Fonte: IL TIRRENO

05 novembre 2013

 

Rubrica: Economia

 

GROSSETO

Stangata Tares sui negozi Si paga fino al 400% in più Il Comune ha definito le tariffe: doppie, triple o quadruple rispetto alla Tarsu a seconda della categoria commerciale. Per gli ortofrutta il colpo più duro

 

di Francesca Ferri GROSSETO

Passare, di punto in bianco, dal pagare una tassa sui rifiuti di 4,52 euro al metro quadro a una di 9 euro al metro quadro. O da 5,32 a 16,34. O, addirittura, da 4,44 euro al metro quadro a 20,30 euro al metro quadro, con un rincaro addirittura del 400 per cento. Non è l’ennesima proiezione funesta delle associazioni di categoria o delle opposizioni sul cambio Tarsu-Tares. Stavolta si fa sul serio e questa è la nuova tariffa (approvata il 14 ottobre) sulla quale chi ha un negozio di frutta e verdura a Grosseto e frazioni si vedrà calcolare dal Comune la tassa sulla spazzatura, la famigerata Tares, che da quest’anno sostituisce la vecchia Tarsu. Nel cambio tra il regime di tassazione Tarsu a quello Tares, i fruttivendoli si ritrovano con una tariffa cinque volte più alta rispetto a quella pagata fino ad ora. E la “novità” è piombata come un macigno così, da una bolletta all’altra, e – a meno di sorprese dell’ultimo minuto – con una data di scadenza: il 16 dicembre. «L’idea di fondo della Tares è: chi più inquina più paga – spiega l’assessore comunale all’Ambiente Giancarlo Tei –. Si può essere d’accordo o meno; io, per me, credo ancora nel principio solidaristico, nell’equilibrio tra cittadini. Per questo abbiamo applicato dei correttivi per far sì che la spesa della Tares sia distribuita più equamente. Senza questo intervento i rincari sarebbero schizzati anche al 600 per cento in più. Purtroppo, anche con questi correttivi, per alcune categorie di cittadini, in particolare i titolari di ristoranti, bar, ortofrutta e supermercati, la Tares sarà lo stesso molto più cara della Tarsu». Il motivo della grossa differenza tra Tarsu e Tares per alcuni commercianti, secondo l’assessore, è semplice: la Tarsu era troppo bassa. «Quando a Grosseto vigeva ancora la Tarsu – spiega Tei – ma a livello nazionale si annunciava il passaggio alla Tares, diedi un’occhiata alle tariffe sui rifiuti in vigore nei comuni che adottavano la Tia, un tipo di tributo più simile alla Tares. E venne fuori che, ad esempio, Pistoia chiedeva 9,70 euro al metro quadro per i supermercati, 28 per i ristoranti, 22 per i bar, 29 per gli ortofrutta, quando a Grosseto, per le stesse attività, chiedevamo rispettivamente 4,52, 5,32, di nuovo 5,32 e 4,44 euro, addirittura meno della media regionale». Confrontando le tariffe attuali con altre realtà toscane, il “balzello” della Tares appena nato a Grosseto sembra meno esoso. «A Lucca – spiega Tei – siamo nell’ordine di 9 euro al metro quadro per i supermercati, 20 per i ristoranti, 14,80 per i bar e 17,70 per gli ortofrutta». Se valga il detto “mal comune, mezzo gaudio” andrebbe chiesto ai diretti interessati.

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