Fonte: IL TIRRENO

09 novembre 2013

 

Rubrica: Altro

RACCOLTA PORTA A PORTA «Perché il Comune non fa i conti?» Beni Comuni: «Il sistema conviene e abbassa le tasse. Ecco come»

 

GROSSETO Come si fa a sostenere che un servizio di raccolta rifiuti (il porta a porta) costa più di un altro (la vecchia raccolta con i cassonetti) se non si sono mai fatti i conti? È questo il cuore del problema che il Comitato Beni Comuni pone all’assessore comunale all’Ambiente, Gianfranco Tei. In un’intervista al Tirreno, Tei ha sostenuto che il porta ha costi altissimi e, perciò, a parte i due quartieri dove esiste, non lo si può estendere al resto del comune. «Non è vero che la raccolta dei rifiuti porta a porta costi di più – ribatte il comitato –. Lo dimostrano diversi fatti facili da verificare». Primo: con il porta a porta il 70 per cento dei rifiuti non finisce più in discarica, dunque i cittadini non devono pagare lo smaltimento con immediato alleggerimento della Tares. «Molte decine di città pubblicano da anni bilanci completi e certificati del sevizio di igiene urbana», spiega il comitato. E Grosseto? «Il Comune di Grosseto – spiega il comitato – non ha mai voluto compiere un bilancio complessivo del servizio. Anche quest’anno alle nostre richieste di conoscere le entrate provenienti dalla vendita della frazione proveniente dal porta a porta ci è stato risposto che tali flussi finanziari non sono quantificabili». Eppure il guadagno deve essere alto perché il porta a porta produce un differenziato di ottima qualità. Tei ha dichiarato che dalla vendita delle materie prime raccolte nel 2012 il Comune ha ricavato 300mila euro, ma non ha presentato presentare fatture. Secondo il comitato riferire di maggiori costi della raccolta porta a porta, relativi a personale e bidoni, è un’operazione «molto parziale che falsa la realtà» fatta dall’amministrazione. E c’è di più: «Un bilancio incompleto non è efficace – spiega il comitato – in quanto nella contabilità devono essere portate in detrazione tutte le mancate uscite registrate». Queste detrazioni sono ben note. Oltre a ridurre la spesa per lo smaltimento dell’indiffereziata, il porta a porta riduce la spesa per la manodopera e i costi della raccolta dei cassonetti stradali e dello spazzamento. I bidoni, infatti, attirano cumuli di rifiuti che vengono depositati al loro esterno: spariti i cassonetti, sparisce anche la sporcizia esterna. Non si pagano poi, prosegue il comitato, le penali regionali per il mancato raggiungimento della percentuale di differenziata prevista per legge; si guadagna a vendere prime e seconde di prima scelta, si producono meno rifiuti, perché il porta a porta responsabilizza i cittadini, si crea occupazione sia per la raccolta che per il recupero e selezione, si fa risparmio di energia e materie prime, si riduce l’inquinamento dovuto all’incenerimento. «È incomprensibile come si possano fare scelte a favore degli interessi della collettività se non si confrontano gli effetti economici dei due sistemi di raccolta», dice il comitato. Che torna a chiedere un confronto sereno e aperto. (f.f.)

 

 

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