Fonte: IL TIRRENO
26 novembre 2013
Rubrica: Ambiente
ITALIA NOSTRA ALLUVIONI, QUANTI ERRORI DEI POLITICI
di MICHELE SCOLA (*) I tragici eventi di questi giorni rimettono in primo piano il problema dei cambiamenti climatici e della fragilità idrogeologica del territorio. Temi di cui l’agenda politica si accorge solo in caso di emergenza, ripiombando poi nell’oblio. Manca una visione integrata del problema, e gli enti competenti tornano a proporre, per bocca di politici che non hanno alcuna competenza, le solite ricette riduzionistiche, impregnate di ottocentesco positivismo, quando si credeva che l’uomo fosse pienamente in grado di calcolare e dominare la natura. E mentre il mondo scientifico grida al vento le direzioni da intraprendere, la politica fa orecchi da mercante, per incompetenza, oppure perché tutto sommato le emergenze a qualcuno tornano comode. Anche nel nostro territorio si va in direzione opposta: si parla di fermare il consumo di suolo, e la classe politica maremmana continua a devastare ambiente e paesaggio con nuove costruzioni, autostrade inutili e trasversali ai deflussi, aree urbane, quartieri commerciali, centrali fotovoltaiche, impianti industriali per incenerire rifiuti. Si discute della rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e delle aree umide, per ricreare le casse di espansione e le fasce fluviali di protezione, ma si permette che i fiumi siano disboscati per produrre biomassa, e che i loro alvei siano rettificati con le ruspe. Si raccomanda di non permettere tagli boschivi oltre i 5 ettari, ma la Regione permette che si disboschino a raso fino a 20 ettari di bosco, lasciando denudare, con la ridicola condizione delle fasce di rispetto, interi bacini idrografici di piccoli corsi d’acqua: i più violenti nei fenomeni estremi. Nel mondo tecnico e politico c’è una grande confusione, dove nessuno sa in realtà dove andare, dove i sindaci, i presidenti di Provincia e Regione,dei consorzi di bonifica, delle comunità montane, sparano in pubblico intenti e affermazioni che fanno solo sorridere quei cittadini che hanno un minimo di competenze in materia idrologica. È l’ora che gli amministratori che hanno sbagliato paghino, non solo in ambito penale, ma soprattutto è necessario che riparino il grande danno erariale che, con le loro scelte, hanno determinato alla collettività. (*)Italia Nostra Grosseto