Fonte: IL TIRRENO

24 dicembre 2013

 

Rubrica: Panorama politico

L’ASSESSORE ALL’AMBIENTE Scelta politica e pressioni «Così è nata l’anomalia»

rifiuti

 

GROSSETO Le critiche mosse al nuovo Piano interprovinciale dei rifiuti dai comitati Beni Comuni e No all’Inceneritore sono aspre. Il 30 ottobre, in un’intervista al Tirreno, l’assessore provinciale all’Ambiente, Patrizia Siveri, disse che gli errori del vecchio Piano sarebbero stati corretti in questo nuovo. Assessore, i comitati dicono che gli errori ci sono ancora e li imputano al fatto che il Piano sarebbe stato fatto dagli autori di quello vecchio. «Falso. La parte tecnica e il lavoro di fondo li ha fatti Soluzione Ambiente, società di progettazione selezionata con gara pubblica dalla Provincia di Arezzo nel 2008. Noi l’abbiamo trovata. E non credo proprio sia la stessa del Piano precedente». Contributi dai grossetani? «Nel 2002 il dirigente provinciale all’Ambiente era Pettini, che è in pensione da un anno. Quindi il nuovo Piano l’hanno seguito Sammuri, che prima era al Parco della Maremma, e Luschi che ha l’area Ambiente solo da novembre, mentre prima era ai Lavori pubblici. Elisabetta Lenzi l’ha seguito come funzionario e arriva anche lei da altri settori». E la continuità politica? «Il Piano precedente è stato redatto sotto la prima giunta Scheggi, con assessore all’Ambiente Bramerini. Se si vuole dire questo…». I comitati lamentano che si continui a prevedere un incremento della produzione di rifiuti, quando lei stessa disse che le previsioni del vecchio Piano erano esagerate. «Ma in questo Piano noi abbiamo assunto la produzione del 2010 che è quella media al netto della crisi economica. Che non è eterna». I comitati sollevano, poi, presunti conflitti di interesse. «Su Grosseto l’impiantistica non è pubblica ma in mano ai privati: Scarlino Energia è dei privati e questa è forse l’unica anomalia del Piano. Per Arezzo e Siena non è così». In che senso? «Io l’inceneritore nel Piano ce l’avrei messo e riconosco che il Piano senza l’inceneritore è un’anomalia». Se pensa che il Piano abbia un’anomalia, perché lo ha concepito così? «No, non io. E comunque è il consiglio provinciale che lo deve approvare». Ma il consiglio si esprime su un documento che la giunta gli propone. E lei è l’assessore di riferimento. «Non è stata una proposta mia. È stata una scelta politica». Di chi? «L’abbiamo deciso con i gruppi di maggioranza. La maggioranza ha fatto pressioni. Del resto se non si scriveva così, il consiglio non l’avrebbe votato». A quando, dunque, il voto? «A gennaio il Piano va in commissione, poi passa in consiglio per l’approvazione». Francesca Ferri

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