Fonte: LA NAZIONE
31 dicembre 2013
Rubrica: Ambiente
Scarlino promosso in ambiente
C’È UNA pagella ambientale anche per Scarlino. E la situazione sembra migliore del quadro fatto dall’associazione La Duna per Follonica, dove una sola sufficienza non bastava ad alzare la media. «La pagella — dice l’autore, Marco Stefanini, ambientalista ed esponente dell’associazione La Duna — è un piccolo sunto dello stato ambientale di Scarlino. Bel territorio, senza dubbio, con sentieri tenuti abbastanza bene e percorribili a piedi, cavallo e mountain bike con diversi gradi di difficoltà. Ben tenute anche le varie Cale, dalle più famose a quelle meno frequentate. Aspettiamo però titubanti il futuro di Cala Civette dopo la notizia della vendita della proprietà e l’allargamento della strada che collega pian d’Alma a Cala Violina». Promosso anche il Padule e le piste ciclabili della zona, così come la fattoria degli asini. Ma la nota dolente è l’urbanistica: «Credo si sia costruito un po’ troppo, tanto che guardando di notte verso il paese dalla superstrada si vede un ininterrotto ammasso di luci dal borgo a Scarlino 2. Stesso problema allo Scalo, ma soprattutto al Puntone: lì c’è stato un incremento esagerato delle costruzioni e si annunciano nuovi insediamenti, mentre ancora non sono terminate le case tra il Tartana e la Fiumara. Ritengo che sia una grossa pecca aver consentito di aprire i cantieri sopra i resti archeologici rinvenuti pochi mesi fa». La spiaggia del Golfo è ampia e ricca di vegetazione, ma qualcosa lascia a desiderare. «La qualità della sabbia vicino al porto è troppo “miscelata” con gli scavi della fiumara e dell’approdo turistico. Ci sono ancora dei materiali da togliere dalla riva, mischiati alle alghe e altro. E poi il canale industriale che esce a mare al limite di Portiglioni è una vera piaga: troppe morie di pesci e molluschi, quest’anno anche d’estate. Sarebbe necessario risolvere questo problema una volta per tutte e partire con i monitoraggi in continuo, troppe volte annunciati e mai fatti». E la zona industriale? «La situazione è negativa in tutti i sensi. Per quello che c’è e per quello che emana: odori sgradevoli, rumore, inquinanti e scorie. Pian d’Alma invece non è male, almeno finché non si arriva a quelle orrende vasche di teli in plastica neri: dovevano essere impianti ittici ma sono rimasti inutilizzati». Tra gli obiettivi prioritari per gli ambientalisti c’è il restauro di Monte di Muro, che cade a pezzi. «Comunque — conclude Marco Stefanini — a parte il troppo cemento e l’impatto della zona industriale, non c’è male».