LA NAZIONE

10 dicembre 2013

Rubrica: Panorama politico

 

 

POSIZIONI A CONFRONTO

 

Sani: «Ora serve compattezza»

 

Marras: «L’esito era nell’aria»

 

 

«C’è stata la forte affermazione di Matteo Renzi anche in Maremma e naturalmente si deve riconoscere la sua leadership». L’onorevole maremmano Luca Sani, si complimenta con Renzi, augurandogli un «buon lavoro con il sostegno leale di tutto il Pd», ma ribadisce di aver «votato per Gianni Cuperlo, per riprendere il cammino della sinistra». «In questo momento — afferma Sani — ci deve essere compattezza. Il Pd ha dimostrato di essere una forza credibile in questo Paese, grazie alla forte affluenza al voto e ad un impianto democratico che altri partiti non hanno. Adesso — prosegue — bisogna dare una risposta al cambiamento che i cittadini chiedono. E’ l’ora di mettersi a lavorare seriamente per la riforma elettorale e delle istituzioni». Ha votato Cuperlo anche il consigliere regionale Lucia Matergi, così come afferma via internet: «Ho votato Cuperlo e faccio parte di una minoranza del Pd. Non mi dispiace, perché credo nel partito di massa come partito di tante idee. Da convogliare bene in obiettivi possibili, superando le tentazioni di rivincite. Al lavoro in nome del confronto». Dalla direzione provinciale del Partito Democratico ha «appoggiato Cuperlo» anche Alessandro Militello: «Sono molto soddisfatto soprattutto per come ha funzionato la macchina organizzativa in occasione delle primarie. E questo grazie soprattutto ai tanti volontari, oltre trecento, e ai nuovi dirigenti territoriali che in poco tempo hanno garantito che tutto si svolgesse in maniera funzionale». Voto vincente quello del presidente della Provincia, Leonardo Marras, che ha sostenuto Matteo Renzi: «Ho votato con convinzione Renzi. E come me la maggior parte degli italiani: è un dato incontrovertibile, gli elettori del Pd appoggiano chi affronta la situazione con una chiarezza di comunicazione e con coraggio. Renzi — aggiunge — affronta il cambiamento con la radicalità che serve. La capacità di esprimere il suo progetto politico è stata vincente. Si sentiva la voglia di cambiamento, il risultato era nell’aria. Ma non si immaginavano queste dimensioni». Esulta anche Marco Simiani, candidato nelle primarie provinciali alla segreteria del Pd: «Il meglio sta arrivando. Nei seggi dove si è votato si comprendeva la speranza. Oggi tutti quei desideri sono diventati un impegno firmato con quasi tre milioni di voti. Le primarie — aggiunge Simiani — hanno questo in più rispetto alle liturgie ormai vecchie dei congressi di partito: non c’è un processo di selezione tra pochi, ma la partecipazione diretta. Credo che noi tutti si debba comprendere questo e restare in quei seggi, nei gazebo, senza rinchiuderci di nuovo nelle trattative tra gruppi».

 

 

4 Commenti a “Un onorevole silenzio: questo è quello in cui Sani avrebbe dovuto rifugiarsi”

  • antoniosartori says:

    A partire dal commento di Luca Sani “…ribadisce di aver «votato per Gianni Cuperlo, per riprendere il cammino della sinistra»”, ma resta tutto da capire di quale sinistra lui parla eseguendo tutto il resto dell’articolo si dovrebbe ripetere una storica frase “non ci resta che piangere” oppure “lasciate ogni speranza…..”.Tutte le dichiarazioni riportate nell’articolo descrivono logiche di analisi e ragionamento a dir poco preoocupanti come quelle finali di Simiani “«Il meglio sta arrivando. Nei seggi dove si è votato si comprendeva la speranza….” .Ho conosciuto per bene Renzi a Firenze nel 2004 nel corso della campagna elettorale per le elezioni provinciali e non mi ha mai convinto, ma non per l’inesperienza perche nonostante la giovane età era gia un navigato politico di pura matrice democristiana, ma per una lunga serie di affermazioni da lui motivate motivate sulla prevalenza delle logiche del mercato e sulla necessità della riduzione dei ruoli e delle funzioni dello stato sociale, meglio noto all’inglese come “welfare”.antonio

  • Roberto Ovi says:

    Nel 2000, caro Antonio, fu Giuliano Amato, allora Presidente del Consiglio dei Ministri, a parlare pubblicamente della necessità di passare dal Welfare State al Welfare Community.
    Mai come ora lo Stato, le Regioni e gli enti locali hanno le mani in pasta sui servizi sociali e socio assistenziali gestiti, come al solito, per usare un cortese eufemismo, in maniera piuttosto inefficiente.
    Nello stesso anno lo stesso Amato esprimeva preoccupazioni per il crearsi di tante, troppe, EFIM locali, ovvero società partecipate di assai dubbia utilità, efficienza ed economicità.
    Mai come adesso, invece, le società partecipate saturano in modo inefficiente spazi che dovrebbero essere più propriamente occupati dall’iniziativa privata (la cosiddetta sussidiarietà orizzontale).
    Giuliano Amato, a detta di molti, è stato il più autorevole presidente dell’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza (c.d. Antitrust), dove fu nominato nel 1994 dal Governo Berlusconi.
    Eppure, tornato Presidente del Consiglio dei Ministri nel 2000 per l’opposta coalizione di centro sinistra, è stato il presidente dell’esecutivo che meno di tutti ha raccolto i propri autorevoli pareri in materia di apertura dei servizi alla concorrenza.
    Mi sembra di ricordare che Amato non fosse democristiano. E non mi pare fosse democristiano nemmeno il suo predecessore alla carica di Primo Ministro. Ma qualche impertinente economista, giurista ed uomo d’affari definì Palazzo Chigi di quel tempo come “l’unica merchant bank dove non si parla inglese”.
    La politica si è presa la propria rivincita. Il PCI ha tanto bramato per smembrare la DC ed accorpare la sinistra democristiana. Ora la sinistra democristiana si sta mangiando il PCI/PDS/DS/PD. Oltre alla condanna della storia, i comunisti sono stati sopraffatti anche dalla più banale cronaca. Caro Antonio, estendi i miei più sentiti complimenti ai compagni

