tratto da www.liberoquotidiano.it
L’ex senatore PD Luigi Lusi condannato dalla sezione giurisdizionale del Lazio per danno erariale: usò per sé denaro destinato al partito
La Corte dei Conti stanga Luigi Lusi, il tesoriere della ex Margherita, e lo condanna, per danno erariale, al pagamento di 22 milioni e 810 mila euro. Soldi pubblici che l’ex senatore si è via via intascato, a partire dal 2002, da quando ricevette l’incarico di controllare le entrate e le uscite del partito cui erano destinati i finanziamenti.
OPERAZIONI SOSPETTE – I guai per il tesoriere arrivarono nel 2012, quando la Banca d’Italia segnalò un’operazione ritenuta sospetta, relativa all’acquisto di un appartamento in via Monserrato, a Roma, a due passi da piazza Navona. Gli inquirenti iniziarono a spulciare nei conti della Margherita. E si convinsero che, ricorrendo anche a due società estere, la TTT srl e la Paradiso, Lusi – dapprima tesoriere della Margherita, cotesoriere di Uniti per l’Ulivo e tesoriere europeo dell’European Democratic party e infine entrato nel Pd – era riuscito a mettere le mani su circa 23 milioni di rimborsi elettorali, dirottandoli in Canada e poi facendoli rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Danaro da impiegare in investimenti immobiliari a Roma, a Genzano, centro dei Castelli Romani, e in provincia di L’Aquila. Appunto: soldi del partito, rimborsi elettorali e di altri finanziamenti provenienti dal Partito democratico, che Lusi gestì come fossero suoi.
IL SENATO AUTORIZZA ARRESTO – Poi l’arresto, autorizzato dal Senato a scrutinio palese, e il rinvio a giudizio dopo il quale è cominciato il processo penale davanti alla IV sezione del tribunale di Roma.
IL GIUDIZIO CONTABILE – Nel frattempo la Corte dei Conti ha deciso di avviare il procedimento per danno erariale. La motivazione della condanna 914/2013 è stata depositata in Cancelleria nella giornata del 30 dicembre. L’ex tesoriere – che peraltro ha annunciato la restituzione del danaro, sia pure «ridimensionando», in sede civile e penale, la somma a circa 16 milioni – è stato condannato a pagare, appunto, i 22 milioni di euro. Che per la sezione giurisdizionale del Lazio presieduta da Ivan De Musso equivalgono al flusso di danaro pubblico – da restituire al ministero delle Finanze e non alla Margherita, estromessa dal giudizio – passato tra le su mani.
LA MARGHERITA – «Fallisce il tentativo di Lusi di ottenere uno “sconto” dalla Corte dei Conti». Lo dichiara in una nota l’Ufficio Stampa della Margherita. «Resta fermo – continua la nota – che la sede fondamentale per l’ottenimento della giustizia dai ladrocini e dalle calunnie dell’ex tesoriere è quella penale e, successivamente, quella civile. Confermiamo che la Margherita continua a perseguire l’ex tesoriere, i suoi complici e familiari in ogni sede con l’obiettivo, già stabilito, di donare tutto il maltolto allo Stato italiano».
LUSI:«SOLDI ALLO STATO» – Anche l’ex senatore Pd però brinda in qualche modo vittoria. «La decisione della Corte dei Conti – afferma l’avvocato Renato Archidiacono che lo ha difeso assieme a Luca Petrucci – è in linea con quanto da mesi il nostro assistito afferma: quei soldi devono essere restituiti allo Stato e non alla Margherita».
Invito Lusi a rendere quanto da egli indebitamente percepito e ad avere maggior fiducia nella magistratura contabile. L’esperienza dimostra che le sentenze di primo grado possono anche essere cambiate