Fonte: LA NAZIONE

13 dicembre 2013

 

 

RIFUGIATI IL SISTEMA DI GESTIONE ECONOMICA HA DATO BUONI RISULTATI

 

«La nostra accoglienza fa scuola» L’esperienza dei profughi al S.Anna è stata apprezzata in Regione

 

di GIANFRANCO BENI

APPREZZAMENTO della Regione Toscana per l’opera di gestione e coordinamento svolta dalla Società della Salute Colline Metallifere durante il periodo di permanenza dei profughi africani ai Centri di Accoglienza aperti nei Comuni di Massa Marittima, Montieri, Scarlino e Follonica.Consensi in particolare sono venuti dal sistema di gestione economico e amministrativa che ha evidenziato come «il modello di accoglienza utilizzato, caratterizzato da un coinvolgimento ampio e diffuso di enti locali e soggetti del terzo settore del territorio, rappresenti un valido elemento per la definizione delle nuove prospettive di sviluppo del sistema nazionale di protezione dei richiedenti e titolari di protezione internazionale». L’esperienza condotta nel contesto delle Colline Metallifere ha dunque rappresentato un’eccellenza all’interno della Toscana e la conduzione dell’accoglienza dei profughi provenienti dal Nord Africa ha contribuito alla crescita civile e culturale del territorio interessato e alla valorizzazione del modello di accoglienza diffusa proposto dalla Regione Toscana. Un’esperienza questa che ha generato nel territorio anche una positiva ricaduta di carattere economico in considerazione dei quasi due milioni utilizzati nell’ambito della conduzione dei percorsi di accoglienza, eriversatasi sul tessuto economico commerciale. «Grazie alla rete che si è sviluppata sul territorio, ha ricordato il presidente della SdS Luciano Fedeli — abbiamo dato risposte importanti e immediate. Non ci siamo tirati indietro, abbiamo affrontato l’emergenza umanitaria mettendo in questa missione competenze e sentimenti». Alcune cifre per meglio evidenziare la portata dell’intervento: 171 profughi, di cui 121 a Massa, 17 a Montieri, 23 a Scarlino e 10 a Follonica, 121 i soggetti che hanno fatto parte della rete territoriale svolgendo attività di vario genere, 500 le persone che hanno lavorato gratuitamente per la gestione dei campi, 12 i soggetti operanti in settori dei servizi pubblici, 6 le cooperative sociali, 39 i soggetti privati, 16 le associazioni di volontariato, 19 gli enti che hanno messo a disposizione personale, 10 gli enti istituzionali. «Grazie alle attività messe in campo — ha concluso Fedeli — sono stati creati anche posti di lavoro».

 

 

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