IL TIRRENO
26 novembre 2013
Debito ex Molendi: il giorno della verità. Oggi la sentenza. Tegola da quasi un milione di euro sulla testa del Comune per il parcheggio mai costruito sotto la cattedrale.
È il momento della verità, uno di quelli che segna il futuro di un Comune. C’è lo spettro di un debito da diverse centinaia di migliaia di euro (forse un milione) che aleggia su Massa Marittima, su cui oggi dovrà pronunciarsi il Consiglio di Stato. È il momento del secondo round della vicenda dell’ex Molendi, dopo la sentenza del Tar con cui l’amministrazione è stata condannata a risarcire la società Porta al Salnitro. Il privato chiede un milione di euro, mentre l’ente, che chiede l’annullamento della sentenza, in caso di condanna stima il danno a 670mila. La storia è arcinota, e risale alla fine degli anni Novanta quando il Comune si accordò con la società Molendi (poi divenuta Porta al Salnitro) per la riqualificazione di un’area ai piedi della cattedrale di San Cerbone. Porta al Salnitro avrebbe recuperato le volumetrie di un capannone in abbandono di sua proprietà (circa 2100 metri cubi) per farne un bar e uffici; l’allora amministrazione avrebbe realizzato, lì sotto, un parcheggio interrato. Proteste, petizioni e il timore che i lavori potessero compromettere la staticità del duomo, fermarono tutto. Il Comune bloccò il progetto e nel 2000 siglò un accordo di transazione con Porta al Salnitro: la società, proprietaria della superficie, avrebbe potuto costruire le sue volumetrie e il Comune avrebbe pagato 200 milioni di lire per la realizzazione di quella “base di appoggio” su cui edificare, venuta a mancare con lo stop al parking sotterraneo. Porta al Salnitro però non ha mai costruito: nel 2003 presentò una proposta per una nuova ipotesi di transazione, che il Comune rifiutò ritenendola svantaggiosa per l’interesse pubblico. Arriviamo così al ricorso al Tar e alla sentenza della scorsa primavera, con la condanna del Comune. La richiesta di risarcimento della società (allora stimata intorno ai 5 milioni di euro) non viene accolta per intero e le due parti iniziano a calcolare la nuova cifra con i rispettivi periti: alla fine per Porta al Salnitro il danno è di un milione circa, per gli uffici comunali è di 670mila euro. Intanto però gli avvocati del Comune massetano, Luciano Giorgi e Duccio Maria Traina, presentano ricorso al Consiglio di Stato per l’annullamento della sentenza e arriva la sospensiva del provvedimento, forte della proposta di una fidejussione bancaria a garanzia del debito che l’amministrazione ha nei confronti della società. «Un sospiro di sollievo» ha commentato in quel momento il sindaco Lidia Bai, attaccata duramente insieme a tutta la giunta non appena è stata pubblicata la sentenza (tanto che qualcuno in consiglio comunale ne ha richiesto le dimissioni). Perché sono anni ormai che la vicenda Molendi è tra le più calde a Massa Marittima. E oggi, in un modo o nell’altro, è arrivato il momento della verità.
Il quotidiano sembra molto ben informato sulla vicenda. Probabilmente di più anche rispetto ai consiglieri di opposizione, con particolare riferimento a quelli di Massa Comune.
Se la rappresentazione del quotidiano rispondesse al vero, la società Porta al Salnitro, che aveva stimato in origine un danno di 5,5 milioni di Euro, avrebbe abbassato le proprie pretese a 1 milione di Euro. Una cifra molto vicina a quella individuata dal Comune, attraverso il proprio tecnico.
Premetto che sono contento di questa ipotetica scelta che sarebbe stata fatta dalla società Immobiliare Porta al Salnitro visto che, in caso di condanna del Comune, a pagare sarebbero i contribuenti locali, e solo dopo, e in via molto eventuale, la magistratura contabile potrebbe chiamare a rifondere il danno coloro che hanno approvato la tanto discussa convenzione del 1998.
Mi piacerebbe sapere per quali motivate ragioni la società avrebbe abbassato così tanto le proprie pretese, individuate in modo apparentemente immotivato ed irragionevole.
Credo che la risposta del Consiglio di Stato non tarderà molto. Mi auguro che sia la meno dannosa possibile per i contribuenti. Se invece arriverà la stangata, credo che qualcuno avrebbe il dovere MORALE di dimettersi
Sono d’ accordo con Roberto OVI.Credo che il fatto che la società abbia abbassato così tanto le sue richieste possa dipendere dal fatto che è in corso un tentativi di accordo extragiudiziale, che probabilmente sarà quantificato in una cifra a metà strada fra quanto richiesto in ultimo dalla soc.- circa 1 milione di euro- e quanto offerto alla fine dal Comune, circa 680 mila euro. Probabilmente ci si attesterà su una cifra intorno agli 800mila euro Se questo non comporterà per il Comune uno stato di dichiarato”dissesto finanziario”- con obbligo di immediata decadenzadel Sindaco e della Giunta-è da pensare che, specie se la vicenda si concluderà a fine febbraio, a campagna elettorale già in corso, questo possa essere rivendicato dal Sindaco come un esempio di buona amministrazione , con un Comune che risolve i problemi e fa spendere il meno possibile ai cittadini. Sarei quindi molto cauto nel trattare questa vicenda.
Voglio proprio vedere come lo spiegherà di essere stata brava, leggiti il link del banner scorrevole in prima pagina.
Questa è come la storia del mutuo di qualche consiglio comunale fa:
Si può dire che un mutuo è più vantaggioso.
oppure dire che un mutuo è meno svantaggioso