Fonte: CORRIERE FIORENTINO

29 novembre 2013

 

Rubrica: Sanità

«Residenze per anziani, la metà rischia di chiudere»

 

Il 5o% delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) in Toscana rischia di chiudere. A lanciare l’allarme sono le associazioni che rappresentano le oltre 350 (ex) case di riposo: i rappresentanti di Araste, Uneba, Arat e Arsat, ieri in audizione dalla IV commissione sanità, chiedono un intervento immediato dell’assessore regionale Luigi Marroni per frenare una situazione definita «drammatica» che in due anni potrebbe significare la perdita di quasi tremila posti di lavoro. In pratica parte del personale che lavora nelle strutture private (convenzionate con la Regione) che ospitano pazienti, in larga parte anziani non autosufficienti. In Toscana le Rsa offrono diecimila posti letto e impiegano ottomila persone.

 

Per ciascun «ricovero» ogni Asl stanzia una quota quotidiana di circa 52 euro, il resto (circa 55 euro) è versato dal paziente in base al reddito. Per i più poveri, paga il Comune di residenza: «Da tre anni chiediamo alla Regione un adeguamento all’indice Istat della quota sanitaria, ma soprattutto che sia rispettato il diritto dei cittadini di scegliere dove curarsi» spiega Paolo Moneti, presidente Anaste. Le associazioni delle Rsa puntano il dito contro le Asl che, denuncia Moneti, «impongono ai pazienti di rivolgersi alle case di cura gestite dalle cooperative per conto delle Asl». Un fenomeno che riguarderebbe tutte le Aziende sanitarie, ad eccezione di Firenze. Sull’aspetto economico, adeguare il rimborso all’indice Istat significherebbe un’entrata (conteggiando gli ultimi tre anni) di circa 7 milioni e mezzo. «Verificheremo se alcune Asl violano la legge» assicura l’assessore Marroni, che ha incontrato le associazioni di categorie e promesso una risposta (anche per la questione economica) entro Natale. A ì è una chiara volontà di alcune Asl di indirizzare gli utenti verso strutture specifiche, anche contro la volontà dei cittadini denuncia Stefano Mugnai (nella foto), vicepresidente della commissione Sanità (Pdl) – Questa è una chiara negazione del principio della libertà di scelta, sancito dalla legge regionale sull’accreditamento».

Un Commento a “«Residenze per anziani, la metà rischia di chiudere»”

  • f.bonuccelli says:

    Anche il Falusi è ormai utilizzato per poco più del 50% della capienza. Le rette altissime e l’obbligo per gli  ospiti di prendere la residenza all’ interno della struttura- con conseguente valutazione della propria abitazione come”SECONDA CASA”a tutti gli effetti fiscali – rende ormai improponibile per molte famiglie massetane l’ idea di ricoverare i propri anziani al Falusi, anche per un periodo limitato. La convivenza forzata con un anziano- spesso con demenza o con autosufficienza limitata- ha dei risvolti molto pesanti in termini psicologici e di gestione del” menage ” familiare. Molte famiglie rischiano letteramente di”scoppiare”

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