LA NAZIONE
06 novembre 2013
Piombo nelle urine di alcuni operai «Ma non è colpa dell’inceneritore»
Ai lavoratori di Scarlino Energia sono stati recapitati i risultati delle ultime analisi eseguite nelle scorse settimane. E in alcuni casi nelle urine sarebbero state riscontrate tracce di piombo. Per questo alcuni operai dell’inceneritore sono stati sottoposti a ulteriori accertamenti, questa volta del sangue, per verificare se quelle tracce siano presenti anche nelle vene di chi lavora nella zona industriale del Casone. Le indagini sarebbero state richieste dalla Asl nell’ambito dei controlli periodici che non riguardano solamente Scarlino Energia, ma anche gli altri grandi stabilimenti della zona industriale del Casone: Tioxide e Nuova Solmine. Per le rappresentanze sindacali di Scarlino Energia non ci sarebbe nessun allarme, però, anche perché l’origine dei valori sospetti non sarebbe l’inceneritore: già all’inizio dell’estate le analisi a campione avevano mostrato qualche valore leggermente più elevato degli altri, ma senza riscontrare pericoli per la salute dei dipendenti o sforare i limiti.
«Non abbiamo i dati a portata di mano perché vengono recapitati ai singoli lavoratori per questioni di privacy — spiega Luca Gabrielli, rappresentante sindacale aziendale delle maestranze — , mi riferisco alle analisi di inizio estate, programmate da tempo, richieste dall’azienda sanitaria poco dopo la chiusura in autotutela dell’impianto, avvenuta a maggio. Una coincidenza, perché si trattava di controlli calendarizzati. Sta di fatto che i risultati sono arrivati circa un mese fa: mostrano alcuni valori, tra cui il piombo, più alti rispetto a quelli che solitamente si riscontra nella popolazione, ma comunque lontani da ciò che rappresenta un pericolo per la salute. E soprattutto non riconducibili, per origine, alle attività di Scarlino Energia ma piuttosto a qualche altra attività».
Un fenomeno che sarebbe stato riscontrato anche nel sangue di operai e impiegati di altre aziende. «E a quanto ci risulta — spiegano le Rsu di Scarlino Energia — non riguarderebbe l’intero campione preso in esame, ma solo alcuni casi: restano da capire le cause». Non si tratta di analisi ordinarie, dunque, ma di accertamenti sullo stato di salute degli operai che operano in zone potenzialmente a rischio. Intanto però operai e cittadini attendono chiarimenti.