per lei è tempo di cedere il passo. «È giusto così _ dice _ ma resterò in politica». Senza però incarichi amministrativi. Tornerà al suo lavoro di dipendente Mps e seguirà la vita del Pd come saggio, pronta a dare consigli e supporto, forte della sua esperienza. Una nuova vita, fuori dall’ufficio austero in cui è entrata tutte le mattine per dieci anni. È difficile lasciare? «No: è giusto. Dieci anni è il tempo giusto. Cinque sono pochi per poter davvero fare qualcosa, dato che molti progetti vengono terminati solo nel quinquennio successivo. In dieci anni si fanno strada idee nuove ed è doveroso lasciare spazio a queste. È stata una bella esperienza: sia in termini di relazioni che di rapporto diretto con i cittadini». Quale la cosa più difficile? «La burocrazia. I progetti hanno tempi lunghissimi, parlo ad esempio delle opere pubbliche o degli strumenti urbanistici. E da fuori, tra la gente, questo viene percepito come uno stallo, mentre in realtà c’è dietro una grande quantità di lavoro continuo. Anche gli ultimi tre anni sono stati tosti: oggi occorre una pubblica amministrazione più snella e veloce, ma la mancanza di organizzazione rallenta tutto. Oggi c’è da capire cosa fare dei Comuni: se applicare questo federalismo e assegnare loro funzioni, oppure se togliergliele». Com’è cambiata Massa Marittima in questi anni? «Abbiamo lavorato molto sulle strutture, mettendo le basi per poter attirare investimenti. Sia come insediamenti produttivi, vedi l’area del Magrone a Valpiana, sia per quanto riguarda la geotermia. Ci siamo impegnati anche sul turismo, culturale, agricolo e sportivo. Oggi Massa è molto più conosciuta rispetto a prima: è entrata in circuiti importanti». Qual’è stato il rapporto con gli altri Comuni? «Anche qui torniamo sulla disorganizzazione: l’Unione ci mette insieme a Montieri e Monterotondo, la zona socio – sanitaria con Follonica. Non sono sovrapponibili. Comunque ho sempre avuto un ottimo rapporto, anche perché è ora di dire basta al piccolo Comune, gestito in maniera autarchica dentro le mura». Bene anche con Follonica? «Guardi, per me non c’è mai stato questo campanilismo. Entroterra e costa devono collaborare e ci sono molte basi su cui farlo. Inoltre, la mia opinione è quella di allargare i confini entro cui fare sistema anche con la Val di Cornia, con cui stiamo portando avanti tutti assieme un progetto sul turismo. Ecco: questo deve essere la prova generale». Qual è il traguardo più importante raggiunto? «Aver attratto risorse su Massa Marittima, contributi con i quali abbiamo realizzato progetti importanti». Qual è la prima cosa che dovrà fare il suo successore? «Far ripartire l’economia. L’impegno deve essere questo e avrà a disposizione strumenti, come il regolamento urbanistico, con cui poter partire. Inoltre abbiamo risolto anche i debiti ereditati dalle vecchie amministrazioni (Pizzarotti e Molendi, ndc)». Come vede la prossima campagna elettorale? «I toni della politica ora li tollero poco: si fanno sondaggi e sulla base di questi si costruiscono programmi. Credo invece che agli elettori ci si debba presentare con idee proprie». Cosa farà adesso? «Tornerò al mio lavoro di dipendente Monte dei Paschi a Venturina. Ma non lascio la politica, resto a disposizione». Anche per un ruolo amministrativo? «Assolutamente no. Un sindaco non deve avere accanto chi l’ha preceduto. Deve sentirsi libero di agire. Dal tempo dei greci i filosofi parlano di politica alla base della vita: ora invece dalla politica ci si allontana. In questo senso mi metto a disposizione: per riportare la gente vicino alla politica».

 

 

 

5 Commenti a “Dopo 10 anni alla guida di Massa Marittima Lidia Bai si congeda”

  • konrad says:

    Anche Lidia non l’ha mai avuto accanto il suo predecessore, ma l’ha sempre avuto davanti…

  • Francesco Mazzei says:

    Tutti sembrano dimenticarsi che l’area del Magrone appartiene ancora ai legittimi proprietari e il Comune per poterla acquistare dovrebbe mettere le mani nel portafoglio e sborsare qualche milione… quello che è stato fatto sinora è soltanto uno studio di fattibilità seguito da un sondaggio per verificare eventusli disponibilità delle aziende ad insediarsi in quell’area… sembra che sia arrivato qualcosa ma niente di significativo. Il fatto che il sindaco uscente risponda alla domanda su come è cambiata Massa Marittima in questi anni menzionando il magrone… la dice lunga su quello che realmente è stato fatto = NULLA. Il Sindaco parla poi dei debiti delle vecchie amministrazioni come se fossero un qualcosa di lontano… ha dimenticato di aver fatto parte come assessore di quelle amministrazioni? Ha dimenticato quando in consiglio comunale ha difeso strenuamente quelle amministrazioni dalle accuse mosse dai consiglieri di Massa Comune? O ci vuol forse dire di aver preso le distanze… dalle gestioni del Sani?

  • Fiorenzo.Borelli says:

    Il livello di indebitamento è triplicato negli ultimi quattro anni

  • Roberto Ovi says:

    … Il Sindaco parla poi dei debiti delle vecchie amministrazioni come se fossero un qualcosa di lontano… ha dimenticato di aver fatto parte come assessore di quelle amministrazioni? …
    Non solo come assessore, caro Francesco, ma anche come consigliere comunale di maggioranza, come nella vicenda del carcere mandamentale (Delibera C.C. n°90 del 9 Settembre 1991 recante “Perizia di variante relativa al progetto di costruzione del carcere mandamentale”).
    Un carcere i cui costi, come riferito nella premessa della Delibera C.C. n°118 del 7 Maggio 1982 recante “Progetto di costruzione carcere mandamentale. Modifiche ministeriali e richieste di mutuo”, sono lievitati dall’originale somma di 182 milioni di lire del 1971, ai 360 milioni di lire nel 1975, 600 milioni di lire nel 1976, 1 miliardo e 600 milioni di lire nel 1981 e 2 miliardi e 500 milioni di lire nel 1982.
    Le cifre, unite alle incapacità politiche ed amministrative di vari uffici e soggetti, dicono più di qualsiasi critica

  • gabriele galeotti says:

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    Oltre ai suoi mille difetti, alla Bai va riconosciuto un grandissimo merito: CI HA INSEGNATO CHE COS’E’ L’IPOCRISIA. Grazie.
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