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Fonte: IL TIRRENO

10 dicembre 2013

 

 

 

 

Roma ripropone i tagli: 19 piccoli ospedali a rischio Rossi :

«Sarebbe assurdo, noi abbiamo già razionalizzato il sistema sanitario passando da 92 a 38 strutture. Io non ci sto, dovranno passare sul mio corpo»

 

 

 

 

di Stefano Taglione La partita per salvare i piccoli ospedali è ancora tutta da giocare. A rischio chiusura, in Toscana, ci sono 19 presidi con meno di 120 posti letto. Fra questi Orbetello, Pontremoli e Portoferraio. Ciò che l’assessore regionale alla salute, Luigi Marroni, vuole impedire – razionalizzando le spese e, allo stesso tempo, specializzando in una disciplina medica ogni nosocomio periferico – potrebbe essere vanificato da una lista del ministero della Salute, contenente i 175 piccoli ospedali italiani da tagliare. L’elenco è stato pubblicato dal quotidiano La Stampa, mentre da Roma non filtrano ulteriori dichiarazioni. Il governatore della Toscana, Enrico Rossi, ha precisato che la Regione «ha già razionalizzato il sistema sanitario, passando da 92 a 38 ospedali» e che sarebbe «una sciocchezza tirare un rigo sotto i 120 posti letto». «Ci sono dei gioielli di queste dimensioni – ha aggiunto Rossi – Certo i piccoli ospedali devono fare il loro, ad esempio noi ci facciamo l’oncologia, la specialistica, la chirurgia programmata, la medicina. La diagnostica si fa in via telematica con i nosocomi più grandi. Perché le dovremmo togliere? – chiede il presidente della Regione – In Italia abbiamo la spesa sanitaria più bassa di Gran Bretagna, Francia e Germania. In Toscana abbiamo i bilanci in pari e certificati. Dovranno passare sul mio corpo – conclude Rossi – Io non ci sto». Dello stesso parere l’assessore alla salute, Luigi Marroni. «Ho visto la lista – spiega l’ex direttore dell’Asl di Firenze – ma penso che il lavoro che stiamo facendo sui piccoli ospedali eviterà la loro chiusura. Inoltre – continua Marroni – non credo che il parametro dei posti letto sia il più adeguato per prendere decisioni così importanti. Vanno presi in considerazione anche i risultati operativi». Marroni ha rivelato di «non aver ancora ricevuto comunicazioni da Roma» e confida in una convocazione da parte del ministro Beatrice Lorenzin. «Quando ci chiamerà – spiega l’assessore – le illustreremo quanto fatto. Ritengo che le soluzioni da noi proposte siano le migliori per garantire la sopravvivenza dei piccoli ospedali». Marroni vuole assicurare ovunque stessi protocolli e pari livelli qualitativi, mantenendo nei piccoli presidi gli interventi essenziali o di routine. Un compito non facile quello dell’assessore, da una parte chiamato a garantire un diritto costituzionale e dall’altra a salvaguardare un bilancio gravato dalla riduzione dei finanziamenti. Inoltre, ogni decisione provoca le proteste dei cittadini, che chiedono alle istituzioni un accesso alle cure equivalente rispetto a chi vive in città. «In ottica scientifica è giusto mantenere negli ospedali un numero adeguato di interventi l’anno – spiega il vicepresidente della commissione sanità, Stefano Mugnai – ma dobbiamo evitare il rischio di nascite in autostrada, come tavolta accade in Lunigiana». «Non accetteremo diktat da Roma», è invece il commento del presidente della commissione Marco Remaschi.

 

I piccoli ospedali toscani

 

Volterra, Portoferraio, Massa Marittima, Borgo San Lorenzo, Fivizzano, Pontremoli, Barga, Castelnuovo Garfagnana, San Marcello Pistoiese, Abbadia San Salvatore, Casentino, Valdichiana La Fratta, San Sepolcro, Castel del Piano, Orbetello, Pitigliano, Figline, IOT (Firenze), Castelfiorentino.

 

 

 

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