IL TIRRENO
Ambiente
«Ora il Comune si unisca a noi» Inceneritore, dopo lo stop del TAR appello al sindaco Baldi per l’azione collettiva
FOLLONICA «Rinnovo il mio appello al sindaco Eleonora Baldi, con più forza e più convinzione: il Comune di Follonica si unisca alla nostra azione legale in sede civile, l’unica strada concreta che a questo punto appare ancora percorribile per bloccare l’inceneritore di Scarlino». Così l’avvocato Roberto Fazzi all’indomani del secondo colpo di fila inflitto dal TAR della Toscana a quelli che l’inceneritore non lo vogliono: dopo aver bocciato Wwf e Comitato del No, il tribunale fiorentino ha “replicato in fotocopia” la sentenza sul ricorso gemello con il quale anche il Comune di Follonica chiedeva ai giudici di riconoscere l’illegittimità delle ultime autorizzazioni rilasciate dalla Provincia di Grosseto all’impianto di Scarlino Energia. Da un punto di vista dei “contenuti” ambientalisti e Comune (che alcuni mesi fa avevano già fatto cancellare per via giudiziaria le precedenti autorizzazioni) erano molto fiduciosi nella vittoria bis. Invece hanno perso, subendo una sconfitta che brucia ancora di più perché quei contenuti – il merito della questione, se cioè l’attività dell’inceneritore sia legittima o no – i giudici neppure li hanno discussi per via di un vizio intrinseco dei ricorsi, indirizzati contro la “vecchia” Scarlino Energia che (cambiata partita Iva) è stata sostituita da una “nuova” Scarlino Energia oggi titolare delle autorizzazioni. Contro quest’ultima andavano dunque indirizzati i ricorsi, e non contro la precedente. Un errore formale, insomma, ma la forma in questi casi è sostanza ed è difficile pensare che in sede di appello il Consiglio di Stato possa ignorare questo ostacolo preliminare. «Ecco perché – incalza l’avvocato Fazzi – ora più che mai auspico che il Comune si unisca alla nostra azione collettiva, la prima udienza della quale è già fissata per il 3 dicembre. Il Comune tra l’altro _ sottolinea Fazzi _ secondo la nostra giurisprudenza è il soggetto esponenziale più legittimato in assoluto a intervenire in cause collettive a tutela del diritto alla salute». L’avvocato ribadisce che l’azione in sede civile non intacca in alcun modo il possibile buon esito dei ricorsi amministrativi pendenti, e annuncia una novità: «Anche il Comune di Parma (guidato da un sindaco a 5 Stelle che della guerra a un inceneritore ha fatto la sua bandiera, ndr.) dopo i tentativi inutili per via amministrativa sta valutando l’opzione dell’azione civile collettiva. E siamo in contatto per confrontare le nostre esperienze».