LA REPUBBLICA

22 novembre 2013

Economia

 

Consorzio Etruria, per i pm fu bancarotta: “Coestra pagata il doppio del suo valore”.

Gli indagati sono 23.

 

Il CONSORZIO ETRURIA di Montelupo Fiorentino era divenuto a metà degli anni 2000 uno dei maggiori gruppi nazionali nel settore delle costruzioni. Poi, nel 2011, la drammatica crisi e l’ammissione al concordato preventivo, poi omologato. Mentre è in corso la fase di liquidazione, la procura presenta il conto a 22 ex componenti del pletorico consiglio di amministrazione del colosso azzoppato aderente alla rossa Lega delle Cooperative. I pm Luca Turco e Giuseppina Mione hanno chiuso l’inchiesta contestando una serie di reati di bancarotta per distrazione o per falso in bilancio o per operazioni imprudenti. Fra gli indagati vi sono gli ex presidenti Armando Vanni e Luigi Minischetti, l’ex consigliere delegato Massimo Pagnini, l’ex direttore generale Ciro Paradisi.

Secondo le accuse, nei bilanci 2006, 2007, 2008 e 2009 erano state occultate perdite ingenti in relazione a numerose operazioni e commesse, fra cui l’ippodromo dei Pini di Follonica, il porto al Puntone di Scarlino, la costruzione del centro commerciale Unicoop di San Lorenzo a Greve e la
tramvia Scandicci Firenze, con un effetto complessivo sul patrimonio netto del Consorzio, nel 2009, di quasi 80 milioni di perdite non dichiarate: se i bilanci non fossero stati truccati, sin dal 2006 il Consorzio sarebbe stato obbligato ad aumentare il capitale o a portare i libri in tribunale.

La procura ritiene che il Consorzio fosse in difficoltà già prima dell’inizio della crisi del mercato immobiliare, anche a causa di operazioni imprudenti come l’acquisto nel 2006 della Coestra al prezzo complessivo di 39 milioni. Secondo l’accusa non ne valeva più di 18 e in ogni caso non è stata trovata una valutazione (se non quella del venditore Gregoratti).

E’ stata una vera e propria distrazione fraudolenta, per la procura, una operazione che risale al 22 febbraio 2008: il Consorzio vende 31.765 azioni del Banco di Lucca a 424 euro e lo stesso giorno ne riacquista 4.782 a 690 euro da una fiduciaria dietro la quale, secondo le accuse, operava in conflitto di interessi Luigi Minischetti: il tutto «con un esborso ingiustificato di 1,4 milioni». Altre tre operazioni imprudenti vengono contestate agli amministratori del Consorzio in relazione ad acquisti, nel 2010, di quote di società del gruppo Btp a prezzi (per l’accusa) di assoluto favore per la venditrice: il 50,1% della Stif fu pagato 24,5 milioni a fronte di «un valore non superiore a 8,6); il 50% della srl Rignano (in rosso) fu comprato per 2 milioni; il 25% della Euroalfa fu pagato 6,350 milioni, contro un valore non superiore a 2,3. 

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