CORRIERE DI MAREMMA

10 novembre 2013

Rubrica: Panorama politico

 

 

Pd al bivio: Martini, Giuntini e Bargelli in pole Le opposizioni coalizzate, ma senza la civica?

 

 

MASSA MARITTIMA

Basta mettere il naso fuori per capire che l’estate si è definitivamente conclusa. E’ tempo dunque di prepararsi all intenso inverno elettorale che questa volta si preannuncia più sfaccettato e agguerrito che mai. Tanti schieramenti, tanti protagonisti, tante idee. Ci saranno le primarie nel centrosinistra? Come saranno organizzate? E le forze di opposizione riusciranno a trovare un accordo e correre insieme? Situazione complessa quella della città del Balestro. All’interno di Massa Democratica, attuale formazione di maggioranza di centrosinistra, si sono create diverse correnti e il Pd rischia di dover ricorrere a competizioni elettorali interne per scegliere il proprio candidato. Il primo a uscire allo scoperto è stato il presidente del consiglio provinciale ed ex vicesindaco Sergio Martini, che ha annunciato pubblicamente la sua decisione. Addirittura, dicono dal partito, “prima di comunicarlo nella sede di via Calatafimi”. “Ho deciso – ha dichiarato Martini – di mettere a disposizione la mia esperienza. Se ciò sarà condiviso dal Pd e poi dalla maggioranza dei cittadini, cercheremo di costruire insieme il futuro del comune”. Ovviamente Martini sostiene le primarie aperte, un percorso che sarebbe gradito anche ai renziani. Sembra che a Massa ce ne siano di due tipi: lo schieramento guidato dall’assessore Flavio Zazzeri e il gruppo più rinnovatore di cui fanno parte Yuri Barontini e Sandro Poli. Ultimamente però, dopo che anche Marras si è dichiarato filorenziano, Martini è stato visto più volte dialogare con i rottamatori, in particolare con Barontini. E non va dimenticato che nella sua associazione culturale “Massa al centro” militano persone come Diego filippini o Enzo Tiberi dichiaratamente sostenitori del sindaco di Firenze. Chi magari non gradisce il ricorso alle primarie è la linea più ortodossa del Pd che fa capo al sindaco Lidia Bai e al parlamentare Luca Sani. La Bai ha svolto due mandati e non potrà candidarsi nuovamente. Fra i nomi più accreditati ci sono quello del sindaco di Montieri Marcello Giuntini e Alidiano Bargelli. Entrambi sono molto conosciuti e apprezzati, hanno esperienza politica e credibilità. In particolar modo Giuntini ha il vantaggio di essere rimasto fuori dagli affari (e dagli intrighi) massetani negli ultimi anni e, come primo cittadino, a Montieri è decisamente stimato. Se ci sarà da correre con Martini serve un personaggio altrettanto forte. E Repubblicani, centro e centrodestra? Qualche giorno fa è avvenuta una riunione in una pizzeria cittadina alla quale erano presenti Luca Santini, Alessandro Giuliani, Umberto Marrami, Guido Mario Biagini e Claudio Bagnoli. Repubblicani e centristi sembrano intenzionati a portare avanti la collaborazione locale iniziata dieci anni fa e avviarsi insieme verso l’appuntamento elettorale del 2014. Ma ci sarà da valutare se riusciranno a coalizzarsi tutte le forze politiche contrarie alla semplice rielezione di una giunta di centrosinistra. Strategia mai applicata prima. “La speranza di molti – riflette Santini – è che finalmente si torni ad affidare le sorti del comune, a prescindere da destra e sinistra, due etichette logore e asfissianti, a persone competenti”. Ipotesi interessante, ma Massa Comune non sembra voler raccogliere l’invito. Anzi, sul proprio sito la civica critica aspramente la scelta. “Che Pri e Pdl si apprestino a fare come nel 2009? Ci si mette a tavola davanti alla solita minestra, oltretutto alla fine di una legislatura che non depone certo a favore di tali formazioni”. Massa Comune, dal canto suo, ha annunciato di voler creare un pool di tecnici nelle varie discipline e ha lanciato l’appello a tutti coloro che sono specializzati in qualche settore e intendano mettere a disposizione tempo e impegno. Fra i possibili candidati sindaco nella civica ci sono l’ingegnere aeronautico Fiorenzo Borelli e il coordinatore del movimento, Oscar De Paoli.