    • antoniosartori says:

      vedi Roberto che quello che forse non hai mai capito è che con il PCI e con quel che ne è seguito io ho chiuso definitivamente nel 1992.   Quindi le osservazioni che fai per me sono solo valutazioni storico/politiche che ognuno è libero ed ha diritto di fare ma che a me in quanto ipotetico appartente sono decisamente fuori luogo.A 18 anni ho deciso che i “misteri della fede” con cui il prete a Treviso riempiva la messa non li accettavo e per questo dopo una lunga ricerca e analisi critica ho deciso che non potevo essere in nessun modo cattolico.   Ho anche deciso che non avrei accettato in nessun luogo qualsiasi mistero della fede tanto meno quelli della politica e delle ideologie.   Una decisione impegnativa e costosa ma a cui non ho mai derogato e più vado avanti più sono convinto di quella scelta.Sono e nota bene l’ordine ed il significato delle parole “un laico che rifugge qualsiasi religione e approcio fideistico/ideologico che poi ha fatto  delle scelte politiche e sociali anche importanti in relazione a valutazioni di impegno civile e sociale che comunque erano sempre sotto verifica ed esame”.   Si vive un po isolati e da cani sciolti ma questo è uno dei prezzi da pagare e va accettato.Quando importanti coerenze e valori sparivano o venivano snaturati mi sono sempre ribellato, nel medioevo sarei sicuramente finito al rogo come eretico diverse volte.    Oggi ritengo che TUTTE LE TERMINOLOGIE E CONCETTI DEL PASSATO a tutto campo vadano buttati e ripensati completamente.   Non ritiriamoli fuori inutilemente ogni momento, c’è ben altro e ben più importante da pensare e di cui preoccuparsi, anche se rimettersi in discussione per l’ennesima volta e abbandonare certezze più o meno teologiche è difficile.In quanto ad Amato trova qualche esempio più significativo per ricordare ed analizzare i tempi passati e perdi un po meno tempo nella difesa a prescindere della vecchia DC.   In Italia siamo in questa mare di merda e non c’è nessuno che possa rivendicare qualsiasi tipo di verginità. Se poi la vittoria di Renzi è la vittoria della politica che si prende la rivincità allora siamo messi proprio bene !!!!

  • Roberto Ovi says:

    Credo che voi di sinistra, qualunque sia la vostra impostazione, siete un pò troppo elitari, e non vi confondete con la povera gente, che avreste la supponenza (purtroppo solo questa) di rappresentare. I risultati elettorali, nazionali, regionali e locali, stanno lì a testimoniarlo.
    Di quanto hai scritto, forse a causa della mia bassa scolarità, ho capito molto poco. E credo che la gran parte dei navigatori di questo sito, verosimilmente molto più intelligenti ed acculturati di chi scrive, si trovino nelle stesse condizioni.
    Forse non segui molto il sito e magari, forse tuo malgrando, i miei modesti post, altrimenti non avresti detto che “difendo la DC a prescindere”. Le critiche che le ho rivolto, anzi, sono state spesso impietose. Quindi il concetto di verginità rivolgilo a qualche altro tuo compagnuccio che avrebbe anche la velleità di sollevare questioni morali.
    IO NON CREDO CHE TUTTE LE TERMINOLOGIE ED I CONCETTI DEL PASSATO VADANO BUTTATI E RIPENSATI COMPLETAMENTE. QUESTO E’ IL CLASSICO TEMA POSTO DA COLORO LE CUI IDEOLOGIE SONO STATE SCONFITTE DALLA STORIA, E VORREBBERO BUTTARE NEL CALDERONE ANCHE QUELLE DEGLI ALTRI. COME A DIRE “SIAMO TUTTI UGUALI”.
    IO, E CON ME COLORO CHE SONO STATI LIBERALI, REPUBBLICANI, SOCIALDEMOCRATICI, HO L’ORGOGLIO DI AVER FATTO PARTE UN PARTITO CHE, COME QUELLI SOPRA ELENCATI, AVRANNO FATTO MOLTI ERRORI, MA CHE HANNO SEMPRE AVUTO BEN CHIARO IL CONCETTO DI LIBERTA’.
    Se siamo nella merda, come realmente siamo, io credo che vadano ampliati gli spazi di iniziativa dei privati, riorganizzando drasticamente le funzioni dello Stato e respingendo l’espandersi dell’invadenza pubblica, nella quale galleggiano persone di dubbie capacità, che hanno spesso a cuore interessi diversi rispetto a quelli della povera gente.
    E soprattutto, e non da oggi, chiedo non meno Europa ma di più Europa e, da riformista, guardo alla prossima entrata in vigore nel 2015 del FISCAL COMPACT come un’opportunità e non come un pericolo, che ci costringe a fare i conti con problemi che abbiamo sempre voluto eludere, fin dall’istituzione della CEE nel 1958 dove, non a caso, c’era un PROTOCOLLO AGGIUNTIVO PER L’ITALIA, nel quale si teneva conto delle condizioni di arretratezza del nostro paese, specie nel mezzogiorno.
    Tu, caro Antonio, cosa proponi? Un caro saluto

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