IL TIRRENO
15 novembre 2013
Economia
Sempre più poveri: in Toscana 55mila richieste di aiuto Numeri choc nel dossier della Caritas. Aumentano gli italiani che hanno il problema di trovare da mangiare
di Samuele Bartolini FIRENZE Chiedono da mangiare perché a tavola il piatto piange. Hanno perso il lavoro e faticano ad arrivare a fine mese. La fascia di età oscilla per la metà delle persone tra i 25 e i 45 anni. Sono per la maggior parte stranieri, la presenza femminile supera la metà, ma gli italiani in difficoltà crescono di continuo. La fotografia scattata dal Dossier Caritas 2013 sulla povertà in Toscana racconta una situazione che le maglie della solidarietà e del volontariato faticano sempre di più ad arginare. L’allarme è lanciato. I poveri stanno aumentando e il fenomeno non sembra presagire un rallentamento. E’ un esercito di 27.095 persone quello che l’anno scorso ha bussato alle porte dei 122 centri di ascolto Caritas sparsi in giro per la regione, 2mila in più rispetto al 2011, quasi 11mila se il parametro di riferimento diventa il 2006. Ma impressiona ancora di più quando si apre la voragine delle 55mila persone povere se vengono aggiunte le famiglie che stanno dietro a chi chiede aiuto. In particolare, le persone ascoltate nei centri della Caritas sono per il 56,3% delle donne. E la tendenza è in aumento di quasi 3 punti percentuali rispetto al 2011. L’età media è 49 anni per gli italiani, intorno ai 39 anni per gli stranieri. La disoccupazione è la principale molla scatenante di chi si presenta ai colloqui con il cappello in mano: il 74% delle persone non ha più un lavoro, un dato elevatissimo che non accenna a diminuire rispetto agli anni precedenti. È disoccupato il 64,9% degli italiani (63,7% nel 2011, 66% nel 2010) e il 78% degli stranieri (76,5% nel 2011 e nel 2010). L’indagine della Caritas prova a scavare anche nei problemi principali che attanagliano le persone in difficoltà. Il borsello è vuoto per il 39,9% degli intervistati: la povertà di risorse economiche è un dato pressoché stabile. Poi c’è il lavoro povero, quello precario, sottopagato, da sfruttamento che si attesta al 28,9%. Il problema della casa rimane distante (9,8%), ma la Caritas si è attivata da anni per dare un contributo a pagare l’affitto con il microcredito. La metà delle persone che si rivolgono ai centri di ascolto, infatti, non possiede una casa di proprietà. I fondi arrivano dalle collette in parrocchia, dal “Prestito della speranza” della Cei, da Banca Etruria e dalla Regione Toscana. Ieri l’assessore regionale al welfare, Salvatore Allocca, e mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Arezzo e delegato regionale della Caritas per la Conferenza episcopale, hanno provato a metterci una pezza. Hanno firmato un accordo che punta a vincere una sfida culturale e cerca di rompere il muro dell’indifferenza tra i giovani sulla povertà. La Regione mette a disposizione 50mila euro l’anno nel triennio 2013-2015. Questi soldi serviranno per la messa in rete degli Osservatori diocesani che pubblicano i dossier dal 2003. Ma in ballo ci sono anche dei percorsi di sensibilizzazione per gli studenti che viaggiano tra i 12 e i 18 anni d’età. L’obiettivo è farli crescere nella cultura del volontariato potenziando la rete tra ragazzi, famiglie, docenti e servizi territoriali. Non manca l’intenzione di avviare alla solidarietà la fascia di giovani che va dai 18 ai 35 anni proponendo loro un anno al servizio dei più deboli, in preparazione del servizio civile regionale.