Fonte: CORRIERE DI MAREMMA
02 dicembre 2013
Rubrica: Sanità
“Valentina Col poteva essere salvata”
GROSSETO Era caduta durante una vacanza a Palinuro, poi, qualche giorno dopo, a Orbetello, il ricovero in ospedale e nel giro di pochi giorni la morte. Una morte “evitabile quindi prevedibile”, e ancora: una morte causatadaunaserie di“imperdonabili superficialità e negligenze” commesse dai medici dell’ospedale di Orbetello. Adistanza di poco più di tremesi da quel maledetto 25 agosto, gli ispettori del Ministero della Salute hannoconcluso l’ndagine sullamorte diValentina Col, la ragazzina romana di 17 anni morta all’ospedale di Orbetello. I risultati di quella indagine sono stati pubblicati sul sito del Messaggero diRoma.AuccidereValentina Col è stata un’embolia polmonare massiva, determinata da una trombosi dellavenailiaca sinistra. In pratica, alla ragazzina è improvvisamentepartitounembolodallagamba sinistra che è arrivato al polmonegiàdebilitatodaun’infezioneacuta, forse addirittura antecedente o concomitante con la caduta sulla spiaggia di Marina di Camerota avvenuta prima di Ferragosto. Dieci gli indagati, novemedici di Orbetello piùunradiologodella clinicaCobellis di Vallo della Lucania dove Valentina il 19 agosto si sottopose a una lastra. Lafamiglia della giovane è pronta a costituirsi parte civile. “I medici che hanno commesso questi errori gravissimi devono pagare”, dice la mamma della ragazza. Secondo gli esperti del Ministero l’ospedale di Orbetello non era in grado di accogliere pazienti giovani. “Nell’ospedale – scrivono nella relazione – era in atto una riorganizzazione mal’esperienza clinica della struttura era decisamente limitata alla curadianziani e di malati cronici. Per questo si sollevano interrogativi sulla competenza degli operatori dell’ospedale in merito alla presa in carico di pazienti giovani”. Secondo il rapporto, inoltre, imedici non avrebbero rispettato il protocollo standard: “L’organizzazione del reparto di medicina generale prevede dei briefingmattutini sui singoli casi e l’assegnazioneaogni pazientediunmedicotutor. Nonostantequeste prescrizioni, l’indagine avrebbe rilevato “l’assenza di qualunque annotazione sulla cartella clinica di Valentina da parte del medico tutor”. Ancora: “La prima riunione coordinata dal medico del reparto in cuiValentina era ricoverata – secondo gli esperti del ministero – si è tenuta solo il 24 agosto, ovvero alla vigilia del decesso”. Nel mirino degli ispettori anche la scheda clinica definita “routinaria e superficiale”. Gli ispettori denunciano infine “il mancato coinvolgimento delle competenze pediatriche presenti all’interno dell’ospedale”. Sconcerto, rabbia, dolore: questi i sentimenti di allora ma soprattutto dioggi, alla lettura della relazione degli ispettori ministeriali. La procura di Grosseto avviò subito un’inchiesta. “Di sicuro – disse il procuratore capo Francesco Verusio -siamodi fronteauncaso insolito. Checoinvolgeunabambina,perché una bambina era, apparentemente sana”.Aquanto pare la relazione è già nelle mani del pubblico ministero Laura D’Amelio, titolare delle indagini, che dovrà decidere in merito al proseguimento delle indagini stesse. Certo è che si tratta di una relazione che farà di sicuro discutere.