Chiara Calcagno

 

 

 

 

 

7 Commenti a “Pd al bivio: Martini, Giuntini e Bargelli in pole Le opposizioni coalizzate, ma senza la civica?”

  • Fiorenzo.Borelli says:

    Si possono fare tutte le toto scommesse che vogliamo ma la realtà è che fino dopo le primarie il PD non muoverà foglia per cui ogni nome è solo fantasia, fin dopo il congresso il PDL non saprà chi sono i nuovi o vecchi referenti provinciali, per cui le riunioni/cene di minestre riscaldate a ben poco servono e Massa Comune procede per la sua strada che vuole una compagine capace di affrontare i problemi del paese.

    • f.bonuccelli says:

      Ma l’Ing. Borrelli e Oscar De Paoli sono candidati”a loro insaputa”? . Lo sa Chiara Calcagno, lo sanno moltissimi massetani, ma , almeno a  giudicare dal sito, pare che proprio loro ne siano all’ oscuro. Come inizio, non mi pare il massimo.

  • Roberto Ovi says:

    E voi pensate che i contenuti di questo articolo siano casuali? Ne so a sufficienza per fare diverse considerazioni

  • Oscar De Paoli says:

    Le chiacchiere dal parrucchiere sono una cosa,

    le cose serie sono da un altra

  • Roberto Ovi says:

    Oscar ormai sei abbastanza navigato.
    Leggi in filigrana la costruzione dell’articolo: si mette in evidenza la divisione all’interno dei renziani, ai quali pare essersi aggiunto, si riferisce, Martini. Nel contempo si dà conto delle possibili candidature, per l’altra corrente PD, di “Marcello Giuntini e Alidiano Bargelli, entrambi molto conosciuti e apprezzati, che hanno esperienza politica e credibilità”.
    Nell’opposizione si attribuisce credito al progetto PRI – centristi che, con saggezza, starebbero valutando la possibilità di aggregare tutta l’opposizione per vincere “affidando le sorti del comune, a prescindere da destra e sinistra, due etichette logore e asfissianti, a persone competenti”. Ma Massa Comune, purtroppo, non vorrebbe starci, avanzando anzi le candidature a Sindaco dell’ingegnere aeronautico Fiorenzo Borelli e il coordinatore del movimento, Oscar De Paoli.
    Una ricostruzione che farà certamente piacere all’area cuperliana del PD, di cui fanno parte Giuntini e Bargelli, non a caso definiti molto conosciuti e apprezzati, che hanno esperienza politica e credibilità. La candidatura di Martini, già avanzata pubblicamente pochi mesi fa dallo stesso, che indubbiamente dà loro fastidio (ricordate l’articolo della segreteria del PD, che parlava di candidatura inopportuna?) viene di fatto derubricata ad un fatto di mera ambizione, tanto da darlo in avvicinamento ai renziani, dipinti a loro volta come divisi, con tanti presunti galli nel pollaio.
    Nell’opposizione si dà spazio alla coalizione PRI e centristi, costituiti dai soliti 5 o 6 nomi che hanno sempre favorito, in accordo con l’ex DS, ora PD, e con la parte maggioritaria dell’ex FI e poi PDL, di cui facevano parte, la divisione dell’opposizione, per tante vicende e ragioni di opportunità.
    Massa Comune viene dipinta come egoista. Non vorrebbe aggregarsi, facendo perdere all’opposizione la storica occasione di cambiare la guida politica del Comune. E, citando i nomi di Borelli e De Paoli, si finisce di fatto a bruciarli.
    Fantasie? Personalmente ho già vissuto questa situazione nel 2004 e, molti di voi, l’anno già provata nel 2009. Nulla sembra cambiato. Basta riflettere sulle vicende del Falusi e di Amatur.
    E poi, da vecchio DC, ricordo ancora i saggi insegnamenti di zio Giulio

  • Oscar De Paoli says:

    Che dire?

    Visto che sono così bravi a bruciare i propri candidati, vedi Romano Prodi a presidente della Repubblica, figuriamoci con gli altri.

    Per quanto riguarda l’egoismo di Massa Comune, ufficialmente non abbiamo ricevuto nessuna proposta di collaborazione, mentre abbiamo fatto appello alla buona volontà della cittadinanza, dove chiaramente sono compresi tutti.

    Per quanto mi riguarda, questo articolo non dice nulla,

    tamquam tabula rasa,

    Speriamo lo capiscano anche gli elettori.

    TUTTI !!

  • Roberto Ovi says:

    Ottimo intervento.
    Quando si vuole collaborare non c’è ostacolo, anche apparentemente insormontabile, per frenare il cambiamento, anche a costo di mettersi controvoglia in discussione.
    Quando non si vuole collaborare, o si lavora per la divisione, si spendono giornate per vedere e rivedere un documento, spostando punti, virgole, verbi e sostantivi per rimetterli poi al punto di partenza.
    Ricordo ancora la campagna elettorale del 1999, quando con i noti esponenti locali di Forza Italia, CCD/CDU e Alleanza Nazionale, ci incontrammo con gli esponenti del PRI, per verificare la possibilità di presentare una lista unica alle successive elezioni amministrative che si sarebbero tenute nel mese di giugno di quell’anno.
    Marrami mise in evidenza la storia antifascista del proprio partito, che precludeva l’impossibilità di un’alleanza organica con i partiti di cui sopra, ed invitò gli esponenti di quei partiti, tra i quali lo scrivente, ad aggirare il problema schierandosi sotto le insegne del PRI, per favorire la presentazione di una lista unica.
    Proposta naturalmente rifiutata. Se vi era una difficoltà per il PRI a schierarsi con soggetti di “destra”, anche questi ultimi erano a disagio a schierarsi sotto le insegne di un piccolo partito che mostrava così tante preclusioni. Io, figlio e nipote di un repubblicano, ma che niente avevo a che fare con quella storia, ero il più contrario di tutti.
    Quando, nel corso del mese di Aprile del 2004, il comitato elettorale della lista “Nuove Prospettive” (PRI più Forza Italia) pubblicò un libretto denominato “Conoscenze minime per governare”, scoprimmo (pagina 69) che nel 2001 PRI e DS avevano concluso un accordo politico a livello provinciale che prevedeva il loro ingresso nelle maggioranze consiliari, tra le quali Massa Marittima.
    Se per ipotesi avessimo aderito nel 1999 alla proposta del PRI, avremmo di fatto portato il nostro consenso elettorale, ben più vasto di quello del singolo partito dell’edera, verso un progetto indirizzato verso un percorso politico amministrativo esattamente opposto.
    Insomma “cornuti e mazziati”.
    Nel 2004, nonostante le insistenze di qualche amico, rinnovatesi nel 2009, la situazione si è ripetuta. Eppure, come ben sapete, abbiamo incontrato anche importanti esponenti provinciali del PDL e di Forza Italia, che pure erano ben intenzionati a far convergere il locale circolo verso un’unica lista elettorale. Qualcuno, di fronte a questa prospettiva, dette letteralmente fuori di testa. Ricorderete: urla, grida e qualcos’altro ancora.
    Una cosa davvero umiliante. Da vergognarsi.
    Questi signori, per diversi motivi e ragioni di opportunità, non hanno alcun interesse a vincere. Che ragione hanno di cambiare una situazione che li favorisce? Meglio far finta di stare all’opposizione. Proprio come fa il PDL praticamente in tutta la Toscana. E non c’era proprio bisogno delle inchieste di Report per accertare situazioni che erano da anni sulla bocca di tutti

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