di  gabriele galeotti

 

 

 


Sandro POLI è persona di indubbie qualità morali e professionali.

 

E’ un massetano, un professionista stimato, vuole bene alla sua Cittadina e non ambisce certo ad un profitto personale, tanto meno raggiunto ai danni della Collettività.

 

Ma sta commettendo un errore clamoroso, che mal si addice alla sua personalità: STA FIDANDOSI DEL PD (per quello che è attualmente) E DEI SUOI PIU’ ILLUSTRI ESPONENTI.

 

Sta fidandosi di chi non è come lui e, in un modo o nell’altro, lo ingannerà; lo ingannerà proprio come ha fatto con chiunque altro non abbia inteso sposare le proprie direttive RIVOLTE UNICAMENTE A MANTENERE LO STATUS QUO per continuare a sguazzare nel torbido ed arricchirsi alle spalle della gente.

 

Inutile che cerchi un accordo con Sani, Bai, Giuntini, Rapezzi, Morandi, Zago ecc.

 

Gli obiettivi di costoro sono ben diversi dai suoi.

 

La moralità di costoro è ben diversa dalla sua!

 

L’amore per Massa di costoro non è minimamente paragonabile a quello che egli nutre per la nostra Cittadina.

 

La serietà politica di costoro è niente confronto alla sua.

 

 

Raggiungessero un accordo, Sandro POLI si ritroverebbe a fare il garzone nella bottega del Sani, comandato a pulire i vetri dalla Bai o costretto a scuotere lo zerbino dal Giuntini.

 

Non penso che Sandro meriti questo trattamento né che sia disposto ad accettarlo.

 

Ora, forse, gli staranno dicendo che è “uno di loro”; dopo non si faranno scrupolo a servirsi di lui e di umiliarlo come solo coloro che non hanno scrupoli sono capaci di fare.

 

Mi piacerebbe vedere in Sandro una reazione; mi piacerebbe vederlo rivendicare la sua più che meritata indipendenza politica e intellettuale.

 

Mi piacerebbe, in perfetto stile RENZIANO, vederlo affrancarsi dalla politica che ha rovinato Massa e il suo territorio.

 

Si presentasse alla Amministrative con una propria lista, magari insieme ai Repubblicani, Sandro POLI potrebbe ottenere un ottimo risultato, forse migliore di quello del Giuntini.

 

Dopo essere stati suoi acerrimi avversari, mi permetto di suggerirgli che Giuntini, Bai e Sani non potranno mai essere suoi “veri amici”.

 

Anche perché, per loro, l’amicizia non esiste.

 

 

 

 

 

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