Fonte: LA NAZIONE
07 novembre 2013
Rubrica: Criminalità
VANDALI
LA SCOPERTA AL MOMENTO DI TRASLOCARE Distrutti mobili e suppellettili di una famiglia sfrattata. L’arredamento era conservato in un capannone del S.Anna
di GIANFRANCO BENI
BRUTTA sorpresa per una famiglia di Massa Marittima al momento di recuperare gli arredi della propria abitazione custoditi in uun capannone appartenente al Rifugio S. Anna. Corrado Allegretta con la moglie Laura Priami ed una figlia minorenne, colpiti da un provvedimento di sfratto esecutivo notificato, grazie al servizio di assistenza sociale del Comune e dalla SdS, erano stati provvisoriamente e gratuitamente sistemati all’Ostello del S. Anna, ottenendo anche la sistemazione del mobilio in un locale le cui chiavi erano in possesso solo loro e del responsabile del S. Anna. «Per diversi mesi — ci ha detto Corrado — sono andato a verificare l’integrità degli oggetti, sempre tutto regola, fino al giorno in cui ho trovato la serratura cambiata. Mi sono rivolto al responsabile del S. Anna che con evidente imbarazzo è sembrato cadere dalle nuvole per poi finalmente aprirmi la porta. Mi sono così trovato davanti ad un’ecatombe di oggetti rotti o spariti». Cristalli, servizi di piatti e bicchieri, soprammobili, anche un materasso sparito, senza riuscire a sapere chi e come abbia avuto la possibilità di fare tale scempio. Un atto di sicuro vandalismo, che ha gettato nello sconforto Corrado e Laura, proprio nel momento in cui si apprestavano ad un altro trasloco per andare a vivere nella loro nuova casa nel frattempo acquistata. «Non vogliamo accusare nessuno — afferma Laura — tantomeno presentare denuncia anche se contro ignoti. Vorremmo evitare che altre famiglie vengano a trovarsi in situazioni come queste. Del resto a priori è impossibile accusare qualcuno. Troppa gente ruota g intorno al Rifugio S. Anna. Mi auguro che la verità venga a galla, sapendo che gran parte dei nostri sacrifici sono stati distrutti senza un motivo. Vorrei solo sapere perché quando è stata cambiata la serratura non siamo stati avvisati». «Non siamo responsabili di quanto accaduto — spiega Ilaria Salvi, segretaria della Fondazione—. Avevamo fatto sistemare gratuitamente mobilio e arredi nel capannone utilizzato per lo stesso scopo anche da altri nuclei familiari, dando per di più la chiave di ingresso per comodità loro. Avevamo avvertito che il capannone non era sorvegliato al punto che più volte si sono introdotte persone scavalcando le finestre per cui, pur essendo di nostra proprietà, ci siamo sempre ritenuti estranei da eventuali danneggiamenti e furti. Per quanto riguarda il cambio della chiave, il cambio è stato effettuato dagli operai del Comune inviati per sostituire il lucchetto che era stato rotto».