Fonte: LA NAZIONE

20 dicembre 2013

 

Rubrica: Altro

Ospitalità ai profughi Ringraziamenti alla Sds anche dal Vaticano

solidarietà

 

di GIANFRANCO BENI

ARRIVA dal Vaticano il ringraziamento alla società della salute «Colline Metallifere» per l’ospitalità rivolta ai profughi africani e non solo nei centri di accoglienza appositamente allestiti nell’Alta Maremma. A darne la notizia, con ovvia soddisfazione è il presidente della stessa SdS nonché assessore alle politiche sociali e sanitarie di Massa Marittima Luciano Fedeli, esibendo una nota a firma del presidente del Pontificium Consilium De Spirituali Migrantium Atque Itinerantium Cura cardinale Antonio Maria Vegliò.

«IL CAMMINO messo in atto con virtuosa sinergia fra le parti sociali e istituzionali del territorio grossetano — afferma il cardinale Vegliò —, risponde con maturità e un calore evangelico al servizio del più bisognoso. La vostra esperienza a sostegno dei richiedenti asilo — prosegue la nota —, crea una cultura della solidarietà attraverso un impegno concreto della tutela dei diritti umani e dimostra come sia stato possibile realizzare un percorso dal volto umano». Per la cronaca l’arrivo dei profughi al centro di accoglienza aperto al rifugio Sant’Anna di Massa Marittima si è sviluppato su due fasi temporali diverse. La prima dall’aprile al giugno 2011 con l’arrivo di 45 tunisini con la qualifica di «migranti» che ha consentito loro dopo il rilascio dei permessi di soggiorno di trasferirsi altrove in tempi molto rapidi. La seconda ondata di arrivi a partire dal 7 maggio 2011 con 171 ospiti tutti provenienti dalla Libia con caratteristica di «richiedenti asilo», accolti inizialmente 121 nel Comune di Massa Marittima, 17 in quello di Montieri, 23 a Scarlino e 10 a Follonica, tutti sempre sotto il controllo della Società della Salute. Rispetto alla prima, questa seconda fase è da subito risultata più complessa sia per le differenti nazionalità di origine degli ospiti, sia per i drammi umani che molti di loro hanno attraversato. Al di là delle oggettive difficoltà, il presidente della società della salute Luciano Fedeli ha sottolineato di «non condividere chi rifiuta a priori l’accoglienza, chi fa di essa un elemento sul quale riversare troppe attenzioni e pretendere che si investano risorse straordinarie perché questo fa sentire diverso chi in Italia ha meno possibilità».

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