Fonte: IL TIRRENO
31 dicembre 2013
Rubrica: Ambiente
RIFIUTI, LETTERA AL SINDACO UN DIBATTITO APERTO SUBITO IN CONSIGLIO
di ROBERTO BAROCCI (*) Caro Bonifazi, è tempo di bilanci, ma è un fatto certo che Grosseto, anche prima dell’ultimo aumento della Tares, aveva le tariffe sui rifiuti tra le più alte d’Italia (vedi Ispra, “Rapporto rifiuti urbani 2013, dell’Istituto superiore di protezione dell’ambiente, capitolo 6, Valutazione dei costi di gestione dei servizi di igiene urbani in Italia, pagina 449 e seguenti). L’assessore all’ambiente Giancarlo Tei, rispondendo alle nostre critiche, ha comunicato alla stampa cifre diverse da quelle che i dirigenti del Comune di Grosseto ci hanno trasmesso con lettere protocollate, che noi abbiamo consegnato in copia ai giornalisti (protocollo 3017 del 9 gennaio 2009, dove l’assessore Monaci risponde alle nostre osservazioni promettendo il calcolo delle mancate spese; protocollo 129826 del 23 novembre 2011, dove si afferma che il corrispettivo per le frazioni differenziate è calcolato sull’intero flusso avviato ai consorzi di filiera e non per zone di produzione; protocollo 89266 del 9 agosto 2013, dove si afferma che non risultano flussi finanziari in ingresso relativi a particolari metodi di raccolta). Oltre a questo aspetto di confusione molto inquietante, la tua giunta non sembra affrontare il problema più importante. Da almeno dieci anni in altri comuni italiani si sono ridotte le tariffe dei rifiuti, applicando le buone pratiche che fanno dei rifiuti differenziati e recuperati una entrata in crescita per i bilanci pubblici, creando al contempo più occupazione stabile. Riteniamo inaccettabile che i nostri amministratori non si pongano tali obiettivi, soprattutto in questi tempi di crisi, in cui tutti i costi dei servizi di pubblica utilità (rifiuti, acqua…) sono a totale carico di noi utenti. Abbiamo denunciato come il Piano interprovinciale proposto non preveda l’obbiettivo della riduzione dei costi dei servizi e, quindi, delle bollette a nostro carico: una grave negligenza. Per attivare pratiche virtuose è necessario che i Comuni siano in grado di scegliere e, per scegliere, sapere la qualità e quantità dei flussi dei rifiuti differenziati e le entrate corrispondenti, in modo da poter valutare per correggere una situazione tra le peggiori in Italia e migliorare il servizio. Il Comune di Grosseto non sa dirci oggi (le note del Comune di Grosseto consegnate in copia alla stampa precedentemente citate) quanto la collettività incassa dalla raccolta domiciliare di Barbanella, quanto da Gorarella (abbiamo ricevuto dal Comune di Grosseto copia della nota trasmessa in data 20 novembre 2013 da Ecolat al Comune di Grosseto, dietro nostra insistente richiesta, e dove è scritto che il fatturato per «il periodo 1º maggio 2012 – 30 giugno 2013 si aggira intorno a 360mila euro»; che per gli ultimi quattordici mesi è in pratica la stessa somma che è stata iscritta al bilancio del Comune di Grosseto nel 2011 con nota protocollata 113962 del settore Ambiente del Comune di Grosseto inviataci il 16 ottobre 2012. Infine si ha copia dei contratti di servizio tra Comune di Grosseto ed Ecolat; nell’ultimo, repertorio 9378, è scritto che Ecolat si è aggiudicata la gara per l’importo di 1.239.928 esclusa Iva al 10 per cento, per cui il costo del servizio ammonta per il Comune a 1.363.920 euro, a cui va aggiunta al quota annua delle 360mila euro cedute dal Comune ad Ecolat e comunicate dalla stessa Ecolat; da quanto sopra non risulta alcuna valorizzazione della raccolta porta a porta proveniente da Gorarella) e quanto dagli altri quartieri. E non ci sembra che la scelta del Comune di Grosseto di delegare a un soggetto privato la vendita delle materie prime recuperabili dai rifiuti vada nel senso della loro valorizzazione, visto che non risulta differenziazione economica tra ciò che si recupera dai cassonetti stradali e ciò che proviene dalla raccolta porta a porta, di sicura migliore qualità e maggiore valore economico. Inoltre, abbiamo già consegnato alla stampa la nota (protocollo 3017 del 9 gennaio 2009) con cui l’assessore all’ambiente Monaci nel 2009 ci prometteva che il Comune di Grosseto avrebbe quantificato, oltre alle maggiori entrate «per la migliore qualità degli stessi (rifiuti)» tutte le minori spese che il Comune prevedeva che si sarebbero registrate con la raccolta domiciliare e che non sono di poco conto, dalla «eliminazione dell’attuale servizio di raccolta (con i cassonetti stradali)» al «minore conferimento di rifiuti in discarica (indifferenziati)», alle «minori spese per il tributo speciale (le multe per mancati obiettivi di raccolta)». Così scriveva l’assessore, ma se tutto questo a distanza di quattro anni non è stato ancora realizzato vuol dire che la tua giunta non ha la volontà/possibilità di fare bilanci seri, documentati, di scegliere perseguendo l’interesse pubblico, sapendo quali sono le forme di raccolta migliori e più vantaggiose sperimentate in città (abbiamo potuto raccogliere tra gli amministratori pubblici del Comune di Grosseto diverse opinioni errate in merito a presunti maggiori costi della raccolta porta a porta, smentiti dai dati pubblicati dall’Ispra del ministero dell’Ambiente; tabella 6.5 del Rapporto rifiuti 2013). Questa amministrazione è priva di rendiconti puntuali e, pertanto, non può avere una strategia per raggiungere l’obbiettivo di riduzione e di differenziazione dei rifiuti al 70 per cento, previsti nel Piano nel 2020. Senza un programma di azioni si confermeranno i risultati fallimentari di oggi, essendo la raccolta differenziata al 30 per cento. È per questo che ti chiediamo coraggio e ti chiediamo di aprire al più presto un dibattito aperto e qualificato in seno al consiglio comunale per arrivare ad una reale svolta delineando un programma di azioni, prima che come presidente dell’assemblea dei sindaci nell’Ato rifiuti, si avallino con il Piano sui rifiuti scelte errate, che si scaricano ancora sulle tasche dei cittadini, degli artigiani e dei commercianti. Scusa la franchezza, ma ci sembra necessaria». (*) Forum Ambientalista Grosseto