Fonte: LA REPUBBLICA
07 gennaio 2014
Rubrica: Economia
Sos fotovoltaico: “Lo Stato ci ha abbandonato” La denuncia di un imprenditore: avevo otto dipendenti, me ne è rimasto uno part time
«AVEVO otto dipendenti addetti al settore fotovoltaico nel 2010, nel 2013 è rimasta una sola persona part time. E questo perché lo Stato ha abbandonato a se stesso il settore proprio quando stava per diventare autonomo». E’ la denuncia di Valerio Morellato, il giovane imprenditore pisano che nell’estate 2012 visse un momento di popolarità per aver rifiutato una commessa militare nonostante la sua impresa fosse in difficoltà. Dove non poté quell’obiezione di coscienza e il “no” ad un incarico redditizio, è insomma riuscita la «scelleratezza» di politiche di governo che stanno fiaccando un’azienda promettente.
«La quasi totalità delle aziende che come me operavano in questo settore — dice l’ingegnere pisano — sono scomparse o drasticamente ridimensionate: persone appassionate, che avevano acquisito
competenze e professionalità credendo ed investendo nel futuro, ora sono andate a fare altro e le strutture organizzative e produttive messe in piedi con i soldi di tutti sono state smantellate. Uno spreco di tempo, di energie e di denaro. Anche in Germania la crescita
esponenziale del fotovoltaico è stata fermata, ma non si è demolito così il settore. Certo, se invece di investire nella crescita della mia azienda mi fossi fatto anche io il mio piccolo “parco fotovoltaico” all’epoca in cui gli incentivi
erano alti (non mi mancavano conoscenza e mezzi per fare un po’ di speculazione) adesso avrei una rendita garantita. Invece ho scelto di investire sul lungo termine, nell’azienda, convinto che questo fosse il settore del domani, di cui tutti avremo bisogno».
Cosa è successo? «E’ successo — spiega Morellato — che la nostra nazione si è tirata indietro dopo essere stata pioniera, iniziando nel 2005 un costoso e moderno piano d’incentivazione all’energia solare, con l’obiettivo di dare l’avvio ad un mercato che doveva industrializzarsi, creare economie di scala e ridurre i costi di produzione, fino a fare a meno del supporto pubblico. Ce l’avevamo quasi fatta! Nel 2010 l’Italia era diventata il secondo mercato mondiale del fotovoltaico, dopo la Germania, creando più di 100 mila posti di lavoro. Dal 2008 al 2012
la produzione di energia elettrica da fonte solare è passata dallo 0,05% del fabbisogno nazionale al 5,5%. Il tasso di crescita del settore è stato di oltre il 300% annuo e l’energia elettrica che generiamo con il sole equivale oggi alla produzione di un paio di moderne centrali nucleari. Nel frattempo, l’economia di scala, la competizione, la specializzazione delle aziende hanno fatto crollare i prezzi: un impianto fotovoltaico nel 2013 costa il 70-90% in meno del 2005. In altre parole, strano a dirsi, la politica di incentivazione ha funzionato: il settore si è rafforzato, è maturato ed è diventato quasi autonomo. Quasi. Oggi continuare a sostenere questo settore costerebbe pochissimo. Invece, dal 6 luglio 2013, il fotovoltaico è incentivato solo per i privati, attraverso la detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute come una qualsiasi ristrutturazione edilizia o manutenzione straordinaria. Non esiste invece alcun incentivo se lo stesso identico impianto è realizzato sul tetto di una parrocchia, un’industria, un centro sportivo o qualunque altra realtà. Ha senso tutto questo?».
(ma.bo.